FLAMINGO – Half Life 

La scena musicale della provincia italiana è straordinaria, si scoprono talenti e chicche musicali inaspettate: i marchigiani Flamingo – Filippo Marangoni, voce e chitarra; Mauro Rocchi, basso; Massimo Raimondi, batteria; Fabio Andrenacci, percussioni; Marco Tifi, pianoforte e organo – pubblicano un album di inediti sorprendente per freschezza, vena compositiva e arrangiamenti. I componenti la Band provengono da esperienze musicali precedenti e stili musicali diversificati. Raggiunta, ciascuno per la sua strada, la maturità, anagrafica e artistica, dopo anni trascorsi esibendosi in centinaia di palchi, oramai determinati ad andare oltre la riproposizione di standard altrui, due anni fa decidono di unirsi nel progetto Flamingo con l’intenzione di comporre brani originali che racchiudessero le musiche che ciascuno di loro prediligeva e le esperienze vissute come musicisti formati da una dura gavetta. Il frutto di tanto lavoro porta nel 2024 all’uscita, nelle principali piattaforme e, fortunatamente (almeno per me, anziana cariatide della musica), anche in CD fisico, di Half Life. Negli 11 brani proposti si miscelano con estrema gradevolezza e intensità blues, ballads, rock, soul, jazz, generando un feeling e un forte coinvolgimento in chi ascolta. Già dal titolo si percepisce la scelta della band di ridefinire il loro modo di fare musica “nel mezzo del cammin di nostra vita”. E non poteva che essere una scelta coraggiosa e pensata orientandosi al futuro, pur con tutte le incognite del mercato discografico italiano, poco coraggioso a recepire le novità di percorsi musicali che si manifestano al di sotto della crosta di note artefatte dalla tecnologia, e da una percezione standardizzata dei sentimenti. L’incipit del CD è folgorante: Freedom, la prima traccia, poggia sul tappeto sonoro dell’Hammond di Tifi, nel quale la chitarra e la voce di Marangoni spaziano con veemenza. Un rock “in purezza” nel quale la sezione ritmica – Rocchi al basso, Raimondi alla batteria e le percussioni di Andrenacci – conferma la potenza della Band e la sua versatilità, ritrovandola nei brani successivi. Hard Living continua nel solco del rock di matrice americana, per virare in un magico soul sottolineato dalle note grevi della chitarra e da un finale dalla cifra funky-jazz ben definito dall’organo e dall’elettrica. E veniamo alla ballata Good Old Days, che ci porta verso le assolate distese della West Coast californiana. La chitarra sviluppa una melodia dolce, assecondata dall’organo  e dalla sezione ritmica dai toni quasi pacati e dai puntuali contrappunti delle percussioni. Il brano testimonia un attento arrangiamento, mai orientato ad effetti stucchevoli, ma perfetto nell’equilibrio tra le diverse partiture dei musicisti, che lo rende altamente godibile. La quarta traccia, Dreamland, non fa che confermare l’attenzione della band nel mantenere costantemente l’equilibrio tra gli strumenti, in particolare nell’utilizzo dell’Hammond che funge da contenitore degli assoli di chitarra ed accompagna la bella voce di Marangoni. La quinta traccia Hope dal sapore soul si fa apprezzare per i ricami di chitarra, efficaci nelle scale “jazz” interpretate con originalità e per il pianoforte e l’Hammond altrettanto piacevoli in conclusione. La splendida apertura di You mi ha ricordato prepotentemente le atmosfere dei Doors, con le tastiere a condurre il brano. Tifi sembra avere una particolare predisposizione per il sound di Ray Manzarek assecondato dalla chitarra alla Krieger di Marangoni, la cui voce è impostata nello stile di Jim Morrison. Ma, attenzione, si tratta di un bel brano dei Flamingo che richiama il sound tipico dei Doors in modo del tutto originale.  Love In Your Eyes è l’ennesima riprova della bontà del progetto della Band, un brano tendenzialmente funky, intenso e arioso, dal cantato potente e le tastiere sugli scudi. La ritmica detta i tempi con vigore conferendo al pezzo il giusto groove. Il rhythm’ and blues non poteva mancare ed ecco sciorinata una ballata degna della migliore “Americana”: Down With The Blues, dove a tratti fa capolino Stevie Wonder. Marangoni indossa la slide e dimostra di padroneggiare lo stile dei pionieri del blues e Tifi si fa ancora una volta apprezzare per le tastiere che a tratti ricordano il tocco magico di Joey DeFrancesco. Chi sostiene che il jazz, seppure nelle forme più easy, non possa far parte del sound di una band rock? Eccone la smentita con Father, la nona traccia, dove canto svisato, chitarra dalle scale tonali e tastiere in modalità ritmica confezionano un’ottima prova di soul/jazzdegna dei migliori locali di Las Vegas. Con My Road ci avviciniamo alle fine del CD, una canzone bluesy, ennesima grande prova dei musicisti. La conferma della notevole capacità della band si può apprezzare nell’ultimo brano strumentale: Madness. Gli strumenti e le percussioni e la batteria, incessanti nei ritmi composti, tastiere aggreganti ne fanno un pezzo coinvolgente, che a tratti ricorda la grandezza dei Grateful Dead e delle scale armoniche di Jerry Garcia, delicate ma estremamente varie e luminose. Un finale stracolmo di libertà che conferma la loro padronanza assoluta degli strumenti e una capacità di scrittura e arrangiamento fuori dal comune. Assieme ai grandi nomi della scena rock blues italiana, Sacromud, Francesco Piu, Ellen River, Umberto Porcaro Blues Band, Joe Valeriano, Max Lazzarin, Carlo De Bei, Linda Valori, Elli De Mon, per citarne alcuni, i Flamingo entrano nel nostro cuore, nella speranza che sia altrettanto bendisposto il cuore dei discografici nazionali.

FLAMINGO – Half Time (autoprodotto 2024)

Tracks:
1 – Freedom; 2 – Hard Living; 3 – Good Old Days; 4 – Dreamland; 5 – Hope; 6 – You; 7 – Love In Your Eyes; 8 – Down With The Blues; 9 – Father; 10 – My Road; 11 – Madness.

The Band:
Filippo Marangoni – vocals and guitar; Mauro Rocchi – bass; Massimo Raimondi – drums; Fabio Andrenacci – percussion; Marco Tifi – piano and organ.

Contatti:
flamingoliveband@gmail.com

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