Per Tori Amos la musica è ossigeno

(Raffaella Mezzanzanica)

“A volte non sei ancora pronto per alzarti in piedi, devi iniziare dallo stare seduto per terra.” (cit. Tori Amos).

Il lungo periodo trascorso in lockdown ha instaurato in ognuno di noi un forte senso di “connessione”. E se per tutti noi questa ricerca, questa voglia di sentirci legati agli altri è stata la luce in fondo a un lungo tunnel che non sembrava finire mai, per gli artisti l’esigenza di stabilire un contatto con il proprio pubblico si è trasformato in una vera e propria “urgenza”.

Per Tori Amos, donna e artista che nella vita ha dovuto superare esperienze davvero drammatiche, il lockdown è stato devastante.

Myra Ellen Amos, questo il suo nome completo, è una cantautrice e pianista americana, originaria del Nord Carolina. Mentre i suoi fratelli devono prendere lezioni, lei si dimostra da subito una bambina prodigio: all’età di due anni riesce già a riprodurre brani musicali al pianoforte dopo averli ascoltati una sola volta. Inizia a comporre la propria musica all’età di tre anni. Sin da bambina, Tori Amos “vede” la musica come se fosse una serie di strutture di luce. In neurologia, si parla di cromestesia, cioè l’associazione di sensazioni visive colorate con percezioni di altra natura (uditive, olfattive, gustative).

A soli cinque anni entra al Peabody Conservatory of Music e diventa la più giovane studentessa mai ammessa.

In età adolescenziale, partecipa e vince una serie innumerevole di concorsi musicali.

Il suo destino da musicista e cantautrice è ormai segnato.

A diciassette anni inizia da inviare demo alle case discografiche e firma un contratto con la Atlantic Records

Si trasferisce, quindi, a Los Angeles e, nel 1984 forma la band Y Kant Tori Read, con Matt Sorum, poi diventato batterista dei Guns N’ Roses. L’album, però, è un totale fallimento.

Nel 1990 inizia la sua carriera da solista. Il suo primo album è Little Earthquakes (1992), inserito da Rolling Stone nella classifica dei migliori album di tutti i tempi. Nel 1994 pubblica Under The Pink che contiene Cornflake Girl, uno dei suoi brani più conosciuti.

Nella sua produzione musicale, merita sicuramente una menzione particolare Strange Little Girls, concept album pubblicato nel 2001 composto da cover di 12 brani originariamente interpretati da uomini, rivisitati e reinterpretati da Tori utilizzando un punto di vista femminile (di seguito la sua interpretazione live di Real Men di Joe Jackson).

In Night of Hunters, il suo dodicesimo album pubblicato nel 2011 su etichetta Deutsche Grammophon, registrato con Andreas Ottensamer, la Filarmonica di Berlino e il quartetto d’archi Apollon Musagète, Tori Amos omaggia grandi compositori classici come Chopin, Bach, Debussy, Schubert. Con questo album entra nella storia della rivista Billboard diventando la prima artista femminile con un album tra le prime dieci posizioni nelle classifiche Classica, Alternativa e Rock contemporaneamente.

La sua produzione artistica è arricchita anche dal suo musical decisamente femminista, The Light Princess, ispirato da una fiaba del XIX° secolo scritta da George McDonald’s, da una biografia, Tori Amos: Piece by Piece, pubblicata nel 2005 e dal suo libro più recente, Resistance: A Songwriter’s Story of Hope, Change, and Courage, un’analisi approfondita del ruolo dell’artista all’interno della società.

Il prossimo 29 ottobre uscirà Ocean to Ocean, il suo attesissimo nuovo album, sedicesimo lavoro in studio per l’artista.

Ocean to Ocean è un album nato durante il lockdown. Si tratta di una raccolta di canzoni dalla forte carica emotiva che narrano una storia universale, quella di una crisi profonda per rinnovarsi di nuovo. Mentre le comunità di tutto il mondo, a seguito della pandemia, hanno subìto la perdita di vite umane, di musica dal vivo, viaggi e molto altro, Tori Amos ha trascorso un momento, se possibile, ancora più difficile.

