Puccio Roelens – Musica per Commenti Sonori

(Andrea Romeo)

Amleto Armando Roelens, che nell’ambiente musicale verrà ricordato soprattutto grazie al suo nomignolo, ovvero Puccio, nasce a Genova il 15 Settembre del 1919 e, dopo essersi diplomato al Conservatorio, viene notato da Francesco Ferrari che, all’epoca, svolgeva il ruolo di arrangiatore per l’Orchestra Cetra di Pippo Barzizza: si trasferisce allora a Torino, dove viene immediatamente inserito proprio in quest’orchestra in qualità di fisarmonicista.

Un inizio davvero importante per colui che, dagli anni ’40 in poi, si imporrà come uno dei più importanti pianisti, arrangiatori, direttori d’orchestra, compositori e produttori discografici italiani non soltanto in ambito jazz.

Poco più che ventenne, tra la metà degli anni ’40 e l’inizio degli anni ’50 prima entra, sempre grazie a Ferrari, nell’orchestra dell’Eiar di Firenze e poi, finita la guerra, collabora con personaggi di rilievo quali i chitarristi Franco Cerri e Cosimo Di Ceglie, il trombettista Nino Impallomeni, ed i direttori d’orchestra Gorni Kramer ed Enzo Ceragioli: nel 1948 forma una propria orchestra, insieme al trombettista Pino Moschini, al clarinettista Marcello Boschi, al tastierista Tullio Tilli, al chitarrista Otello “Canapino” Canapa, al contrabbassista Baldo Rossi ed al batterista Mario Vinciguerra, esibendosi occasionalmente anche in trio, con Rossi e Canapino, proponendo brani di Nat King Cole; nel contempo realizza alcune colonne sonore cinematografiche, collabora con la Rai e, nel 1953, insieme al Quartetto Cetra, a Riz Ortolani ed al maestro Francesco Ferrari, si occupa della colonna sonora del programma televisivo Sassofoni e vecchie trombette. L’impossibile storia del jazz.

Con una carriera già di altissimo livello, in cui accompagna spesso al pianoforte Nicola Arigliano e si occupa di diverse sonorizzazioni sempre per conto della Rai, verso la metà degli anni ’50 incrocia il violinista, arrangiatore, direttore d’orchestra, discografico e compositore italiano Armando Alberto Sciascia, titolare dell’etichetta Vedette: è l’incontro decisivo, che gli cambia la vita, perchè Sciascia gli offre un ruolo di rilievo come collaboratore proponendogli di occuparsi degli arrangiamenti di numerose produzioni dell’etichetta, dandogli la possibilità di collaborare, tra gli altri, con Francesco Anselmo, Al Korvin, Pino Presti, Gil Cuppini e Tullio De Piscopo.

Gli anni ’70, dal punto di vista cinematografico, si caratterizzano in Italia per tre generi di film differenti: gli spaghetti western, i film poliziotteschi ed i film erotici, sia hard che soft-core; subito definiti B-Movies, disprezzate nonostante un successo di pubblico assolutamente clamoroso, queste pellicole hanno avuto, grazie a diverse dichiarazioni di Quentin Tarantino, un inatteso ritorno di fiamma e, tra le peculiarità che hanno colpito i nuovi appassionati, ci sono state ovviamente le colonne sonore.

Roelens in quel decennio era stato coinvolto in queste produzioni che insieme a quelle di altri musicisti italiani andranno a comporre una enorme library musicale di tutto rispetto, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, realizzando un paio di album che, pur avendo avuto una diffusione limitatissima, diverranno veri e propri classici del genere ovvero Research of Sound, superba suite jazz-funk data alle stampe nel 1976, e Rock Satellite, pubblicato l’anno successivo e considerato a tutt’oggi una delle più importanti library funk di sempre.

Difficile ripetersi, di fronte ad una doppietta di questo livello, eppure Roelens ci riesce dopo un paio d’anni quando pubblica la terza library musicale, che sarà anche una delle ultime prima della sua scomparsa, avvenuta nel 1985.

Musica per Commenti Sonori, conosciuta anche come Lipstick dal titolo del brano che apre il secondo lato del vinile, è una sorta di compendio che riassume il lavoro realizzato nei due album precedenti: spaghetti western, poliziotteschi e film erotici furono le produzioni più gettonate ed a questi generi fanno riferimento le nove tracce di questo lavoro, il cui mood funky ancora oggi fa scuola.

Slip Back, Quick Step e la succitata Lipstick, sono certamente i brani che si possono considerare più dance: inutile dire che basso e batteria la fanno da padroni, regalando a questi pezzi un groove incredibile, ricco di break e di stop/reprise, mentre tastiere, chitarre e sax si occupano di creare melodie incalzanti ed accattivanti; gli arrangiamenti, e non sarebbe potuto essere diversamente, sono assolutamente equilibrati, esaltano i musicisti ma nel contempo mantengono sempre un’invidiabile senso di insieme; anche i mid-tempo come Rusty Letters, Cobwebs, o l’insinuante e maliziosa Leewards, sono vere e proprie scuole di groove assolutamente al medesimo livello qualitativo delle coeve produzioni d’oltreoceano.

I tre brani che chiudono l’album sono altrettanti esempi di maestria compositiva e di cura, assoluta, nella gestione degli arrangiamenti: Make Up regala un grandioso uptempo di basso e batteria, brevi ed incisivi soli di chitarra e flauto, mentre Effuse è “il brano” erotico per eccellenza, avvolgente, sinuoso, ammaliante, seducente, che non lascia davvero nulla all’immaginazione, grazie soprattutto ad un basso fortemente carico di reverbero, che va a toccare corde profonde…

Si chiude con Bus Stop, pezzo in un certo senso anarchico rispetto al resto dell’album, grazie a quel suo incedere cadenzato la cui linea di basso ricorda, seppur vagamente, quell’On The Road Again, scritta dai Canned Heat nel 1968, e che i Rockets più o meno nel medesimo periodo avevano riproposto con un nuovo arrangiamento elettronico, portandola ad un enorme successo internazionale.

Tre album dunque, nel giro di soli tre anni, ma quanto basta per aver fissato degli standard di tale livello da regalare a Roelens un posto certamente di primo piano nella storia della musica italiana del secondo ‘900.

(Costanza Records/Schema Records, 2016)

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