Ossi – Ossi

Iniziamo parlando dei due protagonisti di questo progetto ovvero il fiorentino Vittorio Nistri ed il pisano Simone Tilli, amici da una vita, e che hanno iniziato a lavorarci già parecchi anni fa, ma lo hanno fatto sottotraccia, senza avere un programma o delle scadenze precise (anzi, a detta loro, proprio “nei ritagli di tempo”) e soprattutto senza farne assolutamente parola con nessuno, in particolar modo sui social, tant’è che l’annuncio di questa nuova uscita discografica ha colto tutti di sorpresa.

Già membri dei Deadburger (Alessandro Casini chitarra, vibroplettri, graphics, Vittorio Nistri, elettronica, tastiere, manipolazioni sonore, Simone Tilli, voce, tromba e Carlo Sciannameo, basso), che hanno sviluppato a partire dalla metà degli anni ’90 un interessante interpolazione tra rock ed elettronica, alla quale si sono aggiunte, negli anni, variazioni e derive jazz, psichedeliche, sino ad un approccio più cantautorale ed acustico, supportati come sempre dall’etichetta Snowdonia Dischi, i due protagonisti di Ossi hanno costruito, pezzo per pezzo, un’idea di garage rock psichedelico, all’interno della quale non solo hanno riversato trent’anni e passa di esperienze musicali, ma le hanno riviste alla luce del loro attuale modo di leggere la musica, e la realtà che li circonda (o li opprime, a seconda dei punti di vista…)

Dopodichè, per creare atmosfere psichedeliche ci vogliono gli ingredienti ovvero i musicisti ed i suoni giusti che, innestati sulle idee giuste, creano un puzzle sonoro composito, originale, ricchissimo di stimoli e di sollecitazioni per l’ascoltatore.

Ed ecco allora che a Vittorio Nistri, concentrato su ciò che riguarda l’elettronica, loops, filtri, campionamenti e ovviamente sintetizzatori, ed a Simone Tilli, che “comunica” attraverso voci, cori, loops vocali e suoni figli della loopstation, ci sono tre fondamentali compagni di viaggio che hanno “rivestito” Ossi con un approccio strumentale mirato e cinque ospiti che hanno arricchito una torta già molto saporita: Andrea Appino (Zen Circus) e Dome La Muerte (Not Moving), con le loro chitarre acide, folk-punk e garage-punk, mix deflagrante per timbriche integrazione e dialogo, e poi Bruno Dorella, percussioni, strumentazione e ritmiche essenziali, ma una dinamica esplosiva, partner ideali per sviluppare le idee; ad essi si aggiungono Silvio Brambilla, batteria acid-jazz nella suite Out Demons OutRoberto Pieralli, ed i suoi interventi all’armonica, Carlo Sciannameo, basso acustico nei passaggi più folk, Claudio Macchia ed Alessandro Casini, chitarre addizionali.

Geniale l’uso delle voci, anche di quelle altrui pescate nella stretta attualità, riconoscibilissime e che, rivestite da suoni taglienti, paiono quasi credibili malgrado esprimano concetti pressochè surreali.

Il “lato A” di Ossi contiene una serie di narrazioni che paiono inventate, ma che sono cronaca: Ventriloquist Rock, la messa in musica di quel pesante disagio ideologico che vive di rabbia ed insulti, di cui Freak Antoni andrebbe davvero orgoglioso, Ricariche è un “folk and roll” elettronico in chiave tecnologica, testualmente tanto semplice quanto sottile, Hasta la Sconfitta Siempre una sorta di soddisfatta autocritica ideologica, come farsi del male, ma con un certo compiacimento e con quell’armonica che getta lì suoni off-road, Toy Boy la constatazione, ironica ed amara nel contempo, che l’edonismo e la superficialità non sono mai andati via ma hanno solo cambiato aspetto; la suite Out Demons Out che chiude la facciata è l’apoteosi del surreale, sette frammenti di una realtà comunicativa che arriva a chiunque, ma che in molti non sono davvero in grado di interpretare: i demoni narrati possono essere le informazioni in entrata, oppure le “riflessioni” in uscita, ciò che le menti, anzitutto le più semplici, riescono ad elaborare, creando il più delle volte dei mostri ancora peggiori.

In continuità con una tradizione punk-rock spesso liquidata come “demenziale”, Nistri Tilli ed i loro soci mettono a nudo, rivestendole con suoni assolutamente di livello, le bassezze, le povertà intellettuali, le superficialità di cui siamo circondati, delle quali si può ridere ma anche piangere, vista la diffusione, ed il “lato B” prosegue questa sorta di analisi/autoanalisi sociale: Monk Time, acoustic-speed-punk ridotto all’osso, affonda il coltello nella piaga dell’ignoranza, vero leit-motiv dell’album, al punto da far sorgere la legittima domanda sul fatto che certi personaggi esistano davvero, Miss Tendopoli descrive con impietoso realismo, mascherato da una sorta di leggerezza sonora, il disagio urbano, l’esclusione come metodo di selezione sociale, Naturalmente non possiamo pagarti, cassa in quattro e chitarre acide, dice tutto nel titolo, narrazione riguardante il lavoro efficace nel proprio essere diretta e lapidaria, vera e propria sassata verso l’ottimismo “smart e cool” di certi ambienti.

Lei è Grunge, Lui Urban Cowboy, ritmica lineare, una storia d’amore sgangherata e fuori dal mondo, un romanticismo di fondo che nasce dalla esibita marginalità di due soggetti che i più definirebbero “out”, O Pisciaturu, la riscrittura punk di un possibile brano folk, fa il verso alla tradizione dialettale, mescola divagazioni sociolinguistiche a rapidi passaggi sociopolitici, da cogliere con attenzione.

La suite di questa facciata, Per sollevare il Morale del Capo/Ossi di Coda, è un potpourri di eleganti nonsense e feroci stilettate scanditi da un drumming percussivo, mentre la conclusiva Navarre, tratta da una vicenda di cronaca vera, è il paradossale lampo di normalità che fa seguito alla serie di deliri attraverso i quali Ossi ha condotto l’ascoltatore; lo scheletrino, opera di Andrea Pazienza, che monopolizza la copertina, è in fondo la sintesi di tutto il lavoro: “ridendo e scherzando, guardate come ci siamo ridotti”, constatazione del fatto che, nonostante tutto, siamo qui, seppur in contesti complicati, e ci possiamo ancora permettere di fare dell’ironia sulla nostra condizione.

Profondità di idee unita a commenti sonori asciutti, essenziali, due apparenti opposti che si attraggono irresistibilmente e deflagrano insieme, lasciando intorno a sé un acre odore di sbigottimento: “Una risata vi seppellirà”, diceva Michail Bakunin… si, ma dove, quando, e soprattutto come???

(Snowdonia Dischi/Audioglobe, 2022)

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