Speaking with Trees, il primo singolo estratto dall’album e pubblicato lo scorso 29 settembre, è un brano dedicato alla madre, scomparsa circa due anni fa. Spiegando il significato di questo primo singolo in un suo Tweet, Tori ha dichiarato che la pandemia le ha fatto pensare molto a sua madre e al fatto di non poter sentire la sua voce. “I’ve been hiding your ashes under the treehouse/Don’t be surprised/I cannot let you go”. Tori afferma di aver veramente nascosto parte delle ceneri della madre sotto la casa sull’albero in Florida.

La vita di Tori Amos è legata indissolubilmente al tema del viaggio e, spesso, le sue canzoni trovano ispirazione da questo. Ne è un esempio il suo album precedente, Native Invaders.

Ocean to Ocean è un album in cui si parla di sofferenza, di lutto, ma anche di protezione, di salvezza e di speranza.

La sua voce così intensa e particolare, il suono del piano, gli archi, il tutto unito alle percussioni di Matt Chamberlain (Soundgarden, Pearl Jam – è il batterista nel video di Alive) rendono questo album ricco di emotività.

“Questo è un album sulle tue perdite e su come le affronti. Per fortuna quando hai vissuto abbastanza a lungo, puoi riconoscere che non ti senti come la madre che vorresti essere, la moglie che vorresti essere, l’artista che vorresti essere. Mi sono resa conto che per cambiare tutto questo, dovresti scrivere dal luogo in cui ti trovi. Ero nel mio inferno privato, quindi mi sono detta, allora è da lì che scriverai – l’hai già fatto prima…” (cit. Tori Amos)

Ocean to Ocean, il brano che dà il titolo all’album, affronta il senso della dislocazione sia geografica che emotiva.

Spies, pubblicato il 15 ottobre, è stato scritto per la figlia Tash, affinché potesse superare la sua paura per i pipistrelli, animali molto amati da Tori: “Knowing this may help you make/make it through the night/on lullabies/knowing this may help you/ to open up your eyes”.

“Girls United!”, la mia rubrica all’interno di Musicalmind, esiste grazie ad artiste come Tori Amos. Si tratta di donne combattenti, a volte anche un po’ ribelli, forti, ma che non hanno paura di mostrare le proprie fragilità.

Tori Amos è tutto questo. Ha avuto paura e ha sofferto. I suoi brani, i suoi album, raccontano le sue storie, senza alcun compromesso, senza giri di parole, senza nascondere nulla.

E’ sufficiente riascoltare oggi, Me and a Gun, estratto dal suo album Little Earthquakes. Questo brano autobiografico, racconta l’esperienza dello stupro subito dall’artista all’età di 21 anni.

E’ un brano a cappella, intenso e crudo, come l’esperienza raccontata. E nonostante il doloroso ricordo, Me and a Gun è quasi sempre presente nelle setlist dei suoi concerti.

Tori Amos non ha mai smesso di osservare il mondo che la circonda. Dopo aver parlato apertamente dell’aggressione sessuale, molte donne che la seguivano l’hanno contattata, le hanno scritto per condividere con lei le loro esperienze. E dopo aver ascoltato i loro racconti, si è resa conto che la sua voce sarebbe potuta diventare la voce di tante altre donne che come lei avevano sofferto ma che, sopravvissute, avevano avuto la forza di rialzarsi e guardare al futuro. Tori Amos è diventata la prima portavoce a livello nazionale negli Stati Uniti per l’organizzazione RAINN (Rape, Abuse & Incest National Network).

“La musica che, per un motivo o per un altro, è sempre stata presente nella mia vita da quando avevo due anni e mezzo, è diventata molto più che musica. E’ diventata ossigeno. E’ diventata cambiamento. E’ stata la cosa che per prima ha contribuito al mio recupero.” (cit. Tori Amos).

La musica è ossigeno e Tori Amos ci ricorda, qualora ce ne fossimo dimenticati, che senza ossigeno non si può vivere.

Ocean to Ocean sarà pubblicato il 29 ottobre su etichetta Decca Records

Tracklist

Addition of Light Divided
Speaking With Trees
Devil’s Bane
Swim to New York State
Spies
Ocean to Ocean
Flowers Burn to Gold
Metal Water Wood
29 Years
How Glass is Made
Birthday Baby

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