Savelli/Manzi – Gettare le basi (Radici Music) 2019

(Luca Paoli – 22 settembre 2019)

Alex Savelli e Massimo Manzi sono due musicisti e amici da molto tempo sulla scena musicale italiana. Hanno collaborato al progetto Pelican Milk ma non avevano mai, fino ad ora, fatto un disco tutto a loro nome.
Alex, polistrumentista e produttore  fondò I Pelican Milk nel 1999, per poi lavorare con nomi importanti quali Eddie Kramer, Paul Chain, Simon Painter, David Eserin, Ares Tavolazzi e molti altri.
Massimo, batterista affermato nella scena jazz italiana ha collaborato anche lui con altrettanti nomi di spicco  come Kenny Wheeler, Pat Metheny, Phil Woods, Massimo Urbani, Gianni Basso e Stefano Bollani ma anche con artisti della scena pop rock come Antonella Ruggero, Gino Paoli ed in quella prog con Ian Anderson. Non dimenticando la sua esperienza come batterista del gruppo italiano jazz Rock degli Agorà.
Queste e molte altre le esperienze del duo che dopo anni decide che è arrivato il momento di uscire allo scoperto con un progetto a loro nome.

Gettare Le Basi è quindi un debutto a tutti gli effetti che nasce dalla loro passione per quel rock degli anni ‘60 e ‘70 che tutti noi appassionati di musica di qualità ha forgiato e che ancora oggi resta imprescindibile.
Un ritorno alle radici del rock con forte propensione all’ improvvisazione, ad un fluire libero della musica senza porsi troppi limiti.
Infatti il lavoro nasce da una serie di improvvisazioni di basso e batteria e solo in un secondo tempo i nostri decidono di coinvolgere amici strumentisti per completare il tutto.
La prima cosa che salta all’occhio è che non compaiono i titoli dei brani. Lo stesso Alex Savelli racconta la loro decisione: Questa è stata una scelta di produzione importante nata dalla riflessione che troppo spesso i titoli sono inutili, inappropriati o forvianti…. Di qui la parola e lo spazio all’ascoltatore che forse meglio di noi può trovare il titolo “giusto”.
Quindi le undici tracce del disco sono denominate GB con lo spazio libero per l’inserimento del titolo.
Come scritto sopra si tratta di un lavoro di ampio respiro dove rock, prog, jazz, improvvisazione e psichedelia convivono trascinando l’ascoltatore in un’esperienza sonora che, partendo dagli anni ‘60 giunge fino ai giorni nostri tramite la via del post rock.

Gli ospiti che collaborano al progetto sono parecchi e cerco di elencarne alcuni come Luca Fattori, Terence Todaro, Antonio Stragapede, Alessandra Mostacci, Massimo Tagliata, Pippo Guarnera, Denzel Grottoli, Guglielmo Pagnozzi, Ivano Zanotti, Michele Menichetti e Carlo Maver.

Un album ricco di inventiva compositiva accompagnata da una notevole perizia strumentale mai fine a se stessa ma al servizio di una libertà espressiva che dà ad ogni brano un’impronta originale che attrae e invoglia l’ascoltatore a ripetuti ascolti che regalano sempre nuove sorprese.

Si parte con la traccia GB 01 introdotta dalla batteria ed un bel giro di basso per poi svilupparsi in un quasi hard rock molto ritmato. Un’altra traccia che voglio segnalarvi è la GB 04 sempre dal ritmo sostenuto con delle derive decisamente prog per i suoi cambi di tempo ed umori. Il brano GB 08 ha un mood jazz rock con un flauto a renderla classicamente prog.

Su questo brano vorrei lasciare la parola ad Alex Savelli che ci racconta una chicca sulla lavorazione dello stesso: Sul brano gb 8 ci sono due ospiti, Carlo Maver al flauto traverso e Guglielmo Pagnozzi al sax…hanno suonato in due momenti diversi e senza sentirsi, ma quando sono andato a montarli erano praticamente perfetti come se il brano in sé, la base gettata, avesse già delle strade delineate che i musicisti hanno percorso inconsciamente. E i conti sono tornati alla grande!

Per concludere un lavoro molto maturo, ottimamente prodotto, con degli ottimi suoni.

Lascio a voi scoprire le altre interessantissime tracce del disco che rendono questo progetto unico e fondamentale per chi, come il sottoscritto, ama lasciarsi trasportare dai flussi e dalle emozioni che la musica come in questo caso è in grado di regalare.

Molto bello, come da consuetudine, il packaging e la grafica che, anche visivamente, rende prezioso il lavoro. Un plauso alla Radici Music etichetta molto attenta a tutti i dettagli, cosa sempre più rara nel mondo discografico.

Alex Savelli: basso, chitarre, tastiere, e voce su GB 04
Massimo Manzi: batteria

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