Lo Greco Bros. – The Man with the Horn/New One

(Andrea Romeo – 7 gennaio 2019)

Enzo e Gianni Lo Greco, che i più conoscono certamente sotto la denominazione di Lo Greco Bros., sono quasi un’istituzione, nell’ambito del jazz e della fusion italiana, e questo perché, la loro presenza ed il loro lavoro, in oltre trent’anni di carriera, ha rappresentato e rappresenta un capitolo musicale felicissimo e fecondo; collaborazioni, fra le molte, con Brian Auger, Ray Charles, Stevie Wonder, Elton John, Jobim, Lalo Schifrin, Dee Dee Bridgewater, Nicola Conte, Rosalia De Souza, Gerardo Frisina, molte produzioni importanti, fra le quali spicca certamente This Is What You Are, interpretata da Mario Biondi, ma soprattutto due incontri, di quelli che ti segnano, non soltanto la vita, ma anche la carriera, ovvero quelli con Chet Baker e, negli anni ’90, con Miles Davis.

The Man with the Horn/New One, il titolo del loro album, è infatti un chiaro riferimento, ed un tributo, allo storico lavoro di Miles Davis, uscito nel 1981, ed è dunque una sorta di elogio della tromba, realizzato anche grazie a Sebastian Studnitzky, Hendrickson Mena e Francesco Manzoni, i tre trombettisti coinvolti nella sua realizzazione.

Enzo Lo Greco, sempre affiancato dal fratello Gianni, con cui costituisce una coppia ritmica affiatatissima, ha attraversato differenti fasi musicali, nella sua carriera; nati come jazzisti, hanno vissuto negli anni ’80, un interessante periodo “fusion”, segnato dall’album Up Trio, realizzato insieme a Massimo Colombo, Flavio Boltro e Candelo Cabezas, che resta a tutt’oggi uno dei lavori italiani più interessanti di quel periodo.
Poi il ritorno al jazz e, per Enzo, il ritorno al contrabbasso, il suo grande amore, come strumento principale; molte esperienze, in trio ed in quintetto, ma più recentemente in quartetto, affiancati in questo lavoro dai pianisti Antonio Zambrini e Simone Daclon, una formazione che, probabilmente, riesce meglio di altre ad esaltarne le qualità.
Molti anni di lavoro, passati principalmente all’estero, soprattutto nel momento in cui, in Italia, suonare dal vivo, generi di questo tipo, era diventato abbastanza problematico, innanzitutto in una piazza come Milano, che era, ed è, la loro città, e che li aveva visti protagonisti di innumerevoli serate negli, allora, numerosi locali (Capolinea, Tangram, Le Scimmie, Il Grillo Parlante, Riverside…), in cui si poteva ascoltare musica dal vivo, la maggior parte dei quali è ormai tristemente scomparsa dai radar della “nightlife” milanese; fortunatamente ne sono nati, anche se pochi, alcuni altri, qualcosa si muove, forse, ed allora i due fratelli si sono riaffacciati nell’area meneghina per saggiare quel che succede.

Con questo lavoro, mettono a punto il loro progetto di quartetto aperto, in cui attorno alla base ritmica ruotano differenti musicisti ai quali è richiesto di offrire la loro personale e differente interpretazione dei brani: in questo modo, anche all’interno del medesimo lavoro, si trovano approcci eterogenei, stili dissimili, in modo da offrire all’ascoltatore una visione caleidoscopica dei brani, tutti composti, in questo album, dal bassista e contrabbassista.
Da quest’album in poi, si è consolidata la collaborazione con il pianista Antonio Zambrini, mentre ai fiati è apparsa all’orizzonte la figura, importante, di Germano Zenga al sax tenore, ennesima evoluzione, ulteriore sviluppo per le ambizioni musicali dei fratelli “ritmici” Lo Greco.

Ovviamente, il futuro, è ancora tutto da scrivere, fondamentalmente su un pentagramma; per ora vale la pena di accomodarsi, prendersi tempo, ed ascoltare un album lieve, rilassato e rilassante, che si sposa in maniera naturale con le brume dell’autunno…

(IRMA Records, 2018)

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