I Glad Tree presentano il nuovo album, Bambù

(Clayton McCoy)

Una pausa tristemente forzata nel mondo della musica mondiale, che vede da poco un accenno di ripresa grazia alla caparbietà dei Musicisti con la M maiuscola.

Tre di questi sono senz’altro i torinesi GLAD TREE, una band che ormai è sulla breccia da diversi  anni e vede nelle proprie fila musicisti di prim’ordine che rispondono al nome di Marcello Capra, Lanfranco Costanza e Massimiliano Andreo, rispettivamente alle chitarre il primo, flauto armonica e voce il secondo, e una miriade di incredibili percussioni il terzo.

Ripercorrendo un po’ la loro storia, ricordiamo che la band esordisce con il primo lavoro ONDA LUMINOSA nel 2015, con una formazione che vedeva alle percussioni Kamod Raj.

Potremmo definire il disco un crossover tra World Music, Jazz, Blues, Classica. Possibile? Assolutamente sì, il lavoro è frutto di un’alchimia tra le culture e le tradizioni di provenienza assolutamente diverse, fondendo appunto Oriente ed Occidente. Il disco viene presentato al Teatro Massaia nel gennaio 2015, rendendo così palese agli ascoltatori, il gusto della sperimentazione attraverso delle atmosfere non propriamente usuali.

Ci vorranno due anni di attesa per gustarsi il secondo lavoro, OSTINATOBLU, dove Marcello Capra torna a sfoderare l’elettrica dopo anni di pausa. Nel gruppo si aggiunge la vecchia conoscenza del gruppo Prog dei PROCESSION Mario Bruno, al corno e tastiere.

Il gruppo alterna al lavoro in studio una seria attività concertistica, che in spazi anche ristretti, riesce sempre a donare al pubblico quel calore della loro alchimia musicale.

Ho il piacere e la grande fortuna di conoscere personalmente i tre musicisti della formazione attuale, con i quali – e non è cosa da poco – ho anche suonato l’estate scorsa in una serata…

Come succede spesso con i  musicisti talentuosi, cortesia e modestia sono la prassi, e i tre sono oggi a concedere con piacere questa “chiacchierata” sulla loro nuova fatica musicale, un’opera divisa in otto “capitoli” sonori, e che va vista come un naturale proseguimento di quella costante “ricerca” in ogni direzione del nostro Pianeta, un qualcosa che associa la comunicazione tra i popoli, ed è indirizzata agli amanti tutti della Natura, della Musica e della Vita in tutte le sue forme ed espressioni.

MCCOY – Buongiorno, come andiamo in quel di Torino?

MARCELLO – Speriamo di raccogliere buoni frutti dalla nostra ultima “semina” che come le altre precedenti, ci ha impegnato ad elaborare in musica, sentimenti che la Natura tutta già suggerisce. Ammirare paesaggi di ogni latitudine, navigare lasciandosi trasportare dalle correnti, dal vento che tutto raggiunge, cercare un approdo dove riposare corpo e mente e lasciar evaporare i pensieri. Tutto questo si traduce in una miscela acustica, dove le armonie e melodie sono assolutamente originali e “vissute” come le pause e le figure ritmiche collegate. Consiglio a tutti quelli che ascolteranno Bambù, di ritagliarsi un momento tranquillo, per trovare le proprie sensazioni, perché niente come l’arte dei suoni, permette di elaborare una propria interpretazione.

MCCOY – Max, che differenza trovi nell’esperienza dei Glad Tree rispetto alle tue esperienze passate? Tu sei diplomato al Conservatorio in musiche tradizionali extraeuropee, correggimi se sbaglio…

MASSIMILIANO – Sì, io provengo dalla musica araba e indostana anche se ho sempre interagito con musicisti di qualunque genere. Per me questa esperienza con Marcello e Lanfranco, oltre alla bellissima energia che ogni volta viviamo suonando assieme, ha regalato la possibilità di riavvicinarmi alle sensazioni del Prog, con cui sono cresciuto. Queste secondo me emergono non solo a livello melodico o armonico, ma soprattutto nella “sete di libertà” che io sinceramente ritrovo nell’approccio dei Glad.

MCCOY – E cosa ci racconta il nostro Lanfranco? Io so da una vocina che tu sei appassionato di grafica e sei il “colpevole” del lavoro di copertina….

LANFRANCO –  Diciamo che la mia passione per la pittura mi ha portato a realizzare anche in passato le copertine dei nostri dischi. Certamente dipingere un quadro non è la stessa cosa che realizzare la grafica di un cd, dove, viste le ridotte dimensioni, devi cercare di colpire “l’utente finale” con diversi sistemi, magari puntando come ho fatto qui, più sui colori. E questa copertina vuole proprio essere la trasfigurazione grafica del racconto di un viaggio, inserendovi della spiritualità con diversi elementi: acqua, legno, fiori…

Che dite, diamo una scorsa ai brani?

