ROCKABILLY MANIA ! – Voodoo Mars

(Aldo Pedron)

Il rockabilly nasce nei primi anni ’50 come genere musicale e vede l’unione del famoso Rock con l’Hillbilly, ossia un country più rudimentale.
Rockabilly è una parola, un neologismo composto dall’unione di rock and roll e hillbilly (termine dispregiativo usato per definire i montanari dei Monti Appalachi e, in senso generico, significava cafone di campagna).

Il termine Rockabilly viene coniato negli Usa tra il 1955 e il 1959 per descrivere un nuovo ed entusiasmante tipo di musica, che nasce dalla fusione tra il Blues (nero), lo Swing e il Country (bianco), tutto suonato a velocità piuttosto elevate e suonato da musicisti bianchi.

Il rockabilly è anche l’unione di vari generi come country, bluegrass, jazz e boogie-woogie.

Precursore e parente stretto del Rock and Roll e del Surf, il sound tipico del Rockabilly é creato dal suono twang della chitarra elettrica semiacustica leggermente distorta sopra un tappeto ritmico incalzante di contrabbasso amplificato, batteria e voci bagnate da reverberi e eco a nastro.

È molto importante non confondere il Rockabilly con il Rock’n’Roll che ha origini molto diverse, provenienti dalle terre afroamericane.

Date le sue caratteristiche, il rockabilly, diventa presto, oltre ad uno stile musicale molto amato, anche una moda, una cultura e uno degli stili di vita tra i più seguiti dai ragazzi dell’epoca.

Il Rockabilly style prevedeva vestiti che riflettevano lo stile dei musicisti dell’epoca, cioè degli anni cinquanta; pantaloni, magliette colorate, cappotti col collo alzato e una scarpa particolare usata negli anni cinquanta chiamata brothel creeper.

A tutt’oggi le creeper vengono indossate da appartenenti a varie culture giovanili come dark, punk e rockabilly. Le famose Blue Suede Shoes cantate da Carl Perkins ed Elvis Presley tra i tanti, non sono altro che un paio di classiche brothel creeper blu scamosciato. Naturalmente i jeans Levi’s e altri articoli casual, come t-shirt e giacche da moto, fanno parte del guardaroba.

Il look è molto importante: abbigliamento, scarpe, acconciature ed una pettinatura classica Pompadour sono elementi fondamentali, nulla è lasciato al caso.

Il primo brano rockabilly, Rocket 88 di Jackie Brenston, edito nel 1953 fu registrato da Bill Haley di Philadelphia che di lì a poco con i suoi Comets avrebbe lanciato su scala mondiale niente di meno che la celebre Rock Around The Clock del 1954, un rock and roll con 25 milioni di copie vendute!

I protagonisti di questo movimento rockabilly sono stati tra gli altri Carl Perkins (Blue Suede Shoes del 1956), Charlie Feathers (That Certain Female), Johnny Burnette (Train Kept A Rollin’ del 1956), Glen Glenn (Everybody’s Movin’ del 1958), Vince Taylor (Brand New Cadillac del 1959), Hasil Adkins che hanno influenzato poi vere e proprie star come Elvis Presley, Jerry Lee Lewis e Johnny Cash.

Il periodo d’oro del Rockabilly, mai divenuto celebre come il rock and roll, vede alcuni artisti negli studi della Sun Records di Sam Phillips a Memphis e dove per esempio nel 1954 Elvis Presley incide That’s All Right Mama scritta dal bluesman del Mississippi Arthur “Big Boy” Crudup, una rielaborazione alla Elvis di un pezzo dai risvolti blues e country. Il primo cantante bianco, Elvis che cantava le canzoni dei neri (afroamericani).

Scotty Moore è il padre della chitarra rockabilly, chiunque abbia un minimo d’interesse per questo genere dovrebbe memorizzare ognuno dei suoi “licks” e assoli durante la tappa di Elvis con la Sun Records. Scotty unì nel suo fraseggio le influenze country di Chet Atkins e Merle Travis in testa, con il blues di persone come l’inimitabile Pat Hare, creando un nuovo sound ibrido che avrebbe portato al rockabilly e poi al rock and roll.

Johnny Burnette (1934-1964) originario di Memphis, Tennessee, è il pioniere del genere Rockabilly e che già nel 1956 incideva per la Coral Records e poi per la Liberty Records. Ha influenzato tutto il movimento Rockabilly e Rock And Roll.

