Moot The Hoople – Waterlow (vs. I Nomadi – Suoni)

Waterlow dei Moot The Hoople è un brano del 1971 contenuto nell’album Wildlife pubblicato  in Inghilterra il 19 Marzo 1971 (Island Records – ILPS 9144) e in USA dalla Atlantic (Atlantic SD 8284). Gli  inglesi, Moot The Hoople, sono una band che nasce dalle ceneri del Doc Thomas Group  con all’attivo un album registrato in Italia (genere rhythm and blues con cover di brani come Harlem Shuffle, Shake di Sam CookeTalking Of My Baby di Curtis Mayfield) edito dalla Interrecord (Interrecord I-LP 280, Edizioni Discografiche Bruber- Milano) in vinile nel gennaio del 1967 ed in seguito negli anni  ristampato e reperibile in CD in tre versioni :

  1. Doc Thomas Group (On Sale Music, 52 OSM 029, pubblicato in Italia nel Febbraio 1998 in edizione limitiata)
  2. Doc Thomas Group – Plus Shotgun Eyes By The Silence (Angel Air Records – SJPCD 020, pubblicato nel Regno Unito)
  3. Doc Thomas Group (AKARMA Records, AK 181, pubblicato in Italia)

La formazione dei Doc Thomas Group versione italica è la seguente: Pete Watts (basso), Dave Tedstone (chitarra), Mike Ralphs (chitarra), Stan Tippins (cantante) e infine Bob Hall (batteria).

Rientrati in Inghilterra, con alcuni cambiamenti di formazione e con l’aggiunta di Ian Hunter, frontman e autore di questa canzone il Doc Thomas Group cambia il nome nei più famosi Mott The Hoople. Nel loro terzo album Wildlife,  che raggiungerà la 44° posizione nelle charts di vendita in UK, la band è così composta: Ian Hunter (piano e voce), Mick Ralphs (chitarra e voce, ex Doc Thomas Group poi nei Bad Company), Overand Watts (basso), Verden Allen (organo) e Buffin alias Terence Dale Griffin (batteria). In un brano dell’ellepì Lay Down ai cori c’è anche Stan Tippins ex cantante dei Doc Thomas Group.

Provate ad ascoltare Waterlow e forse “vi ritornerà in mente” la canzone Suoni del 1971, brano firmato da Carlo Contini, Beppe Carletti e con retro Vola (Columbia – EMI Italiana,  3 C 006- 17796) incisa successivamente – anche se nello stesso anno – degli italiani I Nomadi, dove tra l’altro Ian Hunter non viene citato tra gli autori del brano in questione.

Grazie a Giorgio Santello per l’ispirazione.

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