I figli dello stupore – La beat generation italiana

(Maurizio Galli – 17 dicembre 2019)

Tutti scrivevano, ragazzi che non sapevano nemmeno leggere, scrivevano poesie” (cit. Gianni Milano).

Si dice che il primo amore non si scorda mai… e io ricordo ancora la folgorazione da adolescente con in mano una copia di “Poesie degli ultimi americani”, un’antologia curata da Fernanda Pivano e pubblicata da Feltrinelli nel 1964.
Allen Ginsberg, Gregory Corso, Lawrence Ferlinghetti a indicare la strada ai cosiddetti capelloni, Era la nascita della beat generation italiana e della poesia beat.

E io? Ancora una volta arrivavo troppo tardi. Tutto era già finito.

Fortunatamente I figli dello stupore. La beat generation italiana, un progetto di Alessandro Manca, riprende quel filo del discorso.

Parlare di ‘beat’ italiano significa in primis entrare in un territorio minato. Sminarlo è il primo compito. – Alessandro Manca

Un libro e un film documentario, primi nel loro genere, che vanno a colmare una lacuna di cinquant’anni. I figli dello stupore offre una panoramica articolata e documentata della poesia underground italiana e del contesto nella quale si è sviluppata.
Un fiore formato da 312 petali, tante sono le pagine del libro che racchiude la prima antologia di poesia beat italiana. Una sorta di continuum del progetto che Fernanda Pivano abbandonò alla fine degli anni ’60.
I figli dello stupore è anche un film documentario – realizzato da Francesco Tabarelli – che indaga, con iterventi di alcuni dei protagonisti dell’epoca, l’influenza della letteratura beat americana sullo stile di vita e la scrittura dei giovani italiani dalla fine degli anni ’50 agli anni ’70 del secolo scorso.

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