Arch Enemy – Deceivers

Sono proprio cambiati i rapporti tra i musicisti ed i loro fans: fino a non molto tempo fa gli album venivano scritti, registrati e prodotti nel segreto delle sale di registrazione, poco o nulla trapelava se non qualche informazione più o meno clandestina, il tutto fino alla pubblicazione di un paio di singoli al massimo, che precedeva di poco l’uscita dell’album; oggi le cose funzionano in maniera differente e la genesi di Deceivers, album in studio numero undici, terzo dell’era Alissa White-Gluz, realizzato dai melodic death metallers svedesi Arch Enemy, racconta di un lavoro cresciuto in un periodo lungo, più o meno quattro anni durante i quali la band ha raccontato, attraverso i social, i progressi dei singoli brani, descrivendone lo sviluppo e rilasciando non solo i singoli, ma anche i video dei medesimi quando non addirittura abbondante materiale riguardante i dietro le quinte in cui, oltre a tracce ed immagini, venivano rese note le impressioni e le valutazioni dei singoli musicisti sui lavori in corso. 

Il primo singolo, Deceivers Deceivers, è stato rilasciato il 21 Ottobre 2021, il quinto, In the Eye of the Storm, il 14 Luglio 2022: nel frattempo altre tre uscite, House of Mirrors, 9 Dicembre 2021, Handshake with Hell, 4 Febbraio 2022 e Sunset Over the Empire, 20 Maggio 2022; tre mesi prima rispetto all’uscita, metà dei brani era già presente in rete a dimostrazione di una metodologia di lavoro totalmente mutata in questi anni, e di cui la condivisione con il pubblico è diventata elemento distintivo.

Death metal melodico, ma anche sano heavy metal, qualche puntata power metal, accenni sinfonici, insomma un lavoro votato al desiderio, come evidenziato anche dalla gestazione, di entrare sempre più in sintonia con gli ascoltatori, catturando anche quei fans che il growl, insomma, lo hanno sempre visto con sospetto se non con fastidio, considerandolo un’esagerazione: le chitarre di Michael Amott e di Jeff Loomis, vere e proprie bocche da fuoco, sono in grado di esprimere progressioni melodiche che sfiorano il rock barocco mentre la sezione ritmica propone da protagonisti il batterista Daniel Erlandsson, impietoso, quasi spietato nel suo drumming, affiancato da un bassista, Sharlee D’Angelo che, sviluppato il suo stile attraverso la militanza in band come Mercyful FateDismemberKing Diamond e Witchery, va a formare un duo che fa di compattezza, precisione ed energia un biglietto da visita di tutto rispetto.

Davanti a loro, su di un ipotetico stage, colei che è diventata una vera e propria icona, vocale ed estetica, del metal moderno, la canadese Alissa White-Gluz, capelli blu elettrico che fanno già letteratura (metal), cantato scream con qualche apertura clean, ma soprattutto una presenza scenica importante, quel catalizzatore che anche nei video, curatissimi per quanto riguarda immagini ed ambientazioni, tiene incollati gli ascoltatori allo schermo: dal vivo, poi, una vera e propria furia in grado di esaltare, coinvolgere e tenere in pugno un pubblico, quello dei “metal kids”, che non chiede nulla di meglio che avere di fronte artisti capaci di alimentare questa empatia.

Certo, ci sono ancora i puristi che sognano l’era di Johan Liiva, cui si aggiungono i nostalgici della fase in cui, a guidare le danze, c’era Angela Gossow, ma è un fatto che la cantante nata a Montreal e cresciuta artisticamente con i The Agonist, sia ormai divenuta un riferimento musicale ed estetico preciso, che caratterizza la band nella sua forma attuale, e ne ha decisamente influenzato l’evoluzione.

Undici le tracce contenute in questo album, aperto da Handshake with Hell, in cui il cantato clean assume un ruolo importante, e che potrebbe anche preludere ad interessanti evoluzioni future, cui fanno seguito la title track, fra i brani più ruvidi e pesanti, In the Eye of the Storm, dall’apertura chiaramente epic-metal, brano decisamente eighties oriented che diverrà un must dal vivo, ed una interessante The Watcher, incursione nel folk ed altro tassello di un possibile futuro.

Questa contaminazione di stili che, dopo trent’anni di attività, non ha solo un senso ma anche una sua legittimità artistica, prosegue con Poisoned Arrow, una ballad che rimane quasi nascosta incendiandosi improvvisamente nel finale, poi con Sunset Over the Empire, che vede il basso protagonista in apertura e nel finale, ed ancora con House of Mirrors, il cui video dall’ambientazione gotica è sicuramente tra i migliori presentati dalla band; Spreading Black Wings torna sui binari dell’epic-metal e fa da preludio ad un brave strumentale, Mourning Star, in cui Amott e Loomis abbandonano per un attimo le loro sfuriate per concentrarsi su precisi incroci melodici che mostrano, a velocità più ragionevoli, armonizzazioni curate e ricche di pathos.

One Last Time conduce l’album verso la conclusione: voce che White-Gluz modula con timbri differenti, incluso un inusuale passaggio in spoken word, chitarre che lavorano ancora di fino, puntando ad una melodia che mette in secondo piano, ancora una volta, la velocità; si chiude con Exiled from Earth, in cui le tastiere, in primo piano, conferiscono al brano profondità spaziale ed atmosfere quasi horror.

Nati nel 1995 in quel di Halmstad, nel sud della Svezia, gli Arch Enemy si sono costruiti, passo dopo passo, uno stile ed una credibilità che hanno permesso loro di emergere all’interno del vastissimo panorama del metal nordico, sicuramente una delle scene musicali più prolifiche, ed in un certo senso più “intasate” di band, per lo meno dagli anni ’90 in poi; hanno attraversato tre fasi, nell’ambito della loro carriera, caratterizzate dalla presenza di vocalist dalla voce, e dalla personalità, decisamente importanti e molto definite, ed in questa loro terza incarnazione hanno svoltato, andando a cercare un pubblico più vasto, ampliando notevolmente anche il ventaglio delle proposte musicali; Deceivers li proietta in avanti, denota l’ambizione di staccarsi dal passato, senza peraltro volerlo assolutamente rinnegare, e la gran parte parte di un pubblico, notoriamente abbastanza integralista, pare proprio essere dalla loro parte.

(Century Media Records, 2022)

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