Tower of Power – Live-Soul Vaccination

(Andrea Romeo)

La California è un luogo davvero speciale, e lo è sotto moltissimi punti di vista: i luoghi, il territorio, la vista, le bellezze naturali, l’atmosfera anzi, le atmosfere, che vi si respirano ma anche, ovviamente, la musica: fare un elenco, ragionevolmente completo, delle forme musicali che qui sono nate, o si sono sviluppate, è abbastanza arduo, ma comunque: West Coast Blues, Western Swing, Bakersfield Sound, Folk, R&B, Rock Chicano, Pop, Surf Rock, Sunshine Pop, Garage Rock, e poi la Summer of Love, con il suo miscuglio di Psichedelia, Rock, Folk, ed ancora il Punk Rock, e poi il Glam Rock, l’Heavy Metal, il Trash Metal, ed a seguire Hip hop, Indie rock, Hardcore punk, Pop punk, Alternative rock, Desert rock, Nu metal ed Alternative Metal…

Pareva strano che, da questa mescolanza di stili e di generi, restasse escluso il funk, ed ovviamente così non è stato: il luogo in cui, il seme del groove, ha iniziato a fiorire è Oakland, nei pressi delle colline di Berkeley, all’interno della Bay Area, l’anno è il 1968, i protagonisti, sono il cantante e tenor/alto sassofonista Emilio Castillo, da Detroit, Michigan, ed il sassofonista baritono di Berkeley Stephen “Doc” Kupka.

Da questo incontro, decisamente fortunato, prende forma un ensemble musicale che, negli anni, vedrà l’alternarsi di decine di musicisti due dei quali, il batterista Dave Garibaldi ed il bassista Francis Rocco Prestia, accompagneranno nel tempo i due fondatori, e definiranno profondamente il groove, caratteristico, di questa formazione che ha raggiunto fama e successo con il nome di Tower of Power.

Quindici album in studio, usciti fra il 1970 ed il 1997, precedono questo Tower of Power – Live-Soul Vaccination, non certo un semplice album live, ma una sorta di compendio di parte del “meglio” della loro produzione, un “best of” che va a coprire ben ventisette anni di musica ma che, soprattutto, trasmette, per lo meno in buona parte, l’atmosfera e le sensazioni percepibili durante un concerto della band californiana.

Quello che caratterizza il sound di questo gruppo sono, fondamentalmente, due fattori: la sezione ritmica, ovvero basso e batteria, che con le loro raffiche di sedicesimi trascinano letteralmente gli altri musicisti, e la sezione fiati, davvero micidiale nel disegnare le atmosfere funk, soul e jazz, inserendole in maniera spettacolare nella trama ritmica.

Quello che piace, e tanto, dei Tower of Power, non è soltanto il singolo brano, ma l’attitudine, lo stile, la capacità di interpretare i pezzi trascinando l’ascoltatore in un mondo in cui la parola funk, nel suo significato profondo, significa davvero immergersi in un mondo di energia allo stato puro: se in origine la valenza del termine era quella di un approccio musicale, aspro, e libero da alterazioni, successivamente, nello slang degli afroamericani, è diventato sinonimo di “cattivo” odore, sprigionato da un  corpo in stato di eccitazione, e quindi “sexy”, “sporco”, “attraente” ma anche “autentico”, cioè originale e libero da inibizioni.

Tra i brani contenuti in questo live, si possono citare certamente la title track, Soul Vaccination, e poi Down to the Night Club (Bump City), Diggin’ on James Brown, You Got to Funkifize, So Very Hard to Go, What Is Hip? o So I Got to Groove ma, come già sottolineato, non è tanto il singolo brano a colpire nel segno, anche se alcuni di essi sono davvero traboccanti di vitalità, quanto l’attitudine generale, e l’approccio della band, assolutamente inarrestabile.

Registrato nel 1998, Live-Soul Vaccination ha festeggiato i trent’anni di vita dell’ensemble californiano, mostrando una band in grandissima forma, capace di offrire uno show assolutamente all’altezza delle aspettative e della propria storia: i ritmi sincopati, i fill, i break, che movimentano le loro esecuzioni, obbligano, letteralmente, gli ascoltatori  a “battere il piede”, a “scuotere il capo”, a “muovere il bacino”, ovviamente il tutto con un tempo ed un ritmo senza attimi di pausa, perché il funk è una musica nata per far ballare, grazie anche a quelle ripetute e martellanti parti di basso che scuotono davvero visceralmente chiunque la ascolti.

James Brown, George Clinton, con i Parliament ed i Funkadelic, Bootsy Collins e Roger Troutman, con i suoi Zapp & Roger, avevano seminato davvero bene, ed è interessante notare quanto, il funk, ciclicamente, non solo torni ad essere ascoltato e ballato, ma addirittura diventi oggetto di numerosi campionamenti che riguardano brani attuali.

Intanto, i Tower of Power, dopo oltre cinquant’anni di carriera, continuano invariabilmente ad incendiare le platee…

(Sony Music, 1999)

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