Strawberry Alarm Clock “Incense and Peppermint”…. The Omer Simpson trip…

(Nik Maffi – 22 ottobre 2019)

In una puntata dei Simpson, Homer in crisi mistica si fa prescrivere dal dottor Hibbert una cura a base di marijuana. Tornato a casa mette subito in pratica la cura. Marge e figli ad un certo punto sentono un odore di fumo, lo seguono fino alla stanza di Homer e, aprendo la porta della stanza dove si era rifugiato, entrano in un mondo psichedelico. Un mondo in perfetto stile sixties con colonna sonora di questi frame Incense and Peppermints degli Strawberry Alarm Clock.

Singolo uscito da una nuvola di patchouli, in un negozio di dischi in Bold Street a Liverpool, durante il mio pellegrinaggio nella Medugorje di noi fedeli al culto dei Fab Four. Un 45 giri con una label colorata in stile op 60’s, copia numero 55018 UNI RECORDS, la ricerca via Discogs però, per scoprire il numero di catalogo va fatta usando il numero di run out 68468, stampato lateralmente alla label centrale; uscito il 19 maggio del 1967, raggiunse la prima posizione di Billboard nello stesso anno.

Band originaria della zona di Los Angeles, composta da: Lee Freeman (voce chitarra), Ed King (chitarra, nei Lynyrd  Skynyrd dal 1972 al 1975 e dal 1987 al 1996), Gene Gunnels (drums), Mike Luciano, parente di Lucky Luciano, al tamburello! Steve Rabe (chitarra solista) e George Bunnel (basso). E’ proprio Bunnel l’autore delle liriche della band, ed è proprio alle liriche, aiutandomi con un incenso acceso nel salotto di casa per avere ispirazione ed entrare nella parte del tipico freak, avendo sul tavolino in salotto una copia de L’ Uuomoa una dimensione di Marcuse edizioni Einaudi datata 1968, tipica lettura dell’epoca freak – divago chiedo venia – dicevo, proprio alle liriche porgo l’occhio, perché contengono riferimenti espliciti alla moda e al pensiero dell’era dell’acquario.

Testo: “Good sense innocence, crippling mankind“, innocence, innocenza il ritorno alle origini della società pre industriale, una delle letture tipiche degli hippies, Alice In Wonderland, di Lewis Carroll, un classico dell’infanzia. “Dead kings many things i can’t define, occasions persuasions clutter your mind“, qui entriamo in un trip, dove lo scrittore del testo mostra di osservare cosa gli gira intorno, il popolo del Sunset Strip della Los Angeles dell’epoca, “Incense and peppermints the color of time“, giovani vestiti a colori optical, in cerca di sballo acido , “who cares , what games we choose , little to win but nothing to lose” , i giovani cercavano una loro prospettiva, un mondo diverso fuori dall’imposizione del white collar americano, tutto ufficio casa, ufficio casa, produci consuma crepa, inascoltato dalla borghesia, infatti dice:  A chi importa che gioco scegliamo, al capitalismo sfrenato tipico della società yankee, avendola visitata da poco posso confermare che la società americana  è ancora così arroccata ai suoi valori turbocapitalist! …e cerca ancora di imporli al mondo.
Incense and peppermint meaningless nouns , turn in tune in turn your eyes around ” qui si cita il motto di Timothy Francis Leary, il guru dell’ acido lisergico, turn on  tune in drop out, i drop out boys, accenditi, sintonizzati e abbandona la città, per la tua comune in campagna, dove crearti una società autogestita, che in alcuni casi creerà piccole comunità modello di autosostentamento , antenate delle nostre aziende agricole bio, il km zero di cui tanto si parla, ma in alcuni casi sfocerà’ nei casi Manson Family!
Ritornello: “Look at yourself “ripetuto due volte. “To divide this cockeyed world in two, throw your pride to one side, beatnicks and politics nothing is new“, dal ritornello in poi, lo sguardo si rivolge al se stesso, dice:  per dividere questo mondo in due butta da parte il tuo orgoglio  perché beatnicks e politici ci sono sempre stati, una lotta che dura da sempre , lo sfruttato e lo sfruttatore, il ricco e il povero, “yardstick of lunatics, one point of view, who cares what game we choose , little to win nothing to lose“, a chi importa a noi giovani cosa scegliamo, protestiamo contro  e ci sparano contro, vogliamo un presidente più giusto, Robert Kennedy e gli sparano, vogliamo un reverendo che ci aiuti ad avere un mondo più tollerante dove non esistano più muri tra blacks and white e gli sparano, Reverend M. L. King!…

Ho delirato abbastanza? …è possibile che da un testo di una canzoncina pop del 1967 si possano estrapolare tanti riferimenti? …il nome della band mica sarà un omaggio a Strawberry Fields Forever?

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