Marc Cohn e Blind Boys of Alabama: il gospel tra tradizione e contaminazione

(Raffaella Mezzanzanica – 23 agosto 2019)

Ci sono molte persone che pensano che oggi non sia più utile, né tantomeno necessario, scrivere recensioni di album e questa idea è determinata dal martello mediatico a cui siamo tutti quotidianamente soggetti.
Ai giorni nostri, grazie al web, è così facile trovare informazioni, leggere articoli estratti da riviste specializzate anche di altri Paesi che, farsi un’opinione su un qualsiasi argomento, musica inclusa, sembra davvero la cosa più facile al mondo.
Al contrario io penso che la critica musicale, anche da parte di chi non è giornalista (intendo iscritto all’albo professionale) ma dettata, invece, dalla passione e soprattutto dall’esperienza di ricerca e ascolto maturati, sia fondamentale.
L’album che sto per introdurre, un lavoro che non avrebbe assolutamente bisogno di alcuna introduzione o presentazione, ne è un esempio, perché è stato oggetto di malintesi, soprattutto in Italia.

Marc Cohn AND Blind Boys of AlabamaWork To Do è stato pubblicato lo scorso 9 agosto e, in Italia, molti ne hanno parlato come di un album di Marc Cohn, creando, probabilmente in buona fede, una sorta di “fake news”.

Non vi sarà sfuggito che ho scritto “AND” interamente in lettere maiuscole perché, non si può parlare della composizione, delle caratteristiche e dei brani di questo album, senza partire dall’evidenza e l’evidenza sta tutta in quella congiunzione “AND” (“E”).

Work To Do NON è un album di Marc Cohn.
Work To Do NON è un album di Marc Cohn feat. (con la partecipazione dei…) Blind Boys of Alabama.
Work To Do NON è un album di Marc Cohn WITH (con) i Blind Boys of Alabama.

Work To Do è un album di Marc Cohn AND (“E”) Blind Boys of Alabama.

Si tratta, quindi, di una collaborazione. Chiarire l’importanza di quella congiunzione è un aspetto fondamentale prima di procedere ulteriormente.
Marc Cohn, cantautore, musicista, ha esordito nel 1991. Il suo primo album gli ha permesso di vincere un Grammy Award come “Best New Artist” e di essere nominato lo stesso anno nella categoria “Song of the Year” per il suo brano più conosciuto: “Walking in Memphis”. Artisti del calibro di Bonnie Raitt, James Taylor, Graham Nash, Patty Griffin e David Crosby hanno tutti partecipato come “guests” ai suoi album.
I Blind Boys of Alabama, invece, hanno iniziato la loro carriera musicale negli anni ’40. Hanno avuto dieci nomination ai Grammy e ne hanno vinti cinqui, a cui si aggiunge anche il Grammy Award alla carriera conferito ai tre membri fondatori (oggi ne è rimasto solo uno, Jimmy Carter, 87 anni) nel 2009.

C’è poi un altro aspetto interessante da spiegare: Work To Do NON è un album gospel. O meglio, è un album gospel ma non nella sua forma tradizionale. Si tratta di un lavoro che appartiene a un sottogenere derivante dalla trasformazione del gospel classico definito “Gospel-inflected Pop” (cit. Marc Cohn and Blind Boys of Alabama Find Magic in Working Together – No Depression 8 agosto 2019).

Molti puristi, a questo punto, avrebbero già gridato al sacrilegio. In realtà, come tanti (in pratica, tutti) generi musicali anche il gospel ha subito variazioni e mutamenti nel tempo e nella storia ed è arrivato oggi ad assumere connotazioni che lo fanno sempre più assomigliare al pop.
Certo, parlare di gospel fa subito pensare a personaggi come Mahalia Jackson, al sublime esempio di Aretha Franklin e del suo album “Amazing Grace” with James Cleveland & the Southern California Community Choir, all’album “Sing for Freedom: The Story of the Civil Rights Movement through its songs” pubblicato da Smithsonian/Folkways e a brani che sono degli standard del genere come “This Little Light”, “We Shall Overcome” e, ovviamente, “Amazing Grace”. Se citassi, però, artisti come Patty Griffin o Elvis Presley, il re del rock, che cosa pensereste? La prima è un’artista folk e ha vinto un Grammy come “Best Traditional Gospel Album” nel 2010 con “Downtown Church”; il secondo, considerato il Re del Rock and Roll, ha pubblicato, a partire dal 1960, una trilogia di album gospel, il primo dei quali, in ordine temporale, è His Hands in Mine.
Artisti contemporanei come Mary, Mary, Kirk Franklin & The Family, i Queen, Ryan Adams e Andy Frasco & the UN che cosa hanno in comune? Tutti hanno utilizzato il gospel in modo contemporaneo. Alcuni sono, per definizione, artisti contemporary gospel: Mary, Mary e Kirk Franklin, gli altri citati hanno utilizzato elementi gospel in alcuni dei loro brani: i Queen (Let me Live o Somebody to Love), Ryan Adams in The Rescue Blues, Andy Frasco & the UN in Change of Pace.
Un altro esempio: le prime tre posizioni della classifica di Billboard “Hot Christian Songs” dell’ultima settimana sono le seguenti: al primo e terzo posto Laura Daigle rispettivamente con You Say e Rescue, mentre al secondo posto ci sono Johnathan David & Melissa Helser con Raise a Hallelujah. Non c’è uno solo di questi brani che possa anche solo lontanamente assomigliare a un gospel tradizionale. Raise a Hallelujah, addirittura, sembra più un brano di musica elettronica.

