Voglia, tanta voglia di anni’80!

(Raffaella Mezzanzanica)

The rhythm of the night, The summer is magic, What is love?, No limits sono tutti brani che chi ha frequentato le discoteche negli anni ’90 conosce praticamente a memoria. E chi ricorda le discoteche degli anni ’90, soprattutto quelle di grandi dimensioni, ricorderà anche le mitiche sale “revival”, dove si ballava la musica delle decadi precedenti. Un esempio per tutti? Bette Davis Eyes, brano di Kim Carnes del 1981.

E così come la moda tende a riprendere capi e tendenze del passato (dagli hippie al grunge, al punk), così fa la musica.

Nel 2021, alcuni artisti che avevano trovato successo e fama negli anni ’80, diventando delle vere e proprie icone, sono ritornati con nuovi album. In molti pensavano che sarebbe finita così, soprattutto perché ai loro occhi, anzi alle loro orecchie, quella degli anni ’80 non è mai stata musica: troppe tastiere, troppi sintetizzatori, insomma c’era un po’ “troppo” di tutto. E si sa, come dice il proverbio, “il troppo stroppia”.

Questa tendenza, questa voglia di suoni che ci riportano a quegli anni è continuata e sta continuando nel 2022. Proprio per questo motivo, è giusto fare il punto della situazione su quanto stia accadendo.

La prima a tornare sulle scene, è stata Debbie Gibson che, il 20 agosto 2021, ha pubblicato The Body Remembers, un album uscito a distanza di undici anni dal precedente, Ms Vocalist (2010).

In realtà, i maggiori successi di Debbie Gibson risalgono proprio agli anni ’80, in particolare al 1987, anno in cui l’artista, allora diciassettenne, firmò un contratto con l’Atlantic Records per la pubblicazione del suo primo album, Out of the Blue, da cui sono stati estratti i singoli Only in My Dreams, Shake Your Love, Out of the Blue e Foolish Beat.

I Duran Duran – band fondata nel 1978 da John Taylor (basso) e Nick Rhodes (tastiere) a cui si sono aggiunti successivamente Roger Taylor (batteria), Andy Taylor (chitarra) e Simon Le Bon (voce) – sono stati la vera riscoperta del 2021. Il nome del gruppo deriva da Durand Durand, il personaggio del film di fantascienza Barbarella (1968). Attualmente la band è composta da John Taylor, Nick Rhodes, Simon Le Bon e Roger Taylor.

Il 23 ottobre 2021, i Duran Duran hanno pubblicato Future Past, un nuovo album uscito a distanza di quarant’anni dal loro primo successo, Girls On Film, e di sei dal loro ultimo album in studio.

“If you heard ‘Future Past’ in a blindfold test, you might guess it was some hot young hipster band out to conquer the planet. But its Duran Duran, who conquered it four decades years ago” (“Se ascoltaste Future Past in una prova alla cieca, potreste pensare che sia frutto di una qualsiasi band hipster pronta a conquistare il mondo. Tuttavia, si tratta dei Duran Duran e loro hanno conquistato il mondo quarant’anni fa”) – (cit. Duran Duran on Their Hedonistic Eighties Days and Whether They Were as Hot as Journey – Rolling Stone, 23 ottobre 2021).

Per i Duran Duran passato e presente si fondono e gli anni sembrano non passare. Per questo Future Past è un album che proietta gli anni ’80 nel futuro e, per realizzarlo, la band si è avvalsa di grandissimi collaboratori tra cui Erol Alkan, Giorgio Moroder, Mark Ronson, Graham Coxon, Tove Lo, Mike Garson, Ivorian Doll e CHAI.

Il primo singolo estratto, Invisible, pubblicato il 19 maggio 2021, è accompagnato da un video unico nel suo genere. Si tratta, infatti, del primo video creato totalmente da un Intelligenza Artificiale, senza alcun intervento umano, se non per quanto concerne l’inserimento del testo del brano e di alcune immagini della band.

I Duran Duran sono tra gli artisti nominati per l’ammissione alla Rock & Roll Hall of Fame nel 2022. Con loro, quest’anno ci sono Beck, Pat Benatar, MC5, Dolly Parton, Eminem, Eurythmics, Fela Kuti, Rage Against the Machine e tanti altri.

A gennaio 2022, i Duran Duran hanno anche debuttato all’Austin City Limits.

Gli a-ha, band di origine norvegese, fondata nel 1982 e formata da Morten Harket (voce), Pål Waaktaar-Savoy (chitarra) e Magne Furuholmen (tastiere), rappresentano certamente un’altra delle band iconiche degli anni ’80.

