Procol Harum, addio al cantante Gary Brooker

(Aldo Pedron)

Facciamo un gioco… Quali sono i miei gruppi preferiti inglesi di sempre, diciamo una decina non di più? Beatles, Rolling Stones, Eric Burdon And The Animals, Kinks, Who, Spencer Davis Group, Manfred Mann, Troggs, Procol Harum, Traffic.

Gary Brooker lo dicono le note ufficiali… dapprima fonda e suona con The Paramounts (1959-1966), con poco successo; nel 1967 fonda i Procol Harum, band attiva dal 1967 al 1977 e dal 1991 ad oggi.
Dopo lo scioglimento del complesso, Brooker si dedica alla carriera solista, sia incidendo dischi in proprio, sia come componente aggiunto dal vivo nella band di Eric Clapton; nella Ringo Starr And His All-Starr Band (1997-1999), con i Rhythm Kings di Bill Wyman, con George Harrison (in studio), con Paul McCartney ed inoltre ha all’attivo partecipazioni sporadiche in altri progetti. Gary Brooker è stato, inoltre, manager di Frankie Miller.

Nel 1991 torna a suonare con i Procol Harum, ricostituitisi quell’anno e tuttora attivi fino ad oggi. Nel 2003 è stato insignito dell’Ordine dell’Impero Britannico a riconoscimento delle sue attività benefiche (14 giugno 2003). I Procol Harum sono stati veramente una meravigliosa realtà. Già tra il 1967 ed il 1970 questa band londinese ha stupito il mondo intero, dedica al rock sinfonico, per linearità d’intenti, per pulizia di espressione e contemporaneamente per maestosità di arrangiamenti.

Con A Whiter Shades of Pale i Procol Harum trovano l’alchimia perfetta che a volte senza un  motivo apparente, si innesca e rimane lì, immutata nel tempo: il testo ermetico di Keith Reid, sul quale critici e fans continuano a scervellarsi, una melodia struggente vagamente ispirata all’Aria sulla quarta corda dalla Suite n. 3 in sol maggiore di Johann Sebastian Bach, il mitico organo Hammond che massacra di brividi la pelle dell’ascoltatore, la voce pastosa, calda e graffiante da bluesman di Gary Brooker.

Ispirandosi alla Bach centrano il loro più grande successo, addirittura planetario con una canzone meravigliosa come A Whiter Shade Of Pale che resta in testa alle classifiche inglesi per 6 settimane. La voce di Gary Brooker è vibrante, solenne, emozionante. Gary Brooker è maestoso e superbo alla voce e al piano. Matthew Fisher maestoso all’organo hammond B3.

A Whiter Shade of Pale viene pubblicata come singolo il 12 maggio 1967, si dice abbia venduto oltre 30 milioni di copie e ufficialmente ci sono circa 800 versioni incise da altri artisti. Una delle canzoni tra le più belle, tra le più conosciute e di successo di tutti i tempi. Con A Whiter Shade of Pale i Procol Harum entrano a gamba tesa nella storia della musica facendosi ricordare per sempre come uno dei gruppi prog più promettenti e di talento dell’epoca, ma non solo: non si trattò solo di un successo di critica, riservato a un pubblico di nicchia esperto in tecnicismi, ma anche di un grande successo di pubblico che si appassionò fin da subito al rock progressivo portato avanti dalla band britannica.

A Whiter Shade Of Pale dei Procol Harum e Nights On White Satin dei Moody Blues entrambe del 1967, sono a ragione considerate due tra i principali apripista per l’estetica prog in tutto il mondo. La prima in particolare, che cita Bach, popolarizza la formazione con doppia tastiera, pianoforte più organo.

A seguire ci sarà Homburg (altro piccolo capolavoro) e la stessa A Salty Dog (1968), Quite Rightly So, Shine On Brightly (cantata anche in italiano è diventata Il Tuo Diamante del 1968). Una canzone ma anche un LP dal titolo omonimo che lo stesso Pete Townshned defì un album incredibile che avrebbe da lì in avanti influenzato lo stesso Pete Townshend e molti altri.

Diversi gli album dei Procol Harum degni di menzione, incisi con la band ufficiale, con numerosissimi cambi di formazione, session-men e accompagnati dall’orchestra. Gary Brooker c’è sempre, gli altri cambiano, la band sarà da lui guidata dagli esordi fino ai nostri giorni, fino alla fine.

La strumentale Repent Walpurgis (uscita in italiano su singolo con il titolo Fortuna) del 1967, Salad Days (1967), In The Wee Small Hour Of Sixpence (1968), Whiskey Train (1970) con Robin Trower alla chitarra, Conquistador (1972), Grand Hotel (1973), A Rum Tale (1973), Pandora’s Box (1975) e a sorpresa nel nuovo millennio An Old English Dream (2003), The Vip Room (2003), I Told On You (2017), queste sono soltanto alcune delle loro preziose gemme che invito tutti ad ascoltare.

La discografia ufficiale dei Procol Harum parla da sé: 15 album in studio, 8 album dal vivo, 65 compilation, 15 singoli (come per gli album pubblicati anche in ogni parte del mondo), sette E.P.

Con Gary Brooker (1945-2022) se ne va un pezzo di storia. Ci restano le sue meravigliose canzoni e la sua inconfondibile voce.

Gary Brooker e Aldo Pedron a Bellinzona (luglio 2015) foto di Giuseppe Verrini
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