Dispatch: quando la musica diventa impegno sociale

(Raffaella Mezzanzanica – 17 dicembre 2019)

Il 10 dicembre scorso si è celebrata la “Giornata Internazionale dei Diritti Umani”. Proprio per ricordare l’importanza di questo giorno, alcuni artisti hanno scelto di pubblicare dei brani a tema sociale.

I Dispatch, band indie/roots, originaria di Middlebury, Vermont, i cui membri sono da sempre attenti a temi e problemi sociali, già tempo fa e precisamente nel 2007, avevano pubblicato un brano “Elias”, scritto da Chad Urmston, voce e chitarra, da cui è stato creato un fondo, “The Elias Fund”, il cui obiettivo è aiutare e supportare i giovani dello Zimbabwe, attraverso progetti educativi. Il brano rappresentava il frutto dell’esperienza personale di Chad in Zimbabwe. Ne è successivamente nato anche un concerto al Madison Square Garden di New York, da cui è stato tratto un DVD e tutti i proventi derivanti dalla vendita dei biglietti sono stati devoluti in beneficenza.

Proprio nella “Giornata Internazionale dei Diritti Umani” i Dispatch hanno pubblicato “Year of the Woman”, un brano che celebra l’universo femminile, prendendo spunto dalla vicenda di Christine Blasey Ford, la donna che con coraggio, ha denunciato per molestie il giudice della Corte Suprema americana Brett Kavanaugh.

Nel video vengono proposte immagini di donne che, nel corso degli anni, hanno avuto un grande impatto su diverse tematiche sociali, da Malala Yousafzai, Premio Nobel per la Pace 2014 a Greta Thunberg, TIME Person of the Year 2019. A queste si uniscono immagini di movimenti di protesta femminili.

“But it’s the year of, the year of the woman/It’s about time for the world to see/Men have been pushing the ivy oppression/Hiding away on the tree-lined street”. 

Il testo è stato scritto sulla base delle ricostruzioni di ciò che i membri della band hanno imparato dalle storie di donne che hanno avuto il coraggio di denunciare gli abusi subiti. Ma non solo. Il video che accompagna l’uscita del brano è diretto e prodotto da Genéa Gaudet, regista che, attraverso le sue opere esplora la sessualità, la parità di genere e le relazioni. E’ stato definito: “A protest video for a protest song”.

Il 2019 è stato sicuramente un anno in cui le donne hanno avuto un grande impatto. La speranza è che sia solo l’inizio di un cambio di tendenza.

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