PASE – Mondonovo

All’inizio furono i Virginiana Miller, storico gruppo alt-rock formatosi a Livorno nel 1990, con il quale Andrea Fusario, bassista e cofondatore, iniziò la propria avventura musicale; anni di gavetta in un decennio che in Italia produsse musica interessante e di livello, due album, Gelaterie Sconsacrate, 1997, prodotto da Marc Simon (Corman e Tuscadu) e da Giorgio CanaliC.S.I. ed Italiamobile uscito due anni dopo; ma era già arrivato il momento di cambiare, e di muoversi verso direzioni differenti.

La nuova strada ha preso subito il nome di Piccoli Animali Senza Espressione progetto che nel 2012, con Luca Brunelli Felicetti alla batteria, pubblica This Incanto, cui faranno seguito Cerco casa vista Marte, 2014, in cui collaborano Antonio Bardi, chitarre (Virginiana Miller) e Robin Guthrie (Cocteau Twins) e Sveglio Fantasma che si avvicina all’elettropop e le cui atmosfere rimandano decisamente a sonorità anni ’80; lungo questo percorso, gli incontri che hanno condotto alla realizzazione, come PASE, di Mondonovo portano i nomi di Edoardo Bacchelli, voce, Filippo Trombi, chitarre, cori, arrangiamenti e produzione artistica, Jacopo Fusario, loops ed elettronica, che hanno affiancato Andrea Fusario, basso ed NS Stick, ed Annalisa Boccardi che si è occupata dei testi.

Paulo Coelho sentenziava: “A volte è necessario decidere tra una cosa a cui si è abituati, ed un’altra che ci piacerebbe conoscere.” e proprio la curiosità è stato l’innesco che ha acceso l’interesse di questo progetto verso un linguaggio musicale che fosse, nel contempo, differente, a tratti anche distante, da quelli già praticati in anni di carriera, ma anche figlio di quella storia e di quell’attitudine.

La vicenda narrata dalle dieci tracce parte da un’idea se vogliamo abbastanza classica ma che, più passa il tempo, più rischia di divenire, a vario titolo, reale: in un futuro post-apocalittico, privo di tecnologia e di corrente elettrica, la luce di una candela permette ad una lanterna magica di funzionare, ed un viandante si incarica di raccontare a chi si è salvato delle storie che possano preservare e trasmettere il senso dell’umanità. 

Ed è questa storia, scritta da Annalisa Boccardi a fare da cornice all’album, inserito all’interno di un libro illustrato da Dario Ballantini e pubblicato da Sillabe.

Coerentemente con l’idea che ha fatto nascere il progetto PASE, lo sviluppo musicale di questo lavoro non segue un percorso tradizionale, e lo si coglie sin dalla titletrack che introduce l’album, che si muove tra elettropop e suggestioni psichedeliche offrendo una narrazione il cui vago sapore onirico ben rappresenta lo scorrere del tempo; la differenza rispetto ai consueti racconti la fanno arrangiamenti e strutture musicali: gli intrecci delle chitarre in C’era una volta spalancano orizzonti smisurati, evocano mondi ai quali la fantasia dell’ascoltatore può fare assumere qualsiasi aspetto.

Mondonovo, dal termine veneziano che indica uno strumento ottico del precinema, è il risultato di un insieme di idee e forme d’arte scaturite dalla scoperta, fortuita, di un vetrino per lanterna magica, acquistato in un mercatino delle pulci.

Questa frase contenuta nel booklet allegato all’album raccoglie in sé la motivazione, il significato, e lo sviluppo di questo lavoro: un viaggio che, stimolato da una scoperta, si rinnova e diviene un viaggio successivo, un nuovo inizio, un’ennesima ricerca.

Time Capsule ben rappresenta il “mezzo” e lo incarna attraverso un sound che riporta alla mente la post-wave, gli Ultravox nella loro prima incarnazione e quell’alt-rock italiano (DenovoDiaframmaNeon…) di cui Fusario è stato fra i protagonisti.

Un salto nel passato per andare nel futuro, recuperare stili e sonorità per elaborarle e proiettarle in avanti: Orizzonte perduto è il punto di contatto fra elettropop e space-sound, il luogo in cui melodia ed elettronica si fondono ed alimentano il flusso del racconto, mentre la successiva Cibo degli Dei è sintesi tra profondità ed eleganza, spessore ed estetica, ovvero ciò che la musica dovrebbe rappresentare in linea di massima: suoni ricercati, arrangiamenti equilibrati, un andamento fluido ed accattivante, probabilmente il punto più alto dell’intero lavoro.

Il viaggio, come detto, il sogno, ma anche una velata malinconia, sono più o meno le direttrici lungo le quali si muovono i PASE con il loro Mondonovo, capaci però di mutare improvvisamente pelle trasportando l’ascoltatore, attraverso una straniante Cuspide, all’interno di una singolare miscela di rap, elettronica, e di una narrazione, anzi proprio di un cantato che, e non suoni bizzarro, ricorda in alcuni passaggi il primissimo Ramazzotti; quanto ad improvvisi cambi di atmosfera, ecco Elisir, la ballad che ci si può attendere ma proposta nella forma più congeniale al quartetto toscano, ovvero pop, delicato, ammaliante nell’andamento musicale, seducente nel testo.

Gran lavoro di chitarre ed elettronica, la voce di Bacchelli totalmente a proprio agio in ogni contesto, e con ogni testo, le frequenze basse che emergono, poi si nascondono, ma definiscono il suono, in un equilibrio totale: la cupa Nell’oscurità rappresenta il “dark side” dei PASE, anni ’80 fino al midollo, per chi li ha vissuti, ma assolutamente attuale per chi dovesse ascoltare, oggi, la band toscana, perché il concetto di canzone, con le sue dinamiche, non è affatto scomparso, per fortuna, ed Il Seme della Terra prosegue nel medesimo stile, soltanto maggiormente accelerato, propone sonorità più enfatiche ed una chitarra più elaborata cui fa da contraltare una parte ritmica ancora più asciutta; Livre des merveilles chiude degnamente questo ottimo lavoro grazie ad un sound oscuro, che sa di spazio profondo, di nuovi obbiettivi, di nuovi tragitti, e che invita davvero a “buttare l’occhio” molto in avanti, per vedere cosa c’è dopo.

Il nuovo viaggio pare davvero essere solo appena iniziato… 

(Baracca & Burattini B&B, 2023)

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