Il folk dei Loudest Whisper

(Pierangelo Valenti – 23 maggio 2019)

Durante i primi anni Settanta il cantautore irlandese Brian O’Reilly, nel corso di studi sul folklore della sua terra, si imbatté nella leggenda celtica “The Children of Lir” (i figli di un probabile dio del mare), racconto mitologico che mescola parte del messaggio cristiano di fede con simboli magici e riti druidici, usandola come base per un musical dallo stesso titolo, rappresentato con successo in molti teatri del Regno Unito, che si concretizzò poi nel primo disco omonimo dei Loudest Whisper, gruppo folk rock da lui fondato col fratello Paul. Il lavoro, rifiutato dai vertici della Polydor inglese, venne pubblicato solo in Eire con una tiratura stimata di 500 copie divenendo subito una rarità. Queste prime incisioni della band sono ritornate in auge nel 1994 grazie anche ai due volumi, con tutta probabilità semi-illegali, dell’etichetta inglese Kissing Spell, The History Of UK Underground Folk Rock 1968-1978, antologie di una certa importanza per aver riportato alla luce artisti e gruppi lasciati nell’oblio per decenni. I Loudest Whisper risultano particolarmente gradevoli intercalando voci maschili e femminili in una miscela originale e stuzzichevole di psichedelia moderata ed acid folk centellinato a dovere. Dopo vari scioglimenti e ricostituzioni la formazione è tuttora viva e vegeta vantando collaborazioni con Donovan ed altri artisti. Nel 2008 l’etichetta Sunbeam, per celebrare il quarantesimo anniversario della nascita della formazione ha dato alle stampe un lussurioso boxset di sei cd, “Magic Carpet”, contenente tutta la loro produzione dal 1975 al 1996. “Silent O’Moyle” (“The Song Of Fionnuala”), traccia rimasta stranamente inedita all’epoca, è un testo del poeta, songwriter ed entertainer Thomas Moore (1779-1852), l’autore di “The Minstrel Boy“, adattato alla ballata tradizionale irlandese “My Dear Eveleen” e ripescata da molti artisti anglofoni di revival e non, oltre a figurare in un racconto, nell’ “Ulysses” ed in “Finnegan Wake” di James Joyce.

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