John Lee Hooker al Montreux Jazz Festival il 15 luglio 1983 & 1990

(Maurizio Celloni)

La Fondazione del The Montreux Jazz Festival, in collaborazione con Eagle Records, pubblica nel 2020 un doppio vinile contenente i due concerti di John Lee Hooker al Montreux Jazz Festival tenutisi il 15 luglio 1983 e l’11 luglio 1990. Si tratta di due eccezionali testimonianze dell’eclettismo di Hooker, che parte dal Blues tradizionale del Delta e lo trasforma in fenomeno di massa nello stile Rock, ma senza snaturarne la natura profonda di musica del riscatto dalla miseria e dalla fatica della schiavitù. “John Lee Hooker And The Coast To Coast Blues Band – Live At Montreux 1893 & 1990” (Eagle Records – 2020) presenta 18 brani, molti composti da Hooker, e alcuni standard di autori che hanno fatto la storia del blues elettrico, in questo caso, della citta di Detroit, tra Hastings Street e il quartiere Black Bottom, luoghi abitati in prevalenza da neri e presto divenuti la meta di grandi musicisti di Blues e Jazz. Il disco trasuda di Boogie, con tendenze Funky e Rock ‘n’ Roll, caratterizzanti la musica di Hooker, al pari dell’ipnotico e peculiare modo di suonare il blues attorno ad un solo accordo, ripetuto all’infinito. Il suo stile è impreziosito dalla modularità del canto e dal ritmo imposto dal piede battuto sulle assi del palco, autentico biglietto da visita del giovane John Lee, quando suonava nei Juke Joint del Mississippi o intratteneva gli avventori nei locali di Memphis, la città in cui approdò dopo aver lasciato il Delta. Il primo vinile della preziosa pubblicazione riporta il concerto tenutosi al Montreux Casino il 15 luglio 1983. Dopo la presentazione di rito, il brano di apertura è un pezzo di Percy Mayfield, It Serves Me Right To Suffer.

John Lee Hooker canta con voce profonda e ricama deliziosamente con la sua chitarra Gibson sulla nota compulsiva tenuta dal basso e dalla batteria. Si prosegue con un pezzo firmato da John Lee, I Didn’t Know, un Boogie esplosivo: la Band suona con veemenza appena stemperata dalle tastiere. Il brano successivo Hi-Heel Sneakers di Robert Higginbotham, ha inflessioni Funky e Boogie, basso e batteria saltellano e la chitarra accompagna con dosati e ritmati colpi di plettro. Hooker canta con una voce che passa dal tono roco all’acuto, dando spessore al brano, al pari della chitarra di Michael Osborn che si lancia in un solido breve assolo. Con If You Take Care Of Me, I’ll Take Care Of You, di John Lee Hooker, riemerge il tratto distintivo del suo stile. Il brano è molto intenso nel suo incedere lento ma avvolgente, esempio della capacità di ipnotizzare il pubblico: il basso mantiene un giro armonico uguale a sé stesso, lasciando alla chitarra di Hooker e alla sua voce il compito di esprimere tutto il sentimento e la dedizione nel prendersi cura reciprocamente nel rapporto di coppia. Delicatissimo l’equilibrio che si mantiene tra i musicisti nello sfumare il brano fino alla risata finale e dissacrante di John Lee, seguita dalla chiusura con botto degli strumenti. Grande interpretazione. E siamo ad uno dei brani iconici del nostro, quel Boom Boom, pubblicato dalla Wee-Jay nel 1962, conosciuto e riprodotto da moltissimi artisti del blues e non solo. Si tratta di un potente Boogie, non a caso presente anche nel concerto del 1990, nel quale Hooker introduce con il caratteristico riff alla Gibson e canta con voce agile, a dispetto dell’età. Sottolineo ancora una volta la straordinaria prova della band. La registrazione continua con Worried Life Blues, composizione di John Lee Hooker. L’inizio è cadenzato e lento, le tastiere trovano spazio nel dipanarsi della mesta armonia. La vita è piena di preoccupazioni, baby e Hooker lo sa bene, anche se ha la forza di riderne con ironia. Il brano successivo, I’m Jealous, scritto da John Lee, si srotola tra i percorsi del boogie con accenni di Rock ‘n’ Roll. La stessa nota è ripetuta all’infinito ma Hooker costruisce il pezzo divertendosi a giocare su toni sempre diversi e su un groove che solo lui sa estrarre. E’ lo stile che lo ha reso unico ed inimitabile. A chiusura del primo vinile arrivano due composizioni storiche di Hooker e del co-autore Bernard Besman: Crawlin’ King Snake, scritta nel 1949 per l’etichetta Modern. La musica, con la sua cadenza lenta, sottolinea l’argomento intimo ed inconfessabile del possesso della propria donna. Come un serpente strisciante attorno alla sua tana, Hooker canta quasi sottovoce questo suo sentimento, figlio del tempo e di una condizione femminile di sottomissione, smentita sistematicamente nei fatti raccontati. L’ultimo brano è il suo primo vero successo, Boogie Chillen’, pubblicato per la Modern nel 1948. Siamo di fronte ad un boogie indiavolato, potente, aggressivo. Il Maestro, particolarmente ispirato, inserisce nel brano inserti di chitarra suonata con sventagliati tocchi ravvicinati del medio e dell’indice della sua mano destra. La Band conclude il brano come se si fosse ad un concerto Rock, in un crescendo di suoni potenti e decibel a profusione. Il secondo vinile riporta il concerto del 1990. John Lee Hooker è accompagnato da una Band composta anche dal sassofonista Ken Baker che porta inevitabilmente il suono in territori di confine con il funky, come emerge dalla presentazione dello spettacolo con la Band che gira a mille e Hooker che gorgheggia compiaciuto in sottofondo. Si inizia con Mabel, composta da Hooker, un blues lento e ritmato dove si fa apprezzare il fraseggio tra la chitarra di John Lee e il sassofono.

