The Count Basie Orchestra Swings The Blues!

The Count Basie Orchestra è una delle più longeve istituzioni musicali degli Stati Uniti. Costituita dal suo fondatore, il pianista William James Basie detto Count, nel 1935 e sopravvissuta alla sua morte, avvenuta nel 1984, si distinse fin da subito per il jazz-blues swingato, impreziosito dal susseguirsi negli anni di grandi cantanti quali Big Joe Turner, Joe Williams, Jimmy Rushing, Frank Sinatra fino alle regine Billie Holiday e Ella Fitzgerald. John Hammond, il famoso scopritore di talenti, organizzatore e manager musicale, ingaggiò l’Orchestra per il primo, rivoluzionario, grande concerto “From Spirituals To Swing” del 23 dicembre 1938 alla Carnegie Hall, la cui vasta rilevanza ha dato seguito ad un secondo evento l’anno successivo. Per la prima volta, almeno per dimensioni e popolarità suscitate, musicisti neri e bianchi suonavano assieme la nuova musica in un percorso dalle origini, lo spiritual, fino a quella che era in quegli anni la modernità: lo swing. Uno spettacolo epocale, una tappa importantissima per l’integrazione tra bianchi e afroamericani, oggi non ancora del tutto compiuta. Occorre ricordare che a quel concerto avrebbe dovuto partecipare anche il principe dei bluesmen del Delta Robert Johnson, ma morì avvelenato in circostanze misteriose qualche mese prima. Nel 2023, ad 88 anni dalla fondazione, The Count Basie Orchestra, diretta dopo la scomparsa del fondatore da Scotty Barnhart, continua nella linea ideale che unisce il Delta del Mississippi con Kansas City, Chicago e New York, scegliendo per il blues il vestito buono delle grandi occasioni. Il progetto vede il coinvolgimento di grandi interpreti del genere che assumono il ruolo di mattatori della scena per la loro infinita autorevolezza, a partire dal novantenne Bobby Rush, fresco vincitore di Grammy, seguito da Buddy Guy, altra autentica icona vivente del blues, Charlie Musselwhite, armonicista e chitarrista eccelso, Keb’ Mo’, Robert Cray, Shemekia Copeland, George Benson, Carmen Bradford, Castro “Mr. Sipp” Coleman, Jamie Davis, Charlton Johnson, Bettye Lavette, Ledisi, Lauren Mitchell. Insomma, un parterre di tutto rispetto a disposizione dei maestri dell’Orchestra. Il risultato è un disco pimpante, solare, swingato, puro piacere per le orecchie e il cuore degli ascoltatori. Dodici le composizioni, dodici autentiche gemme della tradizione blues, arrangiate elegantemente da Andy Faber e Kris Johnson, che contengono ciascuna un’anima che pulsa sulle voci e gli strumenti dei solisti coinvolti. Let’s Have A Good Time (Castro “Mr. Sipp” Coleman), il primo brano, dà subito la misura della potenza dell’Orchestra: dai fiati a sottolineare il canto dell’autore, alla sezione ritmica incalzante e una deliziosa chitarra swing, tratto distintivo dell’intero disco. Bobby Rush non sembra avere i suoi splendidi novant’anni nel cantare in Boogie In The Dark (Emmett Ellis Jr.), per niente intimorito dalla veemenza boogie del pezzo, anzi dominandone l’incedere fin dalle prime note con l’autorevolezza della lunga esperienza, regalando un assolo all’armonica di una bellezza ammaliante. I’m A Woman (Koko Taylor, Bo Diddley), brano iconico (ma lo sono tutte le canzoni selezionate per questo progetto!), rappresenta una delle dimostrazioni di affrancamento del mondo femminile dal dominio maschile. Koko Taylor “corresse” il testo originale scritto da Bo Diddley modificandone il genere. Shemekia Copeland non fa rimpiangere la voce della Taylor e la chitarra di Buddy Guy svisa alla grande assieme all’armonica di Charlie Musselwhite, impreziosendo il lavoro già straordinario dell’Orchestra. Down Home Blues (George Jackson) è un brano elegante, cantato in duetto da Keb’ Mo’ e Lauren Mitchell, con voci che si amalgamano perfettamente e colorano di soul il blues. Keb’ Mo’ per l’occasione imbraccia la chitarra, regalandoci un saggio di bravura e classe nell’assolo. La traccia successiva è la strumentale The Patton Basie Shuffle, una