
(Raffaella Mezzanzanica)
Abbiamo intervistato per la prima volta Antoine Fafard a dicembre 2020 e abbiamo parlato del suo punto di vista sulla musica, del suo modo rigoroso di comporre, dei suoi progetti futuri ma, soprattutto, di Chemical Reactions, l’album che aveva appena pubblicato insieme a Gavin Harrison (https://bit.ly/3SSXXw2).
Quasi due anni dopo, Antoine Fafard torna con un nuovo progetto chiamato Alta Forma e un album di debutto, Spatium & Tempus, in cui l’artista ha deciso di aggiungere per la prima volta dei testi alla sua musica.
In questa intervista, avvenuta il 21 ottobre, giorno dell’uscita ufficiale del nuovo album, non solo abbiamo parlato in modo approfondito di Spatium & Tempus, ma Antoine ha anche fornito alcuni spunti sui suoi progetti futuri.
D.: Oggi è il grande giorno! Oggi, infatti, è il giorno della pubblicazione ufficiale del tuo nuovo album “Spatium & Tempus”, vero?
A.F.: Sì. È solo una coincidenza che, dopo il ritardo che abbiamo avuto per realizzare questa intervista, la stessa avvenga oggi, nel giorno dell’uscita ufficiale dell’album. Ad essere sinceri, per i miei progetti, il giorno in cui l’album viene pubblicato ufficialmente non fa poi una grande differenza. Infatti, non organizziamo una mega party o cose simili. Significa solo che ora l’album è ampiamente disponibile, tramite piattaforme come Amazon e in vari negozi online o anche fisici in tutto il mondo. Sto anche provando una strategia diversa questa volta. Spatium & Tempus è attualmente disponibile solo sul mio sito web e su Bandcamp. I musicisti indipendenti cercano sempre di massimizzare le loro potenziali entrate ed è risaputo che le piattaforme di streaming come Spotify o Apple Music non paghino molto gli artisti. Al momento, sto spedendo personalmente i CD ordinati sul mio sito web. E’ il modo migliore in cui chiunque può supportare gli artisti indipendenti, cioè acquistando direttamente da loro!
D.: Ti occupi ancora di tutti gli aspetti riguardanti i tuoi progetti?
A.F.: Come puoi vedere dietro di me – indica alcune scatole – queste scatole sono piene di CD pronti per la spedizione. Sono anche in attesa dei vinili a breve. Per quanto riguarda il formato in vinile, il problema è che la produzione è molto lenta. Ho effettuato l’ordine circa quattro mesi fa e sto ancora aspettando le copie. Il lungo processo è semplicemente dovuto al fatto che la domanda complessiva supera la capacità produttiva.
D.: Quale azienda hai scelto per la produzione dei vinili?
A.F.: Ho utilizzato un’azienda con sede nel Regno Unito chiamata Cyclone, anche se i prodotti sono stati fabbricati nella Repubblica Ceca. I CD sono ancora ampiamente prodotti in tutto il mondo, quindi non abbiamo gli stessi ritardi di produzione. Vedremo come usciranno le copie in vinile. Per me è un esperimento. Si tratta del primo album che ho deciso di pubblicare anche in vinile e anche del primo album con dei testi in aggiunta alla musica!
D.: Quando ti ho intervistato per la prima volta a dicembre 2020, mi avevi raccontato che solitamente lavori a più progetti contemporaneamente. E’ stato così anche per “Spatium & Tempus”?
A.F.: Sì, è stato lo stesso. Quando abbiamo parlato l’ultima volta, avevo già alcune canzoni pronte per Spatium & Tempus. Potrei averti parlato di questo progetto in quel momento. Ho iniziato a lavorare su canzoni con testi circa quattro/cinque anni fa. In questo momento sto pubblicando un nuovo album, ma ho altri progetti a cui sto lavorando in parallelo. Sto pensando di dare un seguito a Spatium & Tempus con JK e Todd. In effetti, ho già scritto circa metà dell’album.
D.: Hai mai pensato di comporre musica per una voce femminile?
