Sulutumana – Vadavialcù

Và a Bagg a sonà l’orghen” (vai a Baggio a suonare l’organo! nella chiesa di Baggio l’organo non c’era ed era solo dipinto), “Và a ciapa’ i ratt” e, perchè no… “Va a dà via el cu” (Vai a dar via il beeep…) o meglio “Vadavialcù“, sono solo alcune delle ‘parolacce’ più conosciute in Lombardia. Anzi, diciamo pure che Vadavialcù da oggi è quasi sdoganata, visto che è anche il titolo del nuovo album dei Sulutumana, la band nata in Valassina, in quel triangolo di terra brianzola che unisce la provincia di Como a Milano.
Per quanti ancora non li conoscessero, parliamo di un gruppo con alle spalle una storia musicale ormai ventennale, composta da più di 200 canzoni raccolte in 6 album, 4 cd per bambini, un audiolibro, una raccolta di brani ri-arrangiati e un doppio cd live. Possiamo aggiungere, senza paura di smentita, che si tratta di una vecchia conoscenza per i lettori de L’Isola che non c’era, che seguono questa band fin dagli esordi (la prima recensione, Arimo, risale infatti al 2008  –clicca qui–  mentre l’ultima, Dove tutto ricomincerà, è del 2015  –clicca qui-).

Questo nuovo album nasce prendendo spunto dal famoso episodio ‘Hostaria!’ tratto dal film a episodi ‘I nuovi mostri’ (che vedeva la regia collettiva di Monicelli, Risi e Scola), dove i grandissimi Ugo Tognazzi e Vittorio Gassman se le davano di santa ragione in cucina, tirandosi addosso tutto quel che capitava a tiro. E durante questa scena, Tognazzi (23 marzo 1922 – 27 ottobre 1990), ripeteva in maniera ossessiva la frase che i Sulutumana hanno scelto come titolo per il nuovo album. E proprio la voce – e la frase – campionata di Tognazzi è stata utilizzata nella title track che apre l’album. Un lavoro che si compone di dodici canzoni registrate “in casa” (ovvero nella sala prove del gruppo) ma mixate presso i mitici studi di Abbey Road (sentitene la pulizia e la bellezza della rispesa dei suoni…non c’è che dire: hanno proprio voluto fare le cose in grande, quasi artigianali nella fase creativa e iperprofessionali nel risultato finale).

Giusto per citare qua e là qualche canzone, come dicevamo l’album si apre con Vadavialcú, vero e proprio omaggio a quanti vorrebbero vendere opinioni, manipolare cervelli, urlare verità, imporre pensieri e azioni, un brano dal chiaro impatto e con un’innata capacità a convincere sin dal primo ascolto. Questo brano, secondo chi scrive, sarebbe un ottimo singolo da radio se quest’ultime fossero decisamente un po’ meno miopi. Nell’album si respira anche voglia di cambiamento rispetto al passato, voglia di rimettersi in gioco e guardare oltre. È il caso ad esempio di Alter ego, con il suo “sound oltre lo stile” Sulutumana, il tutto però non rinnegando il percorso fin qui tracciato (come nei brani Infinito presente e L’isola misteriosa – brano ispirato da ‘Il racconto dell’isola sconosciuta’ di Josè Saramago – che musicalmente ci rimandano al classico stile della band lombarda). Tra le dodici tracce – un tempo avremmo scritto solchi – c’è spazio anche per la canzone d’autore in chiave rock con Raccontami, per la rock ballad Dal treno in corsa (“piacione” al punto giusto il suo ritornello) e per brani con sonorità decisamente più pop come nel caso della solare e travolgente Così van le cose (“Un invito a prendere il meglio che la vita ci dà, senza placare la sete di scoperta e tenendo viva la curiosità”). Inutile dire che ancora una volta la voce di Gian Battista Galli è quello strumento che riesce a conferire un quid in più all’album.

A corredo sulla pagina della band, così come su youtube, è presente un divertentissimo video (clicca qui) in cui Gian Battista Galli, Nadir Giori e Francesco Andreotti, nei panni di camerieri e cuochi e Beppe Pini, Marco Castiglioni e Angelo Galli nella parte degli ignari clienti del ristorante rendono magistralmente omaggioaUgo Tognazzi e Vittorio Gassman nella scena del film citata in precedenza e dove potrete risentire la frase/titolo. Il video è stato realizzato da Marco Fusari, prodotto dalla ‘Società Artistica La Corda’ di Erba ed ambientato alla Trattoria Taverna ai Poggi di Lecco.

Per chiudere potremmo dire che ‘anche l’occhio vuole la sua parte’. Infatti, questo nuovo disco dei Sulutumana è una vera e propria libidine, godurioso sia alla vista che al tatto; la confezione (visto il titolo è più che mai doveroso lasciar perdere i termini anglofoni) è semplice ma al contempo molto creativa. Il cd è racchiuso infatti in un involucro di cartone con le immagini curate dall’artista Fabrizio Bellanca (complimenti anche a Enrico Cazzaniga per la realizzazione del carattere, Alphabet Street), così come un plauso va riservato alla Maremmano Records (IRD) per il lavoro fatto.

In conclusione, Vadavialcù (quanto mi piace nominarlo) è un disco che merita di essere recuperato ed ascoltato con attenzione.

Recensione presente su L’Isola che non c’era http://www.lisolachenoncera.it/rivis…/recensioni/vadavialcu

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