BAMBU – Ok, al primo ascolto mi son detto, dimenticando che mi sono sempre riproposto di non andare ad “etichettare” le cose, ma puntualmente dimenticandomene, che questo brano mi ricordava in maniera parecchio sensibile il primo Eumir Deodato: avete presente Deodato e la sua innovazione della Bossa, la fusione con altri stili, quel genere di musica che ti rilassa e “ti fa star bene”…..?

Cosa ne pensa Marcello: “Pensiero flessibile che ondeggia nell’aria, cerchi nell’acqua, lento ma incessante, tema arioso che si snoda nella foresta”.

FUNKY SISTER – trascinante e divertente, potrebbe essere contenuto nella colonna sonora di un film anni settanta, con la sua matrice funkeggiante della chitarra e dove il flauto va a tessere giri sfiziosi, il tutto condito da una base ritmica delle percussioni che sembrano quasi una batteria completa! Devo dire che l’estate scorsa avevamo già provato a suonare insieme in questo brano durante un live.

Cosa ne pensa Marcello: “Sei pronto ad un flash? Energia pura. Lei potrebbe far ballare sui tavoli chi era venuto per una cena a lume di candela”.

GIRO DI BOA – Atmosfera malinconica volutamente in una tonalità minore, introdotta dalla chitarra, e che le percussioni accentuano con il loro incalzare, anzi, sembra una vera batteria quella suonata da Massimiliano! Il flauto di Lanfranco esegue poi ricami entusiasmanti e la tensione non cala un solo istante.

Cosa ne pensa Marcello: “Succede nella vita, prima o poi a tutti di invertire la rotta, si cambia nel tempo, importante e’ fare tesoro delle esperienze”.

MEMORIES – Il brano comincia a ritmo di marcia incalzante ma il flauto lo trasforma subito ammorbidendo il tutto.

Cosa ne pensa Marcello: “La giovinezza e’ una stagione dell’animo, restare giovani dentro significa mantenere uno stato di apertura agli stimoli del nuovo”.

MONGOLIAN KNIGHT – un sapore vagamente celtico ma condito di spezie asiatiche introduce il brano di grandissima atmosfera che mi ricorda – se possibile – i primi Pink Floyd di “Careful with that axe Eugene” anche nell’uso della voce sussurrata “a’ la Roger Waters”… Ma poi il brano diventa sempre più incalzante e prosegue creando una vita sua, lasciando facilmente immaginare ad occhi chiusi, sul finale, il cavaliere mongolo. 

Cosa ne pensa Marcello: “Il cavaliere guerriero, vaga nella notte e incontra i mostri della

sua psiche, lotta indomito contro i demoni e ne esce più forte”.

ONDA LUMINOSA – beh, Onda Luminosa è una “vecchia” conoscenza della band, quanto di più Wold Music non si possa comporre! Ormai un classico.

Cosa ne pensa Marcello: “Verso Oriente per cavalcare l’Onda della Luce, un viaggio che

non e’ perdersi nel tragitto, ma una ricerca mirata di saggezza”.

PRATERIA – Pura atmosfera rilassante dove chiudendo gli occhi riesci ad immaginarla, la prateria nella quale ti senti alla guida del tuo destriero! 

Cosa ne pensa Marcello: “Può essere una steppa sconfinata o anche solo un piccolo prato

davanti alla finestra di una casa, tutto si apre allo sguardo”.

VIAGGIO ALL’ISOLA DI TINDER – Sono andato a cercarmi informazioni su quest’isola, non ho trovato nulla e così ho chiesto all’Autore: si tratta di un pezzo scritto negli anni novanta ed esiste una versione chiamata “Dreaming of Tinder” con la voce della brava Silvana Aliotta e con le tastiere di Beppe Crovella.

Cosa ne pensa Marcello: “Un’isola immaginaria solo per chi vuole arrivarci, desiderio di

veleggiare sull’oceano della ricerca interiore”.

Il disco è stato auto-prodotto dal Gruppo, e stampato su etichetta RadiciMusic Records, con la quale Marcello mi svela di aver avuto una piacevole sorpresa nella cura e distribuzione del lavoro.

MCCOY – Perché questo, cosa vuoi dire?

MARCELLO – RadiciMusic Records e’ impegnata da oltre venti anni, nel raccogliere “materiali” d’autore di varia estrazione, noi Glad Tree, abbiamo trovato un editore che ha una cura ammirevole nella confezione grafica e nella scelta di materiali e colori in collaborazione con gli artisti, un valore aggiunto alle opere che distribuisce, perche’ anche l’occhio deve essere soddisfatto. Saremo presenti ovunque nel Pianeta, sulle varie piattaforme, speriamo anche di allargare grazie a questa collaborazione, il pubblico che gia’ ci segue, siamo presenti con la nostra pagina Glad Tree su Facebook, che informa sulle nostre produzioni e anche per i concerti.

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