Magpie Salute, High Water II – Fine corsa dopo il loro miglior disco ?

(Andrea Lenti – 28 ottobre 2019)

Scrivo queste mie righe il 26 ottobre. High Water II è uscito da 10 giorni ed il sito ufficiale dei Magpie Salute è in pausa. Una sorta di Coming Soon preoccupante. Non ci sono date annunciate, niente di niente.
Le voci sempre più insistenti di una reunion dei Black Crowes nel 2020 hanno già decretato la fine frettolosa di questa ambiziosa band proprio appena dopo l’uscita del loro disco migliore? Sí, perché di questo si tratta; anche se la maggior parte delle canzoni è stata scritta nelle sessions del primo disco, High Water II fa fare alla band un salto in avanti rispetto al primo capitolo. 
Rich Robinson scrive tutti i pezzi, da solo o assieme agli altri membri della band, perciò  è inutile che vi ribadisca che una certa atmosfera Black Crowes c’è, a volte si nota molto.

High Water II è un orgoglioso disco di rock, chitarre come se piovesse, organo e tastiere a fare tanto anni ‘70, atmosfere ariose, cambi di ritmo ecc ecc… È curioso che la maggior parte dei pezzi che Chris Robinson scrive da solo siano delle ballate. Notevole è il tris In Her (che un po’ pomposamente possiamo chiamare il singolo tratto dal disco), You And I e Mother Storm, la più Corvesca del terzetto. 
Forse i 2 brani per me più deboli sono all’inizio, Sooner Or Later è urlata ma non decolla, mentre Leave It All Behind richiama i Crowes senza averne il respiro. Gimme Something e’ più incalzante e nel finale mi ricorda un po’ Under My Thumb. Bel lavoro di Matt Slocum che nell’album lascia il segno almeno quanto le due chitarre. John Hogg su disco convince anche se non sarà mai uno dei miei cantanti preferiti, comunque è molto meglio di quello sentito dal vivo a Trezzo d’Adda (e non era solo colpa del suono del locale secondo me). Marc Ford, che rimane uno dei miei idoli, come compositore è un po’ defilato . Il suo nome si legge solo in Lost Boy, cantata da Ford stesso con l’aiuto di Alison Kraus (ma potrebbe essere chiunque perché praticamente sussurra). La ballata è molto avvolgente, belle chitarre e un ottimo Slocum.
Il resto dei brani è tutto più che convincente: Life Is A Landslide parte un po’ anonima ma si riprende subito, il ritmo sale ed alla fine Slocum sembra buttare lí una citazione pianistica di Hey Negrita (Stones). Doesn’t Really Matter è un gran pezzo, parte tirata, Hogg si sgola, poi improvvisamente cambia ritmo, si rallenta, sembra quasi un’altra canzone… ma alla fine riprendono il filo e riparte a mille. Convincente. Turn It Around è un altro brano tirato ma i ragazzi in qualche modo sembrano tirare un po’ il freno a mano. 
Il finale è una delle perle: Where Is The Place. Ritmo incalzante ma il piano è blues, belle chitarre, classe da vendere. 

Sono sempre più convinto che ci voglia un coraggio da leone al giorno d’oggi per fare dei  dischi così fuori dal tempo,  ma fortunatamente ci sono artisti a cui la forza di rischiare non manca.
Sarà High Water II il canto del cigno di una piccola-grande, fiera ed orgogliosa band di rock and roll? O l’ormai quasi certo Tour dei Black Crowes del prossimino anno sarà solo un remunerativo intervallo e poi le storie riprenderanno da dove si sono interrotte? Vedremo. Sarebbe un peccato se non ci fosse un tour per promuovere High Water II

Nel frattempo, godiamoci il presente. Per rock and roll hearts, un disco da avere .

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