A.F.: Sì! La vera sfida sta sempre nel trovare una persona che voglia collaborare. Il motivo per cui mi ci è voluto così tanto tempo per pubblicare un album con una voce maschile in questo caso è che non avevo incontrato qualcuno che fosse interessato, avesse la mia stessa visione o fosse disponibile. Questi sono fattori fondamentali. Hai chiesto in merito alla possibilità di collaborare con una cantante. Questo è molto interessante perché di recente ho suonato il basso per una cantante che si chiama Hayley Griffiths, la quale ha appena pubblicato un album. È una cantante molto brava e ho pensato di poter scrivere della musica per lei. Ha pubblicato musica che ha forti influenze celtiche o medievali, ma ha anche fatto progressive metal. Suo marito è un batterista ed entrambi vivono vicino a me. Penso che potremmo fare musica insieme.
D.: Parlando di musica progressive, non ci sono molte voci femminili. Sei d’accordo?
A.F.: Ci sono delle eccellenti voci femminili in tutto il mondo, ma sfortunatamente è abbastanza raro vederle fare musica progressive. Ce ne sono, però, alcune che mi vengono in mente… per esempio, definirei Kate Bush un’artista progressive e il suo lavoro è stato davvero incredibile! Mi piace l’idea di scrivere per una voce femminile e vedere se questo possa portare a qualcosa di interessante.
D.: Come mi hai raccontato, tu segui sempre un processo creativo piuttosto rigoroso. E’ stato difficile lavorare ad altri progetti accanto a quest’ultimo, in cui hai voluto aggiungere anche i testi come ulteriore livello di complessità?
A.F.: Per me il procedimento è sempre lo stesso. Il fatto di lavorare con un cantante e avere dei testi non lo rende diverso. Per quanto riguarda i miei progetti, sono solito registrare spesso la batteria alla fine… e questo è piuttosto insolito. Ad esempio, Gavin (Harrison) ha registrato la sua batteria in Chemical Reactions alla fine, e in questo album, anche Todd (Sucherman) ha registrato le sue tracce solo alla fine. Questo significa che Todd ha potuto lavorare e registrare la batteria quando avevamo pronto già tutto il resto, incluse le parti vocali. Posso sempre apportare alcune modifiche alle mie tracce in seguito, ma nulla di drasticamente diverso da quello su cui ha lavorato Todd.
Per questo progetto, JK ed io abbiamo lavorato insieme sulla struttura delle canzoni. Ad esempio, è capitato che lui mi abbia chiesto di cambiare un accordo in un punto specifico o di allungare un ritornello. La struttura della musica diventa una parte fondamentale del processo compositivo. Non volevo inviare a Todd alcune canzoni o demo incompiute. Il mio obiettivo è massimizzare il tempo delle persone. Rispetto ai miei album precedenti, la differenza per questo progetto è che alcune delle canzoni sono state riarrangiate sulla base del contributo del cantante. Un processo insolito per me. Mi è capitato di inviare a JK quasi un’intera canzone e le sue aggiunte, i suoi pensieri e suggerimenti hanno portato all’inserimento di cambiamenti significativi. Raramente mi è capitato di lavorare in questo modo perché sono abituato a essere l’unico artefice dei miei progetti. Mi sono decisamente aperto a questo tipo di collaborazione che, alla fine, si è rivelata molto produttiva.
D.: Sei solito comporre musica per dei batteristi, ma soprattutto avendo un determinato batterista in mente. Hai lavorato a “Spatium & Tempus” avendo Todd Sucherman in mente sin dall’inizio?
A.F.: L’idea originale che avevo in mente era di fare un album progressive con un cantante e avere Todd alla batteria. Quando ho contattato Todd per il progetto, non avevo un cantante e temporaneamente ho deciso di cantare io nelle demo. Todd ha subito consigliato JK Harrison che poi è diventato parte del progetto. Ho chiesto ad altri cantanti prima, ma non si sono dimostrati molto interessati. Ringrazio Todd per avermi presentato JK Harrison, un collaboratore perfetto per questo progetto!
D.: Come è stato lavorare con JK Harrison, soprattutto considerando le idee che ha portato all’interno di questo progetto?
