Il segno del comando – L’incanto dello zero

(Luca Paoli – 11 marzo 2020)

Con colpevole ritardo sono a scrivere del disco di una delle più importanti e interessanti band dell’odierno panorama prog nazionale, fondamentale, insieme ad altri pochi gruppi,  nel riportare all’attenzione del popolo prog italiano un genere, un’attitudine, una qualità compositiva e strumentale che dopo i ‘ 70 si era persa. La band è Il Segno Del Comando, capitanata dal bassista, compositore Diego Banchero.

La band si forma a Genova nel 1995 come progetto da studio e pubblica il primo album “Il Segno Del Comando” (ristampato in vinile proprio in questi giorni) per la Black Widow Records nel 1997. Lo stile del gruppo fonde il progressive rock dei ‘70 (Goblin) con il jazz, il rock ed il dark, creando così uno stile personale che rinfresca, con l’attualità delle composizioni e degli arrangiamenti (sono tutti eccelsi musicisti), quel genere di musica e di approccio alla stessa  che, dalla fine di quegli anni aveva dato veramente poco.
Nel 2002 esce il loro secondo album dal titolo “Der Golem” sempre per la BWR che, a differenza dell’album precedente, si caratterizza per il recupero di sonorità mitteleuropee che si coniugano ad un approccio sperimentale.
Il volto verdevede la luce solo nel 2013 dopo che, dal 2010 Diego Banchero prende il timone di comando della band dopo la scelta di  Mercy di continuare il suo percorso musicale su altre strade. Nel frattempo non mancano esperienze, come la partecipazione a vari tribute album (tributo ai Pirrot Lunare uscito per la  MP Records di Vannuccio Zanella).
A Maggio 2017 il gruppo pubblica, in edizione limitata, l’albumAl Passato, Al Presente, Al Futuro, Un live in studio autoprodotto e l’anno successivo “Lo Zero Incantatore” che vede la formazione comprendere: Diego Banchero (bass) Riccardo Morello (vocals, keyboards) Davide Bruzzi (guitars, keyboards) Roberto Lucanato (guitars) Fernando Cherchi (drums) Beppi Menozzi (keyboards).

Nel 2019 esce il loro ultimo album “L’Incanto Dello Zero” per la Black Widow Records, etichetta di sicura qualità ed esperienza nel settore prog e metal.

La passione della band per i romanzi dark ed esoterici non è un mistero, tutti i loro dischi si sono ispirati a questi e non fa eccezione quest’ultimo disco ispirato dal libro “Lo Zero Incantatore” di Cristian Raimondi.

Il nuovo lavoro vede la band ben assestata con Diego Banchero al basso, Riccardo Morello alla voce, Roberto Lucanato alle chitarre, Davide Bruzzi alle chitarre e tastiere, Beppi Menozzi alle tastiere e Fernando Cherchi alla batteria e prevede, come ospiti Maethelyiah alla voce in”Al Cospetto dell’Inatteso”e in “Metamorfosi”, Paul Nash alla chitarra in “Al Cospetto dell’Inatteso”e in “Metamorfosi”, Luca Scherani agli arrangiamenti e tastiere in “Lo Scontro” e Marina Larcher alla voce in “La Grande Quercia”.

Si aprono le danze (si fa per dire) con l’oscura e tenebrosa “ Intro – Il Senza Ombra” dettata dalla presenza di un organo sinistro che rende al brano visioni quasi cinematografiche. La seconda traccia “Il Calice dell’Oblio” si fa più hard per la presenza delle chitarre più dure e delle tastiere e che portano il brano su sentieri dark tanto cari al gruppo e a noi ascoltatori…ottima la performance vocale di  Riccardo Morello. Si prosegue questo sinistro ed affascinante viaggio con “La Grande Quercia”, altro strumentale dove la vena horror da film esce in tutto il suo nero splendore…notevoli i vocalizzi di  Marina Larcher a rende il tutto molto vicino alle colonne sonore horror dei ‘70.
Sulla Via Della Veglia” è una ballata prog dominata sempre dall’espressiva voce di  Riccardo Morello. L’oscura voce di  Maethelyiah e le sinistre tastiere ci conducono in un’altra horror song dal titolo “Al Cospetto dell’Inatteso”, sei minuti abbondanti di pura goduria dark.
A firma  Luca Scherani è “Lo Scontro” dove le tastiere e le chitarre se la giocano con una ritmica molto particolare. “Nel Labirinto Spirituale” è il brano che preferisce chi scrive per la sua apertura melodica molto bella e la voce di Morello sempre molto evocativa e molto convincente… molto lirico e riuscito l’assolo di chitarra che chiude questo gran brano.
Il brano successivo “ Le 4 A” si apre con un gran bel lavoro di basso di Diego dove le solite tastiere poco rassicuranti e le chitarre dure ci conducono in un vortice dal sound deciso con i cambi di ritmo che distinguono l’approccio al prog. Sempre il dark prog protagonista in “Il mio Nome è Menzogna” con la ritmica decisa e le solite chitarre a dettare legge. Gran pezzo da riascoltare più volte come tutto l’album del resto. Il penultimo brano di questo notevole lavoro è “Metamorfosi” dove i due ospiti, Nash con la sua chitarra e Maethelyiah con la sua sinistra voce, salgono in cattedra dando un grande apporto ad un brano dettato da una ritmica decisa e di grande inventiva ad un brano dalle tinte heavy dark prog.
Chiude questo notevole album “ l’Outro – Aseità” per solo basso. Veramente notevole il lavoro di Diego Banchero che si conferma, ma non ce n’era bisogno, di essere un grande compositore e musicista capace, come pochi altri, di dare un senso vero al progressive, cioè di prendere dal passato per evolversi, andare avanti e cercare sempre di essere credibile proponendo un percorso musicale aggiornato ai nostri tempi.

Importante è sicuramente la partecipazione come gruppo d’apertura al Banco Del Muto Soccorso lo scorso 5 febbraio 2020 a Genova.

Per concludere vorrei consigliare vivamente questo disco a tutti coloro che credono al prog  come attitudine che hanno orecchie capaci di trovare del nuovo anche in certi lavori, dischi che escono oggi e non si limitano di vivere di ricordi. Il Segno Del Comando è qui a dimostrarci che questo è possibile.

Track List:
1. Intro – Il Senza Ombra
2. Il Calice Dell’Oblio
3. La Grande Quercia
4. Sulla Via Della Veglia
5. Al Cospetto Dell’Inatteso
6. Lo Scontro
7. Nel Labirinto Spirituale
8. Le 4 A
9. Il Mio Nome E’ Menzogna
10. Metamorfosi
11. Outro – Aseità

(Black Widow Records – 2019)

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