E se volete 10 canzoni (rockabilly) essenziali: That’s All Right, Good Rockin’ Tonight, Blue Moon Of Kentucky, My Baby Left Me, Mystery Train, Baby Let’s Play House, Heartbreak Hotel, Hound Dog, Too Much, Jailhouse Rock.    

Per la cronaca lo stile attuale dei gruppi rockabilly, tipo gli Stray Cats e il loro chitarrista Brian Setzer (1979-1984 e 1986-1993) è invece il “neo rockabilly” dal sound meno primitivo e più moderno.

I Voodoo Mars debuttano nel catalogo Go Country Records con questo album di Authentic Rockabilly prodotto ed arrangiato da Cris Mantello, personalità di riferimento di questo ambito musicale in Italia. Dieci energiche canzoni con cui il quartetto sintetizza il corredo standard di ogni buon repertorio rockabilly con tutte le sue sfumature, stilemi e commistioni, nulla è casuale o solo frutto di un impulso creativo, i Voodoo Mars prendono la scena e si presentano al meglio. I quattro navigati musicisti milanesi, approdano meritatamente ad una produzione musicale originale caratterizzata da una scrittura schietta e condivisa, quasi collegiale, andando a riempire una casella stilistica da troppo tempo rimasta vuota nel catalogo della giovane etichetta italiana.

Voodoo Mars, il loro nome deriva sostanzialmente da due riferimenti iconografici tipici degli anni ‘50 che sono il voodoo tiki e affini, e la fantascienza B movie anni ‘50. Anche il loro sound ne è contraddistinto, con stilemi di ritmi che hanno un sapore tribale! Se dovessimo identificare esattamente il loro suono, potremmo dire che appartiene alla tradizione del rockabilly wild and desperate!  Wild And Desperate come i Cramps ad esempio nati nel 1975 e che hanno creato uno stile originalissimo mescolando elementi presi dal punk-rock con chiare influenze rockabilly dando un decisivo impulso alla nascita del genere cosiddetto psychobilly.

I Voodoo Mars si ispirano al primo rockabilly, dal 1953 al 1959 con artisti come Johnny Burnette, Carl Perkins, Johnny Horton, Wanda Jackson (la first lady del rockabilly), i primi dischi della Sun Records, il primo Elvis Presley.

Un sound decisamente twang, con le tecniche usate allora senza sovra incisioni e microfoni rigorosamente a nastro (voce satura) che captavano soltanto alcuni suoni e la batteria per fare un esempio è lontana. La cosiddetta Head Room dove si incideva a metà anni ’50 (Low-Fi) è assai prima dei microfoni Hi-Fi anni ‘70. Un suono ricercato per un quartetto i Voodoo Mars con Stefano SJJ Errico alla chitarra solista, Enrico Cappelletti alias Henry Wolfabilly voce solista (vox) e chitarra ritmica, Stefano “Tex Murky” Tessadri al contrabbasso e Guido Carli alla batteria (ultimo aggiunto ma ora membro ufficiale della band nonché turnista e session-man assai noto, dal vivo e in studio con personaggi di rilievo come: Sting, Bocelli, Zucchero, Edoardo Bennato, Solomon Burke, Jeff Beck e tanti altri).

Henry Wolfabilly s’ispira in generale ad una scena musicale che è appunto quella del rockabilly più scuro e di nicchia della fine anni ’50 come Johnny Powers, Jimmy Wages, Ronnie Self per citare i più conosciuti, oppure Glenn Barker, Darrel Rhodes, Gene Maltais o Bobby Roberts (ndr. di Chattanooga, Tennessee con due singoli nel 1956 e 1958 a suo nome) che magari hanno pubblicato soltanto una o due canzoni nella loro carriera. Canzoni che si possono ascoltare in alcune raccolte, compilation di artisti vari tipo Sin Alley (ndr come esempio: Sin Alley Volume One! (Crypt Records / Big Daddy, BD 5501, CD, 1986, Germania) ristampato in vinile (LP) nel 1998.  Sin Alley è una etichetta non ufficiale che ha pubblicato 4 compilation di artisti vari con brani grezzi di rockabilly anni ’50 e di prima maniera!