composizione del Band Leader Scotty Barnhart. Si apprezzano in questo brano dallo stile shuffle la versatilità e la maestria degli orchestrali, in particolare la chitarra solista di Charlton Johnson, il pianoforte di Glen Pearson, il trombone di Mark William e la tromba del leader. Una introduzione di chitarra elettrica suonata da Mr. Sipp annuncia la sesta traccia, Dirty Mississippi Blues (Castro “Mr. Sipp” Coleman), un classico blues dal profumo di quel sacro fango, tanto fecondo quanto faticoso da vivere. La celeberrima Stormy Monday (T-Bone Walker) è arrangiata in puro stile swing, cantata dalla voce appena roca di Betty LaVette. Un altro classico reso intrigante dalla rielaborazione jazzata impressa dall’Orchestra con risultati molto interessanti e piacevoli all’ascolto, anche per l’assolo al sax tenore di Doug Lawrence. Stessa eleganza che si apprezza nella successiva The Midnight Hour (Sam Sweet), non a caso con Robert Cray, il soul-bluesman per eccellenza alla voce e chitarra. Il brano ci ricorda con malinconia il genio di Ray Charles che l’aveva registrato nel 1952. Chiudete gli occhi e ascoltando vi immaginerete all’interno di uno dei locali eleganti, ritrovi delle notti di Chicago, New York o Kansas City, in tait bianco e lustrini a mascherare per un po’ la fatica del vivere, affogandola nel bourbon. Identica l’atmosfera che si respira in Evil Gal Blues (Leonard Feather, Lionel Hampton). La bella voce di Ledisi, cantante jazz e Rythm and Blues, dialoga con i fiati dell’Orchestra, in particolare con il tenorsassofonista Doug Lawrence, conferendo al brano sincopato una potenza notevole. Una composizione di Muddy Waters non poteva mancare nelle tracce selezionate per questo bel cd, ed ecco servita Look What You’ve Done. La voce è di Jamie Davis, assiduo collaboratore dell’Orchestra in numerose occasioni, che con stile da crooner navigato esalta l’arrangiamento swing nel quale i fiati costruiscono un amalgama musicale ottimale per la chitarra di Mr. Sipp, che si esalta in un bell’assolo. Just For A Thrill (Lil Armstrong, Don Raye) è un brano dall’atmosfera rarefatta, bluesy, ben cantato da Carmen Bradford, ottima interprete jazz. L’Orchestra dimostra ancora una volta la piena consapevolezza della sua potenza evocativa nel proporre musiche senza tempo, ma ancora colme di significati e messaggi da consegnare alle nuove generazioni di musicisti. Per l’ultima traccia del CD l’Orchestra si prende lo spazio tutto per sé, interpretando uno scoppiettante brano di bop swing, Rock Candy (Jack McDuff) nel quale emerge il solo alla chitarra di George Benson, ma anche la tromba di Scotty Barnhard, i sax tenori di Doug Miller e Doug Lawrence e l’Hammond B3 di Bobby Floyd. Una prova di grande classe dei componenti dell’Orchestra che si lasciano trasportare nel vortice delle note blue dalle forti venature jazz e swing. Il CD “The Count Basie Orchestra Swings The Blues”, dalla confezione impreziosita da un libretto completo di foto e note, ci riporta al periodo d’oro delle grandi orchestre jazz negli anni ’30 e ’40 del secolo scorso, ma conferma vieppiù che la collaborazione con i maestri della musica che più ci piace, dal blues al Jazz, allo swing, rende piacevolmente attuale e didattico il suo ascolto.

The Count Basie Orchestra Swings The Blues! (Candid – 2023)

Le Tracce:

1 – Let’s Have A Good Time – feat. Castro “Mr. Sipp” Coleman;

2 – Boogie In The Dark – feat. Bobby Rush;

3 – I’m A Woman – feat. Shemekia Copeland, Buddy Guy, Charlie Musselwhite;

4 – Down Home Blues – feat. Keb’ Mo’, Lauren Mitchell;

5 – The Patton Basie Shuffle – feat. Charlton Johnson;

6 – Dirty Mississippi Blues – feat. Castro “Mr. Sipp” Coleman;

7 – Stormy Monday – feat. Bettye Lavette;

8 – The Midnight Hour – feat. Robert Cray;

9 – Evil Gal Blues – feat. Ledisi;

10 – Look What You’ve Done – feat. Jamie Davis;

11 – Just For A Thrill – feat. Carmen Bradford;

12 – Rock Candy – feat. George Benson

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