Muddy Waters “I’m your hoochie coochie man” Willie Dixon , l’uomo dietro a grandi successi

(Nik Maffi – 10 settembre 2019)

Finalmente dopo anni di ricerca sono riuscito a trovare una copia degna e accettabile di questa pietra miliare della musica blues, sto parlando di Hoochie Coochie Man (Chess Records, COL03468, 1954) di Muddy Waters (nato McKinley Morganfield, Rolling Fork, 4 aprile 1913 – Westmont, 30 aprile 1983), la copia in mio possesso è una stampa risalente al decennio  successivo in quanto le prime stampe del singolo sono difficili da reperire e non è detto che siano sempre in buone condizioni, mi posso ritenere soddisfatto di aver trovato una buona copia ad un prezzo accessibile, intorno ai 10 dollari.

Dietro a questo e ad altri grandi pezzi della prima epoca del blues elettrico di Chicago, si cela la figura imponente di Willie Dixon (William James Dixon, Vicksburg, 1 luglio 1915 – Burbank, 29 gennaio 1992), facciamo allora un piccolo excursus di questo grande musicista e del pezzo in questione.

Ci viene in aiuto un grande tomo uscito in origine nel 1981 negli States e stampato con “leggero” ritardo lo scorso anno in Italia, stiamo parlando di Deep Blues dello studioso/giornalista Robert Palmer, editor di Rolling Stone, critico per il New York Times, insegnante di etnomusicologia per Brooklin College,Yale ed altre importanti università americane.

Dixon, un omone espansivo coetaneo di Waters nasce a Vicksburg. Mississippi il 1 luglio del 1915, assieme a tredici fratelli fa la spola tra la cittadina natale e la Windy city. Da giovane si esibisce come cantante di spirituals e pratica l’arte del boxeur come peso massimo, ritornato in pianta stabile a Chicago dove decide di dedicarsi a tempo pieno alla musica – al contrabbasso.

Durante gli anni ’40 suona con band popolari da club eleganti, chiamate Five Breezes e Big Three Trio, così quando iniziarono a prevalere nelle sale di registrazione di Chicago stili più rurali e crudi all’inizio dei ’50, si adattò più facilmente essendo musicista di grande esperienza.

Amico di Waters fin dagli anni ’30, ai primi del 1954 si presenta con un pezzo che ritiene adatto a lui, il pezzo è per l’appunto Hoochie Coochie Man; i due erano già stati in studio insieme il 7 gennaio del 1954 e durante quelle session avevano registrato Just Make Love To Me, che però uscì solo dopo il successo di Hoochie Coochie Man.

Leonard Chess (Lejzor Czyz, Motal, 12 marzo 1917 – Chicago, 16 ottobre 1969) già utilizzava Dixon come bassista per molte session, ma fu solo dopo il successo di Waters che iniziarono a registrare stabilmente in team.

Facciamo ora una piccola analisi tecnica: i dischi di Waters a firma Dixon usavano un particolare riff chiamato Stop-Time che la band suonava all’unisono, riff già usati nel jazz e amati dal giovane Ray Charles che li userà per i suoi primi trionfi con il suo nuovo stile R&B con reminiscenze gospel.

Willie Dixon diede a Waters un repertorio di pezzi da applauso e trasformò il suo magnetismo personale in una immagine vendibile, lo stregone vudù da camera da letto.

Di Hoochie Coochie Man ne esistono altre interpretazioni fatte da grandi nomi del rock, ma a mio parere la potenza della versione originale rimane insuperata, il merito ovviamente va al grande talento del padre del blues di Chicago e alla sua grande capacità interpretativa.

Visi pallidi inginocchiatevi davanti alla coppia Waters/Dixon, sento in lontananza le orecchie di Jimmy Page che stanno fischiando….

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