A.F.: JK ha fornito molte idee… sia dal punto di vista dell’arrangiamento, ad esempio dando suggerimenti sulla musica che avevo scritto io, sia creando sequenze armoniche. JK ha una sensibilità musicale che spesso è più pop di me. Mi piace ascoltare tutta la musica, ma quando si tratta di musica su cui voglio lavorare in modo creativo posso identificare ciò che è compatibile con la mia sensibilità musicale. Di tutte le idee originali che JK mi ha mandato, ne ho conservate due che sono finite in due canzoni. In effetti, JK è indicato nei credits come il compositore del brano Invisible Time. La musica del quel brano è per il 99% sua. Ha creato questa fantastica sequenza armonica e mi ha chiesto di aggiungere i testi, cosa che ho fatto. Penso di aver lavorato su una sequenza armonica creata da qualcun altro solo una volta prima di quanto accaduto per Spatium & Tempus. All’inizio è stato un po’ strano, ma quando poi sento di avere una connessione con la musica che mi viene inviata, posso certamente farla mia. Considera che, a questo punto, ho più di 20 anni di lavoro alle spalle e sono sempre stato il principale autore e compositore di tutti i miei progetti.
D.: Nel documentario sul progetto parli anche dell’importanza della “sequenza armonica”, unitamente al fatto di avere “elementi di cambiamento” all’interno della tua musica. Puoi farmi un esempio di come tu sia riuscito a raggiungere questo obiettivo?
A.F.: Mi sono reso conto che per me la musica deve includere una sequenza armonica interessante… questo mi porta via tanto tempo e tanto impegno. È fondamentale. Amo la batteria, il ritmo, la poliritmia, il basso e i riff di chitarra, ma se non hai una solida sequenza armonica la musica non esprime tutto il suo potenziale. Questo è quello a cui ho lavorato negli ultimi dieci anni: interessanti sequenze armoniche e modulazioni più sofisticate. E ci sto ancora lavorando. Per me questo è sempre una priorità. Quando cambi chiave in un modo insolito, puoi sorprendere il tuo pubblico. Un altro modo per sorprendere l’ascoltatore è giocare con il ritmo, in una sorta di permutazione del tempo. Penso di aver raggiunto questi obiettivi qua e là in questo album. Tuttavia, puoi ancora ascoltarlo nel suo insieme senza essere sorpreso in modo troppo drastico. Spero che sia un album ben bilanciato. A proposito, l’integrazione di un cantante non consisteva nel voler realizzare un album commerciale. Voglio chiarire questo punto. Questa musica rispecchia totalmente sia me che i miei collaboratori.
D.: L’album parla di “concetti universali” come tempo e spazio. Qual è la tua relazione con questi elementi?
A.F.: Penso che sia una relazione molto simile a quella che la maggior parte delle persone ha con questi due elementi. Ti rendi conto che il tempo passa molto velocemente. Tutti sono influenzati dal tempo e dalla velocità con cui passa. Più invecchi, più veloce va. A volte penso al concetto di poter rallentare il tempo. Spazio e tempo sono concetti che uso per parlare di esistenzialismo. Il tempo e lo spazio sono elementi esistenziali fondamentali. È una verità universale. Il tempo è invisibile. Non lo vedi ma puoi sentirne l’impatto. Vorrei anche esplorare il concetto di cosa accadrebbe se il tempo potesse andare indietro o quello degli universi paralleli. E se potessi tornare indietro nel tempo, svegliarti ed essere più giovane? Quell’idea è stata esplorata nel film “Il curioso caso di Benjamin Button” (film del 2008 con protagonista Brad Pitt – n.d.r.), e ho subito pensato fosse un concetto originale. Sul tempo credo di pensarla esattamente come tutti gli altri: è frustrante, opprimente. Il titolo dell’album – Spatium & Tempus – è una sorta di svolta esistenzialista su ciò che è il tutto.
