THREE GENERATIONS: CALIGIURI – TAVOLAZZI – CAPIOZZO

(Maurizio Celloni)

Progressive, fusion, musica etnica: questi gli stili dichiarati nelle note di copertina dell’ottimo CD “Three Generations”, pubblicato nel 2021 da Leo Caligiuri, Ares Tavolazzi, Christian Capiozzo. In realtà percepisco ed apprezzo una musica totale, dalle influenze orientali appena accennate, con una predisposizione alla melodia, coniugate al linguaggio del jazz più elegiaco. Le note scorrono fluide, come un fiume in piena, la tecnica eccelsa dei tre musicisti si dipana tra contrappunti di batteria e contrabbasso, amalgamati da eleganti tastiere.

D’altronde i tre artisti, oltre a rappresentare tre generazioni, hanno alle spalle militanze di tutto rispetto: Ares Tavolazzi eccelso bassista degli Area – International Popular Group, ha collaborato successivamente con grandi musicisti italiani ed internazionali in ambito jazz e cantautorale; Christian Capiozzo ottimo batterista, figlio di Giulio, co-fondatore degli Area, del quale si sentono gli insegnamenti, soprattutto nei tempi composti di cui era maestro, ben assimilati da Christian; Leo Caligiuri tastierista, vanta collaborazioni con l’elite del jazz italiano, e non solo, annoverando incontri musicali con Enrico Rava, Gianni Cazzola, Flavio Boltro, Mario Biondi, Ellade Bandini, Tony Esposito, Ricky Portera, Zakkary Dylan.

Le otto tracce originali si ascoltano in un crescendo di emozioni, ricordando talvolta l’epopea sperimentale degli Area, talvolta il sapore speziato dei mercati balcanici, o ancora il jazz elegante dei maestri da Chet Baker a Gerry Mulligan e McCoy Tyner. L’accurato lavoro di composizione e arrangiamento ci regala 48 minuti di puro piacere, coadiuvato da una registrazione e missaggio impeccabili, effettuati presso il Sonic Temple Studio di Parma da Domenico Vigliotti.

Si inizia con il brano Cerambyx: pianoforte e batteria introducono al pezzo che si sviluppa con armonie ariose in un rincorrersi tra moog e pianoforte, inframezzate dal tocco sapiente del contrabbasso di Tavolazzi. Il ritmo passa dal veloce al moderato dando così spazio alle parti soliste di pianoforte e contrabbasso.

Gloomy, la seconda traccia inizia in un crescendo di note al pianoforte per lasciare spazio a repentini cambi di tempo lento nei quali i musicisti si concedono sopraffine note soliste, fino al crescendo Rossiniano che conclude il pezzo.

Nel brano successivo, Indian Market, si respirano arie orientali di spezie e incensi. Il flauto e il pianoforte di Caligiuri fanno da cornice al drumming intenso, dai ritmi costantemente contrappuntati di Capiozzo, trasportandoci dalle popolose e caotiche citta indiane fino alle rive del Gange in cui la vita e la morte si identificano con il ritmo di madre natura.

Con Journey, la quarta traccia, si percorrono i sentieri della Fusion con il pianoforte in bella evidenza, dalle calde note introduttive. Caligiuri nella parte centrale del brano passa al Rhodes, dalle decise sonorità fusion, ribadite dalla batteria compulsiva di Capiozzo e dal basso di Tavolazzi pizzicato con tocchi secchi, salvo lasciarsi andare ad un assolo dal lirismo aulico che mi ricorda Ron Carter.

Veniamo a Stratos, un brano che omaggia un grande musicista e cantante dalle doti straordinarie, Demetrio Stratos, fondatore degli Area. In questo pezzo è evidente e voluto il richiamo alle sonorità degli Area, alla loro ricerca musicale che chiamare prog o fusion appare riduttivo, così come il classificare questo brano dei Three Generations una mera riproposizione di quelle avventure sonore: al contrario la loro sperimentazione parte da quelle solide basi, gettate nei gloriosi anni ’70 durante l’epopea di quella straordinaria ed unica Band, per continuare nella ricerca di suoni nuovi, di percorsi artistici originali. Demetrio, dal mondo parallelo dove si trova, applaude e ringrazia. La progressione di note alle tastiere è impressionante, ben accompagnata dal lavoro ritmico al basso e alla batteria. Un brano che appassiona.

La sesta composizione, Here, si sviluppa su toni morbidi e romantici, con il basso di Tavolazzi a cesellare delicatamente il brano intenso e profondo, sottolineando le melodiche scale di accordi al pianoforte. Consiglio luci soffuse, occhi chiusi ed un generoso sorso di torbato.

Veniamo al settimo pezzo, Memories, nel quale i tre musicisti si lasciano andare ai ricordi, componendo un brano dal piacevole gusto di lontane speranze, a volte disattese altre realizzate. Non si coglie, comunque, alcun sentore di rimpianto nelle note serene che escono dalle tastiere, dal delicato contrabbasso pizzicato sapientemente e dal percussionismo ricco di contrappunti giocati con le spazzole. Semmai, alla conclusione si percepisce una sorta di rivendicazione della vita musicale dei tre artisti, con un crescendo ritmato di sensazioni e di affermazione della propria dimensione umana e artistica, una scomposizione musicale che ritrova con successo la traccia dell’introduzione, riportando tutto a casa.

Siamo alla conclusione del bel lavoro: Sunset Poetry è la degna sintesi dell’intero CD, l’archetipo della poetica musicale che connota i tre Maestri, le tre generazioni che hanno contribuito a far uscire la musica italiana dagli schemi banali della melodia “core e amore”. Capiozzo, Caligiuri e Tavolazzi hanno preso i lembi di una grande epopea di ricerca, che ha avuto negli anni ’70 vertici incredibili, onorando la tradizione melodica italiana con generose iniezioni di Mitteleuropa e pizzichi di jazz d’oltreoceano, per cucire un canovaccio fluido e armonico. Un CD da ascoltare e amare e da inserire nelle nostre discoteche accanto agli italici mostri sacri quali Area, Perigeo e Napoli Centrale.

(MA.RA. CASH RECORDS – 2021)

THREE GENERATIONS:

Christian Capiozzo – drums, tabla, percussion; Ares Tavolazzi – bass, double-bass, fretless bass; Leo Caligiuri – piano, Rhodes, moog, flute.

Tracce:

1 – Cerambyx; 2 – Gloomy; 3 – Indian Market; 4 – Journey; 5 – Stratos; 6 – Here; 7 – Memories; 8 – Sunset Poetry.

https://music.youtube.com/watch?v=p0ZyJ8f0sac&feature=share
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