The Group – The Feed-Back

(Andrea Romeo)

Il nome di Franco Evangelisti dirà poco ai più, ma la sua figura è assolutamente fondamentale per la nascita e l’evoluzione della musica sperimentale in Italia; ciò va detto perché i tre brani contenuti all’interno di The Feed-Back, ovvero The Feed-Back, Quasars e Kumalo, rappresentano le radici di un movimento culturale, prima ancora che musicale, che nacque quando il compositore romano prese parte, dal 1952 al 1960, ai Ferienkurse per la Nuova Musica a Darmstadt, dove incontrò Werner Meyer-Eppler dell’Università di Bonn, iniziando ad avvicinarsi alla musica elettronica ed al concetto di alea nella musica, manifestando insofferenza per le teorie compositive della musica seriale e maturando la convinzione che la composizione, così com’era stata intesa fino ad allora, andasse superata, in favore di una forma  musicale che verrà in seguito definita improvvisazione libera: l’idea di base derivava dall’aver osservato che “…da più di 2000 anni, in India, gli esecutori sono anche compositori, essendo quella musica legata a forme momentanee…

Dopo aver lavorato con Hermann Scherchen, nello Studio di Elettroacustica Sperimentale dell’Unesco di Gravesano, collaborò con Karlheinz Stockhausen e Luigi Nono, presso lo Studio Sperimentale della Radio Polacca di Varsavia e, nel 1960, fondò con lo scopo di diffondere la musica contemporanea italiana e straniera, l’Associazione Nuova Consonanza, da cui nacque il Gruppo di Improvvisazione di Nuova Consonanza, tra i primissimi ensemble di compositori-esecutori.

Insieme ad Evangelisti, piano e percussioni, gli americani Larry Austin, John Heineman e John Eaton, il tedesco Roland Kayn,Hammond organ, vibrafono e marimba, William O. Smith al clarinetto,e l’ungherese Ivan Vandor al sassofono; due anni dopo l’ensemble pubblicò il primo lavoro, omonimo: fuori Eaton e Smith, entrano nella formazione l’americano Frederic Rzewski al pianoforte, oltre a due allievi di Goffredo Petrassi, e cioè Mario Bertoncini ed Ennio Morricone.

Lo stesso Morricone ricordava, durante una intervista: “… la musica che facevamo era improvvisata, a partire da esercizi mirati: facevamo mesi e mesi di improvvisazione su parametri molto precisi, ci registravamo, la sera ci riascoltavamo e ci criticavamo. Era una cosa molto attenta.

Nel 1969 venne pubblicato il secondo lavoro, Improvisationen in cui, oltre ad Evangelisti, Morricone, Bertoncini ed Heineman, il gruppo allineava il percussionista Egisto Macchi ed il contrabbassista Walter Branchi; iniziarono a suonare al Beat ’72, club e teatro frequentato tra gli altri dall’attore Carmelo Bene e dal compositore e successivamente poeta surrealista Giacinto Scelsi, luogo simbolo del free jazz e della scena underground romana, ed in tale contesto si manifestò un’evoluzione su cui, sempre Morricone, si soffermava: “La nostra musica era molto gestuale, astratta, magari anche difficile… Evangelisti voleva venire incontro ai gusti delle generazioni più giovani, quindi ad un certo punto pensammo: perché non aggiungiamo una chitarra elettrica? E poi, subito dopo: perché non ci mettiamo anche una batteria?

Nel 1970 inizia a prendere forma il terzo lavoro, The Feed-Back, anno in cui il gruppo cambia anche nome; la formazione allinea a questo punto Morricone, tromba e flauto, Heineman, piano, violoncello e trombone, Bertoncini, piano, percussioni e voce, Macchi, percussioni, celesta ed archi, Branchi, basso, ed i nuovi arrivati Bruno Battisti D’Amario alla chitarra e Vincenzo Restuccia alla batteria.

Da non dimenticare coloro che seppero interpretare al meglio questi suoni, nuovi e complessi, ovvero i tecnici del suono: Leandro Leandri, Sergio Marcotulli, Maurizio Montanesi e Giacomo Simonelli furono in grado di mettere su nastro concetti musicali che, per complessità ed anche per l’indubbia novità, non erano certamente simili a dei brani “soliti”, strutturati ed in un certo senso prevedibili.

La nuova strada rivisita, in maniera assai significativa il concetto di musica beat, e lo fa attraverso l’inserimento di linee anche ritmiche ispirate al jazz, ma soprattutto al funk, seguendo una tendenza che all’epoca aveva preso piede sia negli Stati Uniti che in Europa; secondo l’opinione di Valerio Mattioli, The Group “anticipò il rock crudo dei Can”, secondo quella di Antonello Cresti, un brano come Quasars “… preannuncerebbe atmosfere post-punk con un decennio di anticipo”.

Appare evidente che un album come The Feed-Back vada affrontato più come un vero e proprio saggio musicale, da leggere, assimilare, interpretare e possibilmente comprendere, in cui l’ascolto risulta semplicemente il mezzo, in un certo senso “meccanico”, grazie al quale acquisire le informazioni musicali; va anche detto che, almeno in prima battuta, si tratta di un lavoro ostico, non tanto per il fatto che manchino quasi del tutto direttrici melodiche, e che quindi offra pochi agganci in grado di creare nell’ascoltatore una certa risonanza, quanto invece perché risulta densissimo, di informazioni, di stimoli sonori che, oltre ad essere improvvisati, e quindi poco o nulla prevedibili, non sono indubbiamente digeribili in modo immediato.

Dopo questa breve, ma assai significativa, incursione nell’ambito della musica popolare, l’ensemble di Evangelisti ritornò ad occuparsi esclusivamente di musica contemporanea, recuperando tra l’altro il nome che aveva in precedenza; nel 1971 collaborarono alla registrazione della partitura di Morricone per il film Gli Occhi Freddi della Paura, poi realizzarono ancora tre album, Gruppo d’improvvisazione Nuova Consonanza nel 1973, Nuova Consonanza nel 1975 e Musica su Schemi nel 1976, prima di sciogliersi, nel 1980, anno della morte di Franco Evangelisti.

Ancora Morricone chiosava, in merito all’aver preso parte ad un contesto musicale così complesso e poco remunerativo, se paragonato alle colonne sonore, affermando che se c’era qualche possibilità di scrivere il suo nome nella storia della musica, lo doveva alla ricerca di nuove sonorità associate al Gruppo di Nuova Consonanza, e non certo alle “boiate” (così le descriveva…) che componeva per i film commerciali.

(RCA Records, 1970)

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