The Doors “The Crystal Ship”, lato B – seconda parte

(Nik Maffi – 3 dicembre 2019)

Continua dalla settimana precedente. Stampa italiana Vedette 34081, con lato A, Light My Fire, alziamoci e andiamo verso lo stereo, giriamo lato e mettiamo l’altrettanto stupenda, The Crystal Ship.

Ecco una vecchia intervista condotta dal grande Greg Shaw nei camerini del Matrix di San Francisco, al termine di un concerto dei Doors (marzo del 1967): “Principalmente chi scrive i testi?” Robby Krieger risponde: “E’ Jim a scrivere la maggior parte dei testi“, continua Shaw: “Ho notato che alcune delle vostre canzoni, come The End e Moonlight Drive, sono molto strane, in molte aleggia un forte sentimento funebre, come se a un certo momento del passato, aveste perso la rotta della ragione per approdare a canzoni di questo tipo“. “Non so“, risponde Morrison, “in confronto a certe cose che ho ascoltato a San Francisco, non ci vedo niente di così strano, sono piuttosto sincere“.

Crystal Ship evoca immagini seducenti, “the streets are fields that never die“, Greg Shaw aveva ragione a citare la morte, chi poteva sapere allora quale era la rotta della nave di cristallo, chi poteva sapere quale fosse la rotta tracciata da Morrison? Il vecchio Jim nella canzone si muove su figure musicali esitanti, leggiadre con equilibrio precario, un basso liquido tesse la trama del pezzo, forse il basso è quello che da un tono liquido al pezzo, sembra che descriva la nave che solca i mari dell’inconscio psichedelico.
La sranezza delle prime parole:
Be
Fore
You
Slip
Into
Unconsciousness

tradotto :”Prima che tu cada nel sonno dell’incoscienza“, destabilizza, potrebbe essere un’overdose, un’omicidio, un vero sonno, a chi si sta rivolgendo il grande Jim? L’ immagine della nave di cristallo, viene catapultata fuori dalla canzone, salpa nel mare nero.
Avvicinandosi alla chiusura del pezzo Morrison abbraccia l’immagine: “When we get back, i’ll drop a line“, quando torneremo scriverò due righe, una scena piena di affetto, nessuno prende più carta e penna e scrive ad un amico ad una ragazza.
Il coautore del pezzo, il batterista John Densmore, affermò che Jim scrisse la poesia da cui poi fu tratta la canzone, nel 1964 – contenuta nel suo famoso quaderno di poesie – dedicata alla sua ragazza Mary Werbelow, con cui si stava per lasciare; insomma una canzone che parlava di un addio.

Di Crystal Ship ne esiste una cover addirittura dei Duran Duran, apparsa sul loro album di covers del 1995, Thank you. Dulcis in fundo, un gruppo metal, tali Nevermore inserirono la canzone come bonus track del loro disco del 2010 The Obsidian Conspiracy.

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