L’ascolto di Work To Do deve partire da questi presupposti: collaborazione e contaminazione.

Work To Do nasce originariamente come un EP, composto da tre brani registrati in studio. In seguito, ai tre brani ne sono stati aggiunti altri sette registrati dal vivo durante un’esibizione al Katharine Hepburn Cultural Arts Center in Old Saybrook, Connectictut.

I tre brani registrati in studio sono Talk Back Mic un blues tipico del profondo sud degli Stati Uniti, Walk in Jerusalem, uno standard del genere gospel e il brano omonimo Work To Do, scritto da Marc Cohn pensando proprio alla collaborazione con i Blind Boys of Alabama.

Gli altri sette comprendono, tra gli altri: Walking in Memphis, Listening to Levon, Silver Thunderbird e Ghost Train. Si tratta di brani inseriti in album precedenti di Marc Cohn a cui lo stesso artista ha voluto dare una nuova vita grazie alla collaborazione con i Blind Boys of Alabama.

Senza voler togliere il gusto di ascoltare l’album per intero, segnalerei tre brani assolutamente imperdibili:

Work To Do. Il brano omonimo si apre con una intro al pianoforte. E’ sicuramente il brano più pop dell’intero album e anche quello in cui, a mio parere, la collaborazione tra Marc Cohn e Blind Boys of Alabama raggiunge l’apice. Il senso del brano è spiegato da Marc Cohn in un’intervista rilasciata a Billboard lo scorso luglio: “It’s really meant to be an older man’s song, more along the lines of Jimmy Carter” “It’s a song about feeling like you’re at the end of your road, but not at the end of your work. I really heard his voice and him singing it. To me, it’s really Jimmy’s song, and I’m just singing the lead.” (Fonte: Billboard Magazine US – Marc Cohn & Blind Boys of Alabama Team Up for Soulful ‘Work to Do’: Exclusive – Gary Graff – 17 luglio 2019)

Amazing Grace. Questo brano, da sempre, rappresenta l’essenza della musica gospel. Provate a pensare alla versione più tradizionale di questo brano, poi chiudete gli occhi e immaginate le parole cantate sulla musica di “The House of the Rising Sun”. Impossibile? Impensabile? Inimmaginabile? Ora ascoltate.

Silver Thunderbird.  Brano autobiografico – l’artista parla del proprio padre, morto quando lui aveva solo dodici anni – da ascoltare dopo la versione originale  del 1991 per comprendere, semmai ce ne fosse ancora bisogno, la magia della collaborazione con i Blind Boys of Alabama.

“My collaboration with the Blind Boys of Alabama has been a thrilling chapter in my musical life”. E’ un’affermazione di Marc Cohn tratta dalla presentazione dell’album pubblicata sulla sua pagina web ufficiale.  Sant’Agostino disse: “Chi canta prega due volte”. Oggi il gospel non è più solo finalizzato all’affermazione della religione o della preghiera ma, se il risultato è così emozionante e onesto, possiamo solo augurarci che Marc Cohn e i Blind Boys of Alabama abbiano ancora “Work To Do”.

Marc Cohn and Blind Boys of Alabama
WORK TO DO
2019 – BMG Rights Management (US) LLC

Track List:
Walking in Jerusalem
Talk Back Mic
Work To Do
Ghost Train
Baby King
Listening to Levon
Silver Thunderbird
Amazing Grace
Walking in Memphis
One Safe Place

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