D.: C’è una domanda che vorrei farti sulla tracklist. Nel booklet dell’album hai fornito una spiegazione dettagliata sul significato dei brani, ma sono particolarmente curiosa di sapere le ragioni che ti hanno spinto ad inserire “Comfort Zone” come apertura dell’album e “Apocalyptus” alla fine. Un evento drammatico viene solitamente prima di un momento di conforto. Puoi spiegare meglio le motivazioni?A.F.: Il motivo per cui le canzoni sono state messe nell’ordine attuale è principalmente musicale. Certamente, Apocalyptus parla dell’autodistruzione, ma è anche la canzone più “forte” dell’album. Penso che sia la canzone dal suono più aggressivo, e penso anche che non sia rappresentativa di tutto l’album. Questo è il motivo per cui ho voluto metterla alla fine. Come hai detto, include anche il concetto di “apocalisse”. E per questi due motivi ho pensato che dovessimo chiudere l’album con questo brano. Per quanto riguarda Comfort Zone,volevo qualcosa di incisivo per iniziare l’album, con il suono della batteria che porta ad un po’ di eccitazione. È anche l’ultima canzone che ho scritto. L’inizio suona un po’ come “Kashmir” dei Led Zeppelin. Vuole essere anche un omaggio a questa grande band.
D.: Come abbiamo detto, così come per tutti i tuoi progetti precedenti, anche in questo caso ti sei occupato di tutti gli aspetti, anche del design grafico. E’ stato qualcosa che hai scelto all’inizio o al completamento dell’album?
A.F.: Il design grafico è stato completato alla fine. L’immagine associata a un progetto è spesso difficile da scegliere, perché non sono sempre sicuro di cosa mi piacerebbe realizzare. Di solito preferisco avere un graphic designer ad aiutarmi. In questo caso specifico, volevo decisamente l’immagine di un orologio, ma avevo in mente un’idea diversa che alla fine non è stata utilizzata. Fondamentalmente volevo qualcosa che rappresentasse almeno la nozione di tempo. Per la versione in vinile, c’è un design molto diverso. Per quel formato, ho assunto qualcuno che potesse fornirmi qualcosa di impatto dal punto di vista visivo, perché il vinile ha una dimensione più grande e puoi giocare di più con il design.
D.: A dicembre 2020 ti avevamo chiesto se ci fossero delle ulteriori elementi di sfida da aggiungere alla tua musica e mi avevi risposto che stavi lavorando ad un album con musica e testi. Ti faccio la stessa domanda oggi: che cosa hai in serbo per il futuro?
A.F.: Se parlo dei miei progetti futuri, allora devo poi davvero finirli! Voglio davvero fare un altro album con dei testi, quindi ci sarà un secondo album degli Alta Forma con JK e Todd. Voglio anche fare un secondo album con Gavin Harrison… per questo album ho già composto quasi tutta la musica. A seconda di dove metto le mie priorità, dovrei essere presto in grado di finire la musica. Poi, chiaramente, dovrò aspettare che Gavin abbia tempo di registrare. Tengo quel progetto per lui.
Sto lavorando a un concerto per pianoforte. Niente batteria o basso elettrico. Sto componendo questo concerto per pianoforte che verrà eseguito da un pianista e da una vera orchestra, senza musica o campionamenti di alcun tipo. Sarà il primo album in cui non suonerò nessuno strumento. Si tratta di un progetto per il futuro, anche perché richiede molto lavoro e anche un certo budget. Direi che questi siano i tre progetti principali a cui sto attualmente lavorando. Ho comunque anche altre idee. Potrei citare altre cose, ma al momento sono meno probabili.
D.: Mi avevi anche detto che stavi lavorando ad un progetto che avrebbe previsto l’utilizzo di strumenti non convenzionali. E’ corretto?
A.F.: Sì, questo è il progetto con Gavin. Ho un amico che suona l’handpan ed è proprio grazie a lui che ho scoperto questo strumento. Ha già registrato alcune mie tracce. Il prossimo album con Gavin includerà una miscela di molti strumenti… Voglio che la musica presenti trame insolite dal punto di vista dell’orchestrazione.
Spatium & Tempus è uscito il 21 ottobre 2022.
Track listing
1. Comfort Zone
2. Impossible Hero
3. Climbing to Infinity
4. Never After
5. Invisible Time
6. Time to Dive
7. Hear Now
8. His Mind’s Universe
9. Apocalyptus