La San Francisco di Scott McKenzie

(Nik Maffi – 9 luglio 2019)

Introduzione: cultura alta, Jean Baudrillard nel suo saggio del 1974 intitolato “La società dei consumi“, parlando della cultura dei mass-media cita Marx a proposito di Napoleone terzo, affermando, attraverso le parole del filosofo tedesco, che capita che nella storia gli stessi avvenimenti si producano due volte: la prima hanno una reale portata storica, la seconda non ne sono che l’evocazione caricaturale, la trasformazione grottesca, che vive di un riferimento leggendario. Cultura bassa, nelle serate dove il Gutturnio prende il sopravvento, mi potreste sentir cantare un motivetto di Bobby Solo “sssse tu andrai a ssssan fransccisssscooooo, raccogli un fioree e portalo con teee…“.

Nel giugno del 1967 esce per la CBS il singolo di Scott McKenzie San Francisco (Be Sure To Wear Flowers In Your Hair), scritta da John Phillips dei Mamas and Papas, con cui Scott Mckenzie collaborava a fasi alterne negli anni sessanta. Sulla copertina della mia copia italiana marcata CBS 2816, risalta la scritta “versione originale dell’inno degli hippies, i figli dei fiori”.

Torniamo allora alla citazione di Baudrillard, quando un avvenimento diventa evocazione caricaturale? quando, come in questo caso, una canzone rischia di diventare caricatura di un momento storico? Come molte altre cosiddette controculture anche quella Hippie venne fagocitata dai media, dal mondo della moda, dalle case discografiche e addirittura dalla malavita; la fine di Haight-Ashbury secondo le parole di Fernanda Pivano nel libro “L’altra America negli anni sessanta vol.2“, avvenne quando l’LSD fu sostituita con la metedrina , droga usata dagli aviatori tedeschi durante i bombardamenti su Londra; la vendeva la malavita che presto riuscì a lucrare infiltrandosi all’ interno del movimento.
L’attenzione della stampa su San Francisco fu attirata con il primo Human Be-In il 14 gennaio 1967, ma il termine “flower power” nacque dalle parole del poeta Allen Ginsberg nel 1965.

Sul retro copertina del singolo si trova la traduzione della canzone in italiano:” …attraverso tutta la nazione ci sono strane vibrazioni, c’è una intera generazione, con una nuova spiegazione, le emozioni della gente“.

Effettivamente ci fu un momento di speranza sognando una comunità solidale, esempi come il Free Medical Clinic, fondato a San Francisco dal dr. David Smith esperto in droghe che senza sovvenzioni statali arrivò a curare 13.000 pazienti in tre mesi, ma proprio perché lo stato non riconobbe questa ed altre attività “alternative” molte di loro dovettero chiudere i battenti.
All’alba del 6 ottobre 1967, si tennero al Buena Vista Park di Frisco i funerali hippie ad opera di un gruppo di attivisti che annunciavano la morte del devoto figlio dei mass-media.

Di questa canzone esiste la già citata versione del rocker nazionale Bobby Solo, incisa per la Ricordi nel 1967 ma la versione più interessante è, a mio parere, quella del gruppo punk belga degli Hubble Bubble, contenuta nel loro fulminante disco di esordio omonimo del 1977. La band è quella nella cui line-up trovò gli esordi il futuro conquistatore delle classifiche pop di mezzo mondo Plastic Bertrand, divenuto celebre con il super pezzo bomba “Ca plan pour moi“.

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