Witch Fever – Congregation

(Sandro Priarone)

E’ solo rock’n’roll, dal suono pesante, dilaniato con logica e sintattica piena d’odio verso la Chiesa e indirizzato al Movimento Carismatico, corrente cristiana abbracciata dal Papa come il “sale della terra”.

E’ solo rock’n’roll, dal furente grido di dolore contro l’oppressione, il tormento fisico e spirituale intrappolato nella malsana istituzione, l’abuso di potere attraverso la disomogeneità sociale.

E’ solo rock’n’roll, diffondendo Congregation come prospettiva morale e metodo di controllo attraverso la dottrina in senso ampio, arrecando danno e turbando l’incorporeità o il benessere fisico. Un’atmosfera temuta, evitata, oggetto di riprovazione, di condanna o di pietà, di compassione fine a se stessa con disprezzo ripugnante.

Un’armata delle tenebre che indica la condanna assoluta alle false accuse di stregoneria per l’assassinio di decine di migliaia di donne emerso nel vortice della Storia.

La musica scorre e brucia come una fiamma purpurea dove la luce al plutonio alimenta il torrido calore, provocando nuove esplosioni. Il doom vibra possente, i lancinanti influssi punk distruggono tutto ciò che trovano. Siamo di fronte ad anthem che si autoalimentano nella rabbia di Amy Walpole, trasfigurata cantante forgiata tra la nausea trance-epilettica di Exene Cervenka e lo sgolamento stregato di Poly Styrene. Si ripete la sete di rivolta che corrode l’animo umano e sfocia in uno stupendo assalto al futuro del rock, cioè la branchia più passionale e incontrollabile che fornisce scheletriche visioni sull’essenzialità del messaggio. Heavy sound in acido sulfureo esercitato nelle ombre maggiormente seducenti. Verbo gothic-grunge, assunto in dosi ostili e disgustate, gli arrangiamenti simili a borghesia da eliminare, i polmoni gonfi e violenti colmi di persistente avversione.

Riff elettromagnetici che imperversano malevoli come furie primordiali e selvagge. Solo per citare Blessed Be Thy, che apre le porte alla “vergogna”, concedendo il refrain migliore degli ultimi vent’anni, insieme al male indiscriminato di Deadlights. La miscela scheggiata di At The Core o Snare e Sour, metallici tremori ricurvi, pietrificati dalla devastante 12che irrompe correndo sul lato reprobo del precipizio, errando nel baratro della disperazione. La voragine atrofizzata, perfida, il recesso dell’inconscio:” Non ho mai ricevuto scuse, le porto con me le cose che ha detto, pensavo fosse colpa mia. Ero solo un bambino”.

Witch Fever è la nuova generazione indefinita e dimenticata da genitori e Governanti (esaminata da Musicalmind un anno fa con Reincarnate EP), nella decrepita e cadente religione istruita da mostri nella notte. “Non accetteranno un no come risposta, come se lo avessero mai fottutamente chiesto. Sì, incitiamo questa violenza. Niente è mai cambiato nel silenzio”.

(Music For Nation)

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