Laura Nyro, artista unica e straordinaria

(Raffaella Mezzanzanica)

“Laura Nyro is my favorite songwriter of all time. Listen to her Eli’s Coming album. That is amazing songwriting. I have worn out all of her albums.” (cit. Alice Cooper)

Laura Nyro, vero nome Laura Nigro, nata il 18 ottobre 1947 a New York è stata una pianista, cantautrice e interprete, mancata prematuramente l’8 aprile 1997 a causa di un cancro alle ovaie, la stessa terribile malattia di cui aveva sofferto sua madre.

Artista dotata di un grandissimo talento e di una incredibile sensibilità, purtroppo rimane ancora alquanto sconosciuta e spesso ricordata solo per le interpretazioni dei suoi brani da parte di altri artisti.

Introspettiva, attenta ai dettagli, dotata di una voce meravigliosa e di una dote naturale nella scrittura. Non stupisce, quindi, sapere che, nonostante sia mancata a soli 49 anni, molti altri artisti ne siano stati influenzati.

Grandi cantautrici come Rickie Lee Jones, Joni Mitchell o Carole King l’hanno spesso ricordata come fonte di grande ispirazione. Accanto a loro, anche un insospettabile Alice Cooper, il padrino dello “Shock Rock”, ha citato in diverse interviste Laura Nyro – e il suo album Eli & the Thirteenth Confession -come la cantautrice da lui più amata in assoluto.

“(…) Even with all of the people who have covered her songs, nobody does them better than her. And I don’t know how she does it, but she comes up with some of the most unique lyric lines that I have ever heard in my life. It’s almost Porgy and Bess (by George Gershwin). It’s got this strange quality. Nobody writes like her. “ (cit. Alice Cooper – Americana Songwriter – 2020).

In effetti, le canzoni di Laura Nyro sono molto conosciute proprio per quanto affermato da Alice Cooper. Molti artisti, infatti, le hanno interpretate e le hanno rese famose. Si pensi, ad esempio, al brano And When I Die, composto dall’artista nel 1966 e venduto a Peter, Paul e Mary per 5.000 $, o a Stoney End, brano pubblicato nel 1967 ma che divenne una vera e propria hit grazie all’interpretazione di Barbra Streisand.

Sicuramente, però, è il gruppo The 5th Dimension a dover ringraziare Laura Nyro. Le loro interpretazioni di diversi brani dell’artista – Stoned Soul Picnic, Sweet Blindness, Wedding Bell Blues, Blowin’ Away e Save the Country – hanno fortemente contribuito al loro successo.

Laura Nyro era fortemente legata alla sua città, New York e questo amore ha certamente contribuito a creare i suoi testi e a definire il suo suono.

“She was the very essence of New York City: passionate, romantic, ethereal, eternal” (cit. Bette Midler – discorso per l’introduzione postuma di Laura Nyro nella Rock ’n’ Roll Hall of Fame – 2012).

A New York è dedicato il suo album del 1969, New York Tendaberry, parte di una trilogia di album iniziata con Eli and the Thirteenth Confession e che terminerà con Christmas and the Beads of Sweats.

Accanto alla magia della sua musica, Laura Nyro è stata anche un’attivista. Dichiaratamente femminista, ha spesso discusso apertamente di questo aspetto anche durante i suoi concerti.

“For instance, I may bring a certain feminist perspective to my songwriting, because that’s how I see life. I’m interested in art, poetry, and music. As that kind of artist, I can do anything. I can say anything. It’s about self-expression. It knows no package – there’s no such thing. That’s what being an artist is.” (cit. Laura Nyro)

Vegetariana e attivista anche per i diritti degli animali, il suo nono album, pubblicato nel 1993, Walk the Dog and Light the Light, comprende un brano proprio su questo tema, Lite a Flame (the Animal Rights Song).

Schiva ed estremamente riservata, Laura Nyro non ha mai amato esibirsi in pubblico. In molti la ricordano per aver abbandonato in lacrime il palco del Monterey Pop Festival nel 1969, convinta che il pubblico stesse fischiando la sua esibizione, più che per l’enorme contributo dato alla musica.

Ricordare Laura Nyro è necessario ed è per questo che è importante sapere che sia in corso di produzione un documentario sulla vita dell’artista, grazie a Vistas Media Capital, prodotto da Ben Waisbren e Bonnie Greenberg.

Se non conoscete Laura Nyro vi siete persi qualcosa, ma siete ancora in tempo, perché la sua musica e i suoi testi sono un patrimonio culturale senza tempo. E così come hanno affermato i due produttori del documentario: “Her lyrics touched and galvanized a generation of women — words that have resonance today”.

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