Noel Redding – The Experience Sessions

(Andrea Romeo)

Noel Redding è, per la storia, il bassista di una formazione, The Jimi Hendrix Experience, che la storia della musica l’ha fatta davvero, della quale è un pezzo fondamentale ed imprescindibile ed il cui viaggio musicale è iniziato al Londra, nel 1966, quando l’ex bassista degli Animals, Chas Chandler, mise in contato un giovane chitarrista di Seattle, astro nascente del rock blues, con il bassista di Folkestone, Kent, Noel Redding, durante un’audizione per i New Animals.

A stretto giro lo stesso Chandler, attraverso i suoi giri di amicizie, contattò il batterista Mitch Mitchell, originario di Ealing, Middlesex, creando di fatto la band di Hendrix che iniziò a lavorare insieme nel mese di Ottobre dello stesso anno ed il cui percorso artistico proseguì fino al 29 Giugno del 1969 quando, in occasione del Barry Fey’s Denver Pop Festival, L’Experience apparve per l’ultima volta insieme; problemi di ego, di droghe, differenti stili di vita, ma anche fortissimi dissidi tra il bassista ed il batterista, ne decretarono la prematura fine.

Nei poco più di due anni e mezzo di vita, tre album epocali quali Are You Experienced, Axis: Bold as Love ed Electric Ladyland, shows memorabili, quali il Monterey Pop Festival del 1967 cui seguì una nutrita serie di spettacoli nelle principali venues californiane, lunghi tour europei che toccarono anche Scandinavia, Germania e Francia, i sold out alla Royal Albert Hall nel Febbraio del 1969 e lo scioglimento, avvenuto proprio a pochi mesi dalla storica esibizione di Hendrix a Woodstock.

Un periodo breve, ma decisamente denso di attività, una fama crescente unita ai suddetti problemi che minarono l’integrità della band: i brani che sono stati raccolti all’interno di Noel Redding – The Experience Sessions sono i frutti paralleli, talora ancora acerbi ma molto interessanti, delle lunghe session che contraddistinsero quegli anni, e rappresentano un interessante spaccato della band, visto da una angolazione musicale differente, le cui particolarità vale la pena di analizzare.

Nelle undici tracce in studio, che vanno dal Maggio del 1967 al Febbraio del 1969, cui è stata aggiunta una Red House in versione live, registrata all’Olympia Theatre di Parigi il 29 Gennaio del 1968, Noel Redding non è solo il bassista, ma anche la voce solista, il chitarrista ritmico ed acustico, mentre Hendrix si occupa esclusivamente della chitarra solista, ritmica, occasionalmente del basso, e Mitchell di batteria e cori; insieme a loro, oltre ad alcuni musicisti indicati come unknown, Dave Mason al sitar e Chris Wood al flauto, provenienti dai Traffic.

Si parte dalla psichedelica There Ain’t Nothing Wrong che, oltre a proporre la riconoscibilissima chitarra di Hendrix ed il sitar di Mason, rappresenta in modo plastico l’approccio musicale dell’Experience, seguita da una Little Miss Strange decisamente british, in cui si incrociano Beatles, Animals, Stones, Small Faces, e dalla ballad acustica Walking Through The Garden, che strizza decisamente l’occhio al folk.

She’s So Fine è invece un brano decisamente più aggressivo, che rimanda agli Yardbirds, ma anche a qualcosa dei Cream o degli Who mentre Little, Little Girl è una folk-song acustica, in stile Donovan, che vede Redding occuparsi di voce, chitarra e basso, mentre la traccia di batteria, minimale e che si limita a scandire il tempo, è accreditata ad un batterista sconosciuto.

How Can I Live si esprime come un quadratissimo rock psichedelico, decisamente più orientato verso certe atmosfere west coast, ed in cui fa bella mostra la dodici corde di Redding dai timbri molto Byrds-style.

I quattro brani successivi, ovvero Noel’s Tune (Take 1), Noel’s Tune (Take 2) e le versioni strumentali di Little Miss Strange e She’s So Fine, rappresentano di fatto dei veri e propri demo, ancora soltanto abbozzati, quasi delle backing tracks che avrebbero poi potuto sfociare in brani completi, cosa che difatti avvenne per gli ultimi due.

Si va verso la fine con un rock blues, Dream, in cui Hendrix, scambiandosi il ruolo con Redding, si rivela eccellente bassista, infilando una serie di break decisamente notevoli, che oltretutto sostengono in modo interessante la melodia.

L’Experience torna decisamente sui suoi passi con il brano finale, Red House, un classico slow blues proposto in quest’occasione dal trio al pubblico parigino, ed in cui Redding ed Hendrix suonano due linee praticamente parallele, impreziosendole con svisate e fill che nella versione in studio risultavano molto meno evidenti.

Un album che racconta dunque una sorta di storia parallela, ovvero ciò che succedeva in studio, durante quelle sessions che hanno prodotto i tre lavori grazie ai quali il trio è stato consegnato alla storia della musica rock.

Terminata la sua “experience” Redding si dedicherà ai Fat Mattress, che lascerà subito dopo il primo album, si trasferirà poi in Irlanda, a Clonakilty, dove fonderà la Noel Redding Band, con Eric Bell (Thin Lizzy), Dave Clarke, Les Sampson e Robbie Walsh con la quale realizzerà un paio di album, tre tour in Olanda, due tour inglesi, uno in Irlanda, ed un tour di dieci settimane negli States, prima dello scioglimento.

Nel 1997 la Fender produrrà, in mille copie autografate, un Noel Redding Signature Jazz Bass, copia fedele del suo Basso del 1964, operazione per la quale il bassista ebbe parole di elogio per l’accuratezza della riproduzione; poco tempo dopo, si unì alla band del cantautore californiano Keith Dion, conosciuto a Londra, con la quale realizzò diversi tour negli Stati Uniti.

La sua ultima performance avvenne a Clonakilty, presso il De Barra Pub dove per vent’anni, con la sua resident band, aveva suonato tutti i venerdì sera: in quell’occasione, immortalata nel suo ultimo album Thank You, Goodnight and Gud Luck, al suo fianco c’erano, tra gli altri musicisti, Steve Pawsey, Jeff Ward, Jim O’Neil, Eric Bell e Les Sampson; se ne andrà l’11 maggio del 2003.

All’interno del pub ancora oggi, in una teca di vetro posta vicino a numerose fotografie ed altri memorabilia, è conservato il suo fedele Jazz Bass.

(Experience Hendrix/Image Entertainment/Comet-Akarma Records, 2003)

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