A inizio 2022, la band ha annunciato la pubblicazione di True North, una registrazione live di dieci nuovi brani, che uscirà il prossimo autunno in doppio formato, film e album. True North rappresenta anche il primo lavoro di studio della band dal 2015 (per saperne di più: https://bit.ly/3KdjV8R)

Gli a-ha sono stati consacrati a livello mondiale da successi come Take On Me o Stay On These Roads, ma sono anche stati nominati Cavalieri dell’Ordine Reale di Sant’Olav dal re Harald di Norvegia per il loro eccezionale contributo in ambito musicale e hanno avuto l’onore di avere un loro brano, The Living Daylights, utilizzato come colonna sonora film “007-Zona Pericolo (The Living Daylights)”, quindicesimo capitolo della saga dell’agente James Bond.

Oggi gli a-ha, nel pieno della loro maturità artistica, hanno iniziato un tour mondiale che li ha portati negli Stati Uniti – dove, tra l’altro si sono esibiti sia alla Radio City Music Hall che all’Hollywood Bowl – in Sud America e che li vedrà in varie location in Europa quest’estate. Proprio a loro, il 1° luglio, avranno l’onore di aprire l’edizione 2022 del Montreux Jazz Festival.

I Tears for Fears, band formata nel 1981 dal chitarrista Rolan Orzabal e dal bassista Curt Smith, sono stati tra gli artisti più rappresentativi della scena new wave degli anni ’80. Come dimenticare brani come Mad World, Everybody Wants to Rule the World, oppure Shout?

Il 25 febbraio 2022 hanno pubblicato un nuovo album, The Tipping Point, che esce dopo ben diciotto anni dal loro precedente album di studio, Everybody Loves a Happy Ending.

Così come spiegato dal duo durante una serie di interviste, The Tipping Point è un album “emozionale”, così come lo era stato The Hurting, il loro album di debutto. L’ispirazione per The Hurting era rappresentata dai testi dello psicologo californiano Arthur Janov su come i traumi subiti da bambini possano plasmare l’intera vita di un individuo e definirne la personalità. The Tipping Point si basa sulla presa di coscienza che un evento doloroso possa accadere in ogni momento della vita. Da bambini si è estremamente vulnerabili, ma la vulnerabilità esiste anche da adulti. The Tipping Point parla proprio di questo, del viaggio dentro il dolore. Di fatto, l’album – o, almeno, gran parte di esso – tratta del dolore dovuto alla perdita di una persona cara (nel caso, specifico, sia il singolo The Tipping Point che Please Be Happy parlano delle difficoltà nel guardare qualcuno che si ama annientarsi, annullarsi fino alla morte).

Il brano Break The Man, invece, tratta il tema del patriarcato ed è stata ispirata dalle numerose vicende di Donald Trump, dalla sue esternazioni sulle donne e dal movimento #MeToo.

Anche i Soft Cell, duo synth pop formato da Marc Almond e David Ball, stanno per tornare con un nuovo album *Happiness Not Included, che sarà pubblicato il prossimo 6 maggio.

Avevamo perso le tracce dei Soft Cell dal 2002, anno di pubblicazione del loro ultimo album, Cruelty Without Beauty, anche se tutti ricorderanno sempre questa band per il loro singolo Tainted Love, una super hit degli anni ’80, e del loro album d’esordio Non Stop Erotic Cabaret (1981).

*Happiness Not Included è un album nato in tempo di pandemia, registrato dal duo separatamente in quanto, a causa del lockdown, non sarebbe stato possibile stare insieme in studio di registrazione.

Per il loro nuovo singolo, Purple Zone, i Soft Cell abbiano deciso di unire le forze con un’altra band che ha definito il sound degli anni ’80, i Pet Shop Boys.

Gli anni ’80 sono stati un decennio di grandi eccessi, anche musicali, ma non per questo meritano di essere denigrati. Ci sono moltissimi artisti che ancora oggi trovano ispirazione non solo nei testi e nella musica, ma anche nel look, nella moda e nel costume di quegli anni che, come già ci ricordavano gli 883 nel 1995 sono e resteranno sempre… “gli anni d’oro del grande Real/gli anni di Happy Days e di Ralph Malph/gli anni delle immense compagnie/ gli anni in motorino sempre in due/Gli anni di ‘Che belli erano i film’/gli anni dei Roy Rogers come jeans/gli anni di ‘Qualsiasi cosa fai’/gli anni del ‘Tranquillo siamo qui noi, siam qui noi’.

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