Veronica Sbergia Quartet – Dont’t Knock

(Aldo Pedron – 18 marzo 2020)

La novità del mese del maestro Max De Bernardi e di Veronica Sbergia (una delle poche interpreti vocali in grado di reggere il confronto con le colleghe di oltreoceano) è questo mini album (CD) che esce in sordina ma non per questo da sottovalutare.

7 canzoni per un quartetto che non ha eguali: Veronica Sbergia al washboard, ukelele e voce, Max De Bernardi (chitarra acustica e voce), Dario Polerani al contrabbasso e Chico Swinglide alla chitarra resofonica slide e voce.

Se i nostri li conoscete già, ecco allora che vi presento Chino (Herman Senra), nato a Buenos Aires, Argentina il 14 Agosto 1980, gran maestro di chitarrra resofonica che ora vive a Barcellona dove è assai conosciuto sulla scena blues e swing. Al suo attivo almeno una decina di album che lo confermano un artista di classe e indiscussa bravura.

Il Veronica Sbergia Quartet coglie in pieno l’atmosfera degli anni ruggenti (‘20’ e ’30) che descrivono bene un periodo di isolazionismo, la xenofobia e il proibizionismo, ovvero il divieto di vendere e consumare alcolici.
Il quartetto propone un repertorio che al solito si rifà al vasto panorama americano che negli anni ’30 e 40 e in seguito vide il sorgere di stili musicali popolari che ebbero grande influenza nelle culture di tutto il mondo, includendo generi come Ragtime, Hillbilly, Country-blues, Jazz, Swing, Blues, Rock, R&B, Doo-Wop, Spiritual, Gospel.

Un quartetto inedito per la presenza di Chino Swingslide ma Veronica e Max già da diversi anni si sono concentrati allo studio e alla ricerca del blues delle origini con ottimi risultati.
L’estrema duttilità della voce di Veronica l’ha portata in passato a esplorare diversi generi musicali ma è indubbio che è nel blues arcaico e country-blues che lei trova la sua dimensione ideale.

Max De Bernardi resta sicuramente tra i migliori chitarristi in circolazione, gran maestro di fingerpickin’ e nell’uso delle chitarre resofoniche National qui in questo caso molto semplicemente e con naturalezza e scioltezza alla chitarra acustica. Un quartetto rodato che “swinga” in maniera eccellente.
Il sound del quartetto è ricco di tradizione passando dal country blues al ragtime, dall’ Hokum alla Jug Band Music e a tutta la musica popolar-rurale degli anni ’20 e ’30: quella suonata nei Medicine Shows, carovane itineranti e stradaiole che possiamo considerare antesignane del Vaudeville.

Ciò che contraddistingue da sempre Max e Veronica qui con il supporto dell’ottimo contrabbassista Dario Polerani e di Chino, è una sorta di riscoperta e rivisitazione, con un tocco di stile personale, di brani più o meno oscuri della tradizione americana dei primi del secolo scorso e di  alcuni periodi successivi. Un modo di suonare che si differenzia per il suo essere “’essenziale”, “scarno” e con una strumentazione e gli arrangiamenti ridotti al minimo e 3 voci che si amalgamano perfettamente.

CD inciso a Barcellona, buona la prima senza fronzoli e post produzione, registrato a casa di Chino (home studio) in presa diretta. Ogni brano è stato ri-arrangiato magistralmente come soltanto loro sanno fare ed il risultato è evidente e notevole.

L’iniziale Don’t Knock, qui cantata da Max De Bernardi è un gospel scritto da Pop Staples ed incisa la prima volta dagli Staples Singers nel settembre del 1960, e che colpisce subito per l’immediatezza ed un sound corposo, apripista alle altre 6 interpretazioni.

Gamblin’ Bar Room Blues è stata scritta da Jimmie Rodgers e Shelly Lee Alley ed incisa dalla superstar della musica country e conosciuto anche per la sua caratteristica ritmica jodel, Jimmie Rodgers, che la incise per la prima volta nell’agosto del 1932 nell’album No More Hard Times. In tempi più recenti è stata ripresa da John Mellencamp nel 1997, Steve Forbert nel 2001 e Leon Redbone nel 2016 nell’album Long Way From Home (Early Recordings) ma da lui incisa per una radio station nel 1972. Max De Bernardi è voce solista.

Sbergia, De Bernardi e soci ci deliziano con una splendida versione personalizzata di Rock It In Rhythm, un blues di Tampa Red (al secolo Hudson Woodridge,1904-1981) che la interpretò come Tampa Red And The Chicago Five nel 1938.

Don’t Miss That Train (blues e spiritual) è una splendida canzone di Sister Wynona Carr (1923-1976), una bravissima cantante di Cleveland, Ohio dalla voce sensuale, contralto.

Fiore all’occhiello di questo mini album è Electric Chair Blues, un blues del 1927 composto da George Brooks alias Fletcher Henderson (noto pianista jazz, compositore, arrangiatore e direttore d’orchestra soprattutto dagli anni ’20 ai ’40)  e reso celebre dalla versione di Bessie Smith e disponibile di quest’ultima in diversi suoi dischi come ad esempio nell’album The Complete Recordings Vol. 3 del 1992 (doppio CD, compilation, Box Set, Columbia C2K 47474) in cui appare con il titolo Send Me To The ‘Lectric Chair.

Nel brano originale con la voce di una narratrice viene confessato l’omicidio di un amante ingannevole e la protagonista accetta la punizione … giudice mandami pure alla sedia elettrica!

e recita così:
Judge you wanna hear my plea, before you open up your court
But I don’t want no sympathy, ‘cause I done cut my good man’s throat
I caught him with a trifling Jane, I warned him ‘bout before
I had my knife and went insane, and the rest you ought to know
Judge, judge, please mister judge, send me to the ‘lectric chair
Judge, judge, good mister judge, let me go away from here
I wanna take a journey, to the devil down below
I done killed my man, I wanna reap just what I sow
Oh judge, judge, lordy lordy judge, send me to the ‘lectric chair
Judge, judge, hear me judge, send me to the ‘lectric chair

Send Me To The ‘Lectric Chair è stata incisa da vari artisti e noi ci limitiamo a segnalare soltanto alcune interpretazioni come quella piena d’intensità e pathos di Dinah Washington del 1958, di Hoyt Axton nel 1966, la versione agitata e pazzesca in stile neo-dixieland di David Bromberg nell’album Dead Or Alive del 1974 (Columbia, C 32717, 1974, LP, Usa), Tracy Nelson nel 1995, dell’eccellente pianista Hugh Laurie (l’attore del Dr. House) nel 2013 e Sue Foley nel 2018.

Go’n’ Gei It e Broken Heart sono composizioni di Chino Swinglide, voce solista in entrambi i brani.

Il mini album (CD) lo potete trovare soprattutto ai loro concerti (corona virus permettendo!) o acquistandolo sulle piattaforme digitali o richiedendolo a loro direttamente. Ne vale la pena!

SET LIST:
Don’t Knock
Gamblin’ Bar Room Blues
Go’n Gei It
Electric Chair Blues 
Rock It In Rhythm
Broken Heart
Don’t Miss That Train

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