Jonathan Hultén “Chants From Another Place” – Lo Sciamano della Scandinavia.

(Antonello Baratto)

Jonathan Hultén è un personaggio che sembra uscito da una delle serie TV Vikings. La sua voce, modulata spesso con un riverbero/eco messo da lui a punto, da’ la sensazione di una coralità e sacralità, che colpiscono al primo ascolto. Di lui posso dirvi poco, poiché l’ambiente sonoro definito “death metal” non è nei miei percorsi sonori, è stato infatti il chitarrista e frontman dei Tribulation, band svedese, e ha sempre evidenziato le sue qualità stravaganti nel look e nel trucco, dark estremo con aspetti androgini.

Questo suo disco solista è un progetto che si discosta dall’attività col gruppo, andando a posizionarsi nell’area folk acustica e prog, infatti è grazie all’etichetta Kscope che ne sono venuto a conoscenza. Hultén fa un po’ tutto, compone, crea, canta, suona la chitarra acustica e smista vari effetti sonori che creano l’ambientazione voluta, trasportando chi ascolta nel suo viaggio interiore in un mondo descritto nelle sue 12 canzoni a partire dall’apertura accattivante di “A dance in the road”, e proseguendo con “The Mountain” che era uscita a inizio anno come singolo. Il susseguirsi dei brani da all’ascoltatore la sensazione di trovarsi quasi in un concept album, dove diventano quasi superflui i titoli delle canzoni, ma questo non significa che sia monotone, ti fanno immergere in una realtà diversa dalle nostre solite abitudinali. Hultén col fare di un sacerdote vichingo propina le sue visioni, molto affascinanti e ben fatte, ‘Wasteland’, ‘Holy Woods’, ‘Outskirts’, ora a sensazioni legate al viaggio (‘A Dance In The Road, ‘Where Devils Weep’, ‘The Fleeting World’). Non mi va di fare raffronti con altri nomi illustri, ma per me questo disco e il personaggio, meritano tanta fiducia, proponendo sensazioni sonore condivisibili facilmente anche con ascoltatori poco esperti. Tra l’altro leggo in copertina che ha raggiunto un premio come miglior album.

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