Di seguito troviamo I’m In The Mood, scritta da Hooker e Besman, un classico blues a 12 battute, introdotto dal suono antico della sei corde di Hooker, ma che continua con la Band in formato Detroit/Chicago. Il Maestro canta con voce morbida e suadente, impercettibilmente roca ma coinvolgente come poche. Si prosegue con Crawlin’ King Snake, già in scaletta nel concerto del 1983 ma qui rimasta più fedele allo stile di Hooker che tiene per sé gli assoli alla chitarra, tipici nello sventagliare veloce dell’indice e del medio della mano destra sulle corde della sua Gibson. La novità è la presenza della vocalist Vala Cupp, che duetta mirabilmente con Hooker, e di un bell’assolo di sassofono centrato ed originale. Il brano seguente, Baby Lee, composto da Hooker e James Bracken, è un medio tempo sincopato dove emerge il talento del chitarrista Michael Osborn, già presente nella Band del 1983, autore di un assolo potente e dal lirismo rilucente. It Serves Me Right To Suffer, composto da Percy Mayfield, già presente nel 1983, è un Talking Blues dalle movenze rallentate dove le tastiere prendono il sopravvento. La voce appena sussurrata di Hooker rende questo pezzo affascinante e pieno di intensità, accompagnata per lunghi tratti dal basso e da leggeri accenni di chitarra. Ed arriva anche in questa bella serata il boogie per eccellenza, Boom Boom, già presente nel concerto del 1983. La versione è energica e potente con le chitarre sugli scudi, deliziosa quella di Hooker. Una versione magistrale. A seguire troviamo un brano, The Healer, che fotografa l’ultimo periodo artistico del nostro che si fa affascinare dal Latin Rock di Carlos Santana. Questo pezzo, infatti, composto da Hooker e Santana con la sua Band, è presente nell’album “The Healer” del 1989, nel quale alcuni degli amici più cari a Hooker – Santana, Bonnie Raitt, Robert Cray, Canned Heat, Los Lobos, George Thorogood, Charlie Musselwhite – lo omaggiano della loro presenza artistica, toccando ogni declinazione del Blues moderno. Michael Osborn e Richard Kirsh alle chitarre non fanno sentire l’assenza di Santana e il brano scorre come un buon bicchierino di Tequila. E siamo al termine del concerto, con l’immancabile Boogie Chillen’, la cui versione non fa sentire i 42 anni trascorsi da quando il giovane John Lee Hooker la componeva. E che grinta mantiene l’anziano Maestro, pilotando con autorevolezza la Band di giovani musicisti che lo accompagnano. Avere tra le mani questa straordinaria testimonianza commuove e dà speranza: la buona musica, quella che sgorga dall’anima e parla ai cuori, è ancora viva nelle note di molti giovani artisti, ispirati dai grandi Maestri del Blues.

Concerto del 15 luglio 1983 – Montreux Casino

La Band:
John Lee Hooker – chitarra e voce;
Michael Osborn – chitarra;
Steve Ehrmann – basso e voce;
Melvyn “Deacon” Jones – tastiere;
Tim Richard – batteria

Concerto dell’11 luglio 1990 – Montreux Casino

La Band:
John Lee Hooker – chitarra e voce;
Michael Osborn – chitarra;
Richard Kirsh – chitarra;
Ken Baker – sassofono;
Melvyn “Deacon” Jones – tastiere;
James Guyett – basso;
Bowen Brown – batteria;
Vala Cupp – voce.

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