Aspettando qualcosa – Carlo Ozzella

(Angelo Cabiati)

Certamente il lockdown causato dalla pandemia ha creato moltissimi problemi al settore dello spettacolo ma, paradossalmente, è stato un motivo di ispirazione per moltissimi artisti. Questa è stata la base dell’ultimo lavoro di Carlo Ozzella, un EP dal titolo “Aspettando qualcosa” appena uscito negli store digitali.

Il rimanere per lungo tempo in ambienti chiusi, lontano dai palchi, ha determinato la possibilità, o per meglio dire la necessità, di guardarsi dentro permettendo così di dare, ancora di più, voce alla propria sensibilità, di dare ancora spazio all’introspezione non fine a se stessa ma applicata anche alla vita e al mondo circostante.
Questo “modus operandi” è ben descritto dallo stesso Ozzella quando introduce questo lavoro con le seguenti parole: “Le canzoni di “Aspettando Qualcosa” sono nate così. A tarda sera, nel silenzio e nella penombra. Strappando ogni parola al vuoto e alla notte intorno. Canzoni di buio e di luci“.

A dire il vero questa è sempre stata la base del lavoro di questo cantautore sempre molto attento alla realtà che sa tradurre in musica e parole le emozioni, le paure, le speranze che la vita porta sempre con sé. Qui mi viene subito un accostamento diretto con il suo precedente CD (del 2017) “Demoni” che già dalla copertina riportava ad un senso di solitudine e di ricerca che si può ritrovare anche in questo nuovo lavoro che viene presentato con una copertina carica di chiaroscuro, con una luce forte che attira l’attenzione in un assieme, però, dominato dal buio. L’unica parte illuminata sono delle assi di legno che possono essere quelle di un palco ma anche quelle di un ponte da attraversare per riprendere la strada, per rimettere insieme quei “Fogli sparsi” cantati nel suo precedente EP (del 2019): “Fogli sparsi, frammenti di racconti, non trova pace l’anima mia, prendo tempo, continuo a riordinare per vincere la malinconia“. Questa lunga premessa mi sembra utile per dar modo di inquadrare meglio un artista che, forse, non è conosciuto dal grande pubblico anche se bisogna sempre aver chiaro che la quantità non è mai l’unica prerogativa per definire la qualità di un lavoro che deve avere, invece, come unica unità di misura la vera “quantità” che ha valore, quella delle emozioni.

Aspettando qualcosa” è composto da sei brani inediti che hanno il comun denominatore nel suono della chitarra come strumento principale, anche se non unico, e la voce di Ozzella che ci accompagna in questo viaggio fatto di ricordi, di attese, di speranze, di delusioni, di quei chiaroscuri descritti prima. Chiaroscuri che tengono lontane le impennate rock lasciandoci però incollati alle storie, facendoci trasportare in un film sequenza dopo sequenza. Questo film incomincia nella solitudine dei ricordi, “ricordi dispersi tra le ombre”, ricordi pieni di rammarico perché “possiamo vivere una vita soltanto cosa stiamo aspettando a fare un passo…….siamo soli e quasi sembra normale proprio come l’inganno della pioggia col sole…….portami altrove nel tuo sogno sbagliato sempre meglio di questo nemmeno iniziato e un filo sottile tra passione e follia lasciamoci indietro ogni malinconia. Ho messo da parte solamente le cose che contano in questo disordine”. Ecco il primo chiaroscuro di buio e di luce: “La pioggia col sole”. Il secondo sta in quel “voglio scegliere te” posto tra il buio di “A qualunque costo” (che da il titolo al secondo brano) che racchiude qualsiasi incertezza e la luce di quel “qualunque cosa accada” che illumina il cammino. In mezzo c’è la vita “non cambiano i passi cambiamo noi stessi, ci siamo scoperti più veri fin qua”. I ricordi, poi, hanno campo libero in “A proposito dei sogni tuoi”, ricordi che sembrano durare una notte in un buio però rischiarato dalla luce delle stelle “Avrò cura di te mi dicevi ridendo se poi sarà tardi avrai sempre un ricordo che troverai tra i battiti ovunque andrai. Ricordati di non cambiare idea a proposito dei sogni tuoi” e la luce arriva guardando al domani “Dovunque sei abbracciami se tornerai”. Ancora il buio di un domani che rimarrà tale perché “non basterà” ogni sforzo che fai se “non cambierai ogni scelta che non fai” in quel “Prima o poi” dove la luce è quasi obbligata “quando alla fine passa il temporale asciuga l’acqua e torna il sole”. Ci avviciniamo così alla fine con un titolo che apre alla speranza e alla luce dopo tanto peregrinare a fari spenti “La fine della notte”. Ma questo finale è, invece, il trionfo del chiaroscuro perché, se da un lato “… ho il diavolo alle spalle…… ho cancellato i segni sulla pelle, di quel che resta cosa vuoi che sia” che sembra la descrizione di una vittoria arrivata dopo tanto dolore, dall’altro c’è l’amara constatazione che “la fine della notte mi porterà a dimenticare te”. Sembra che abbia vinto la solitudine, quel senso di vuoto tipico di questo tempo dove il futuro è sempre più incerto ma l’ultimo brano che da il titolo a questo lavoro rappresenta l’attesa di un qualcosa che non può non arrivare; “Aspettando qualcosa”. Questo brano (scelto anche per il video di presentazione di questo EP) riassume un po’ tutte le sensazioni espresse sinora. Si parla di lontananza (non fisica ma interiore), di ricerca (“che la luce si accenda, che la notte svanisca”), di speranza (“una strada in discesa, sulla rotta di casa”), di desiderio (“la felicità non dura però restiamoci accanto”), di aspettativa (“siamo sempre in attesa di una nuova sorpresa che ci cambi la vita”), di fede (“che un incontro ci salvi dal buio più nero e una mano cancelli il dolore”), di solitudine (“ma se cerchi una mano e poi trovi la mia, sai che cosa ti manca, sai che cosa mi manca”).

La ricerca continua di una soluzione sta in quel “Aspettando qualcosa” che, forse, è un “segreto che ci porti a guardarci negli occhi lontano dai giorni peggiori”. La calda voce di Ozzella ci ha accompagnato in questo percorso, in questo cammino tra luci e ombre, che è un mosaico di emozioni dove ciascuno può inserire il proprio tassello perché, in fondo, tutti noi stiamo sempre “Aspettando qualcosa”. 

Print Friendly, PDF & Email