Parenti serpenti, il Pendulum della discordia

(Maurizio Calcante)

Nel dicembre del 1970, quando pubblicarono il loro sesto album Pendulum, i Creedence Clearwater Revival erano probabilmente la band più popolare al mondo.

I loro singoli erano tra i più trasmessi dalle radio ed il loro precedente disco, Cosmo’s Factory, era ancora in testa alle classifiche (rimase per ben 9 settimane al numero   1 della Hot 200 di Billboard). I critici vedevano in loro i “nuovi Beatles” e le riviste musicali li esaltavano sottolineando il clima di fratellanza ed amicizia che c’era tra i componenti della band.

Le cose purtroppo non andavano esattamente così: i litigi tra i fratelli Fogerty per motivi economici e di ego erano diventati sempre più frequenti tant’è che oramai non si parlavano quasi più, mentre Stu Cook e Doug “Cosmo” Clifford, rispettivamente bassista e batterista della band, si trovavano in qualche modo a far da pacieri con risultati non sempre apprezzabili.

Al momento di entrare in sala d’incisione per registrare Pendulum Tom Fogerty, particolarmente offeso dal fatto che il fratello John non gli avesse concesso di cantare in un brano, aveva annunciato il suo ritiro e solo le pressanti insistenze di tutto l’entourage della band l’aveva fatto ritornare, ma come vedremo solo provvisoriamente, sulle sue decisioni.

Pendulum avrebbe dovuto nelle intenzioni della Fantasy Records, la piccola label di Berkeley con la quale i Creedence erano sotto contratto, bissare il successo dell’album precedente. I discografici fecero le cose in grande: organizzarono per il lancio del disco un party con la stampa nel quale venne presentato in anteprima il disco ed i 4 Creedence tennero per gli ospiti un breve concerto. I giornalisti però notarono il clima di tensione all’interno della band di cui si ebbe la conferma pochi giorni dopo quando Tom Fogerty annunciò l’abbandono, questa volta definitivo, del gruppo per proseguire come solista.

Mentre in Europa e nel resto del mondo Pendulum rispose pienamente alle aspettative (in Italia, dove venne consegnato ai negozi il giorno di San Silvestro del 1970, fu il quinto album più venduto del 1971) negli USA le copie vendute non furono all’altezza delle aspettative. A penalizzare l’aspetto commerciale furono sostanzialmente questi fattori: l’assenza di un tour promozionale del disco, le recensioni delle riviste specializzate come Rolling Stone non del tutto  positive, lo shock provocato ai fan dall’abbandono del maggiore dei fratelli Fogerty e le nuove sonorità dell’album, che oscillava come un “pendolo” tra atmosfere rock classiche per la band ed altre orientate verso un  rhythm and blues più di pertinenza di gruppi quali Booker T & The M.G.’s di cui i Creedence erano grandi fan.

A seguito dell’abbandono di Tom John Fogerty, Stu Cook e Doug Clifford, dopo aver valutato altre opzioni tra le quali quella di inserire un tastierista nella band, decisero di continuare come trio e si presero un lungo periodo di pausa durante il quale John si trasferì in Danimarca per convivere con Lucy, una d.j. che aveva conosciuto nel tour europeo dell’anno prima.

I Creedence si sarebbero fatti vivi solo nel mese di luglio 1971 con la pubblicazione del nuovo singolo Sweet Hitch Hiker, che vedeva sul lato B Door to Door, una canzone scritta e cantata da Stu Cook, e con il loro primo concerto come trio tenuto in occasione della chiusura del Fillmore West il 4 sempre dello stesso mese.

Tom Fogerty invece aveva pubblicato già nel mese di aprile il suo primo singolo da solista, Goodbye Media Man, che aveva riscosso un buon successo tra i fan della band ma risultati di vendita deludenti.

I contrasti tra i fratelli Fogerty e successivamente anche tra gli altri membri della band sfociarono nello scioglimento dei Creedence nell’ottobre del 1972 dopo la pubblicazione dell’ultimo deludente album della band Mardi Gras.

Tom Fogerty è morto di AIDS nel settembre del 1990 senza aver la possibilità di riconciliarsi definitivamente col fratello John: anni di litigi, parziali riavvicinamenti, ulteriori liti per motivi economici e reciproche ripicche avevano deteriorato irreparabilmente i loro rapporti.

Pendulum resta l’ultima testimonianza del quartetto californiano che per tre anni, dal 1969 al 1971, ha saputo creare canzoni di due o 3 minuti che hanno fatto la storia del rock e che continuano dopo oltre 50 anni ad essere trasmesse dalle radio di tutto il modo mantenendo una patina di freschezza e modernità.

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