L’ORAGE LIVE Vol.1

La storia (musicale) è piena di dischi dal vivo considerati iconici e che ogni amante della musica dovrebbe non solo possedere ma anche conoscere a menadito. Quest’oggi pur non parlando di quella categoria vi consiglio un disco live che è indubbiamente meritevole della vostra attenzione, Live Vol.1 dei valdostani L’Orage.

La formazione è capitanata dal terzetto formato da Alberto Visconti (voce, chitarra, cassa) e dai fratelli Boniface: Rémy (violino, organetto diatonico, ghironda e voce) e Vincent (clarinetto, organetto diatonico, flauti, sassofono, cornamusa, percussioni voce) ed è coadiuvata da Florian Bua (cajon, shakers) con loro, a fasi alterne, dal lontano 2009.

La registrazione dell’album risale al 7 novembre 2022 a Torino presso lo studio Blumusica ed è composta da venti brani, di cui quattro vanno a realizzare una sorta di suite. Come spesso accade con questo gruppo ci troviamo dinanzi ad una strumentazione decisamente “particolare”, in questo caso un organetto del 1829 ed un sassofono del 1846.

Ma veniamo ai brani. Diciamo subito che le venti tracce non sono tutte autografe della band, tra queste Welcome Refugees che fa parte del repertorio solista del Visconti, Crêuza de mä di De André, Pasqualino Marajà di Domenico Modugno, Vieni a ballare in Puglia di Caparezza, I want to break free dei Queen, Norwegian Wood dei Beatles, Where did you sleep last night del bluesman Lead Belly (che molti ricorderanno per la versione fatta dai Nirvana), Chanson pour l’auvergnat di Georges Brassens, Couleur Café di Serge Gainsbourg e infine il traditional La chanson du Grand Gorret.

All’ascolto viene subito da pensare che ai L’Orage, con questo disco, piace vincere facile perchè la dimensione live per loro è indubbiamente come un abito da sartoria che sanno calzano alla perfezione. La comunicabilità e la capacità di trascinare il pubblico (due doti che non sono sempre scontate anche per professionisti del mestiere, come lo sono i nostri) si evincono sin dai primi momenti di ascolto del CD. La cosa interessante è che lo stesso avviene tra l’altro anche con i brani non autografi, interpretati in modo del tutto personale (un esempio su tutti la “balcanica” Pasqualino Marajà).

Un disco consigliato sia ai fans (e sono tanti) della band che a tutti coloro che vogliono conoscere uno dei gruppi italiani più interessanti che abbiamo.

(Autoprodotto, 2022)

Tracklist:

1) Creuza de ma – (F. De André, M. Pagani)
2) Pasqualino Marajà (D. Modugno)
3) Il Mare in mezzo (A. Visconti, R. Boniface, V. Boniface)
4) I Piedi più Belli del Mondo (A. Visconti, R. Boniface, V. Boniface)
5) Couleur Café (S. Gainsbourg)
6) Il venait d’avoir 18 ans (P. Sevran, S. Lebrail, P. Auriat, J. Bouchéty)
7) Chanson pour l’auvergnat (G.Brassens)
8) Norwegian Wood (J. Lennon, P. McCartney)
9) Where did you sleep last night (In the Pines) (H. Leadbetter)
10) La Chanson du Grand Gorret (Trad.)
11) Il Kinotto (A. Visconti, R. Boniface, V. Boniface)
12) I want to break free (J. Deacon)
13) Vieni a ballare in Puglia (Caparezza)
14) Suite – Le Vent nous portera (Noir Désir)
15) Plus rien ne m’étonne (T. J. Fakoly)
16) Welcome Refugees (A. Visconti)
17) Giugno (A. Visconti, R. Boniface, V. Boniface)
15) A Loreley (A. Visconti, R. Boniface, V. Boniface)
16) Queste Ferite sono Verdi (D. Voltolini, A. Visconti, R. Boniface, V. Boniface)
17) Come una Festa (A. Visconti, R. Boniface, V. Boniface)

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