Tex Murky invece s’ispira a Bill Black dello storico Elvis Presley Trio (Elvis Presley alla voce) con Scotty Moore alla chitarra, Bill Black al contrabbasso e DJ Fontana alla batteria.

Nel rockabilly la ritmica è dettata dal contrabbasso e le chitarre hanno un leggero suono di impronta country (acustiche, hollow o semi-hollow body). Le corde del contrabbasso sono pizzicate spesso in slapping, per creare un suono percussivo e una ritmica più coinvolgente che riduce il peso ritmico della batteria. Molto spesso la chitarra elettrica è sostenuta da un forte effetto eco, mentre la voce dà un notevolissimo riverbero. La voce è molto più grezza, spesso con un ampio riverbero, spezzata da continui singhiozzi e spesso priva di cori, anche durante i ritornelli.

Una band che promette bene e ci regala un rockabilly pazzo, selvaggio, divertente, vintage! Non per niente si dichiarano provenire direttamente da Marte! E questa volta sarà un disco a portarli da noi, non un “disco volante” ma il loro nuovo disco (album).

Dapprima direttamente da Marte è giunto sulla terra il loro singolo Eenie Meenie Miny Mo che ha anticipato l’album Let’s Get Wasted.  I Voodoo Mars ci danno dentro con dieci brani tutti di loro composizione e la produzione del poliedrico, multistrumentista e fantasista Cris Mantello con il supporto dell’esperienza dell’amico Raffaele Viganò.

Singolari, curiosi ed insoliti i testi che vedono Henry Wolfabilly essere dotato di una bella voce e soprattutto di una grande fantasia!

Il look del gruppo si conferma essere Hep Cat da autentico rockabilly, ciuffo al vento e basette e pantaloni con le pence

I brani dell’album, tutti cantati in inglese me li ha raccontati proprio lui… ecco le sue delucidazioni e spiegazioni:

per la maggior parte trattano di storie d’amore maledette, amori negati, la figura femminile (Malena) si presenta come un demone verso un uomo che se ne innamora ma si rende conto dell’impossibilità di amare il diavolo e getta tra le rocce il corpo di questa donna che per maledizione perseguiterà l’uomo ogni notte (The Devil Is A Woman).  Malena è questa donna meravigliosa e impossibile che fa soffrire l’uomo sia in Malena che in Burn, che in She, che in You’re My Ruin, così come in Runaway Papa, l’uomo non può innamorarsi di nessuna ed è costretto a fuggire dopo una notte d’amore con le proprie amanti.  Tex Murky è l’autore di tre brani per quanto riguarda la musica mentre in Rock And Roll Parrot è suo sia il testo che la musica. Il cantante Henry Wolfabilly ci metter invece lo zampino come autore in quasi tutti i pezzi. Eenie Meenie Mini Mo è una filastrocca che racconta di quattro ragazzi avventuratisi in un bosco e sono costretti a cantare per fare la conta per capire di sarà il turno per morire in un sacrificio tribale!

Hillbilly Bop è semplicemente un bop dal sapore country, hillbilly bop splende liscio come l’acciaio, viene dallo spazio ed è come una Chevy in faccia!

Rock And Roll Parrot è la storia di Tito, il pappagallo di Tex Murky (Stefano Tessadri).

Sicario Mario invece è una storia noir di un sicario che cerca la sua vittima ma che verrà ucciso da quest’ultima.

Un album in cui si è partiti da una storia d’amore e magia maledetta per contornare il tutto con un sicario, un pappagallo e uno stregone tribale.

La musica? Ripeto è Rockabilly puro, maltrattato, gridato e suonato come i rocker di un tempo e con i suoni e l’atmosfera decisamente vintage, anni ’50. Ritmi elevati ed una scansione ritmica in ottavi puntati. Canzoni pulsanti che si possono ballare e ti fanno muover la gambetta!

Un combo milanese decisamente assai valido che suona in perfetto stile Coral alla Johnny Burnette e di certe incisioni della Sun Records. Aggressività, il giusto spirito nel creare un suono ed un approccio selvaggio corredato da tanta tecnica, fantasia, furore, bravura.

SET LIST

  1. B-B-Burn
  2. The Devil Is A Woman
  3. Eenie Meenie Miny Mo
  4. Malena
  5. Rock And Roll Parrot
  6. Runaway Papa
  7. Sicario Mario
  8. Hillbilly Bop
  9. You’re My Ruin
  10. She
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