Def Leppard – Hysteria

(Andrea Romeo)

Si usa dire talvolta che, nel profondo, il figlio più amato è spesso quello che fa soffrire di più e, la storia di questo album, tende decisamente a dare ragione a questo pensiero anche se, per chiarire il tutto, occorre fare qualche passo indietro.

E’ il 31 dicembre 1984 quando il batterista dei Def Leppard, Rick Allen, esce di strada con la sua auto: la fidanzata se la cava con qualche graffio ma, per il giovanissimo musicista di Dronfield, la questione è terribilmente più seria: perde un braccio, che gli viene inizialmente “riattaccato” chirurgicamente, ma l’operazione non va a buon fine, ed il verdetto finale è impietoso.

Il gruppo aveva pubblicato un anno prima l’album Pyromania, che era finito al secondo posto nella Billboard statunitense ed al diciottesimo in Inghilterra, vendendo qualcosa come dieci milioni di copie nei soli Stati Uniti: per una band nata soltanto da sei anni, e formata da ragazzi poco più che ventenni, un botto clamoroso al quale, ovviamente, occorreva dare un seguito.

Ed i Def Leppard si erano messi immediatamente al lavoro, anche se le cose avevano iniziato subito a complicarsi: il produttore Mutt Lange (già, tra gli altri, con AC/DC, Foreigner e Cars), che li aveva affiancati nel precedente album, li piantò in asso ed il sostituto, Jim Steinman (Meat Loaf, Bonnie Tyler) non si dimostrò il partner ideale tant’è che, le registrazioni realizzate con lui, vennero inizialmente riprese in mano dal gruppo stesso, ed infine scartate.

Poi, come detto, l’incidente, che pose la band dinanzi ad un inevitabile bivio: rinunciare ad Allen, e quindi cercare un nuovo batterista, oppure… attendere, attendere che il compagno si rimettesse, ma soprattutto capire se, e come, sarebbe stato in grado di rimettersi a suonare la batteria pur essendo rimasto privo di un braccio.

Parlare di miracolo potrebbe anche sembrare eccessivo; certo è che, con una forza di volontà incredibile, ma anche grazie agli ingegneri della Simmons, al cantante della band Joe Elliott, ed all’amico batterista Jeff Rich (Status Quo), che progettarono un drum set in grado di permettere ad Allen di continuare a suonare con un solo braccio, il ragazzo riprese il suo posto utilizzando un kit elettronico/acustico, dotato di un set di pedali che innescavano, via midi, i colpi che avrebbe dovuto eseguire con il suo braccio sinistro: per quegli anni, un vero successo, anche tecnologico.

Due anni dopo quindi, il vento sembrò davvero cambiare direzione: la band si ripresentò al completo al Monsters of Rock di Donington del 1986, situazione in cui Joe Elliot, i due chitarristi Phil Collen e Steve Clark, ed il bassista Rick Savage, riportarono l’amico sul palco e ripresero là da dove avevano interrotto tutto; nel frattempo Lange aveva deciso di rimettersi dietro al mixer, i tasselli parvero andare finalmente al loro posto, ed il gruppo (ri)iniziò a lavorare sul successore di Pyromania.

Non li fermarono, a questo punto, nè un lieve incidente d’auto occorso a Lange, né una parotite, capitata ad Elliot cosicchè, il 3 agosto, 1987, Hysteria venne finalmente recapitato nei negozi di tutto il mondo: in Inghilterra schizzò immediatamente in vetta alle classifiche (ed in classifica rimase, prima di uscirne, per 105 settimane totali), mentre negli States ci mise un po’ di più, ma il risultato, alla fine, fu il medesimo.

Trascinato da ben sette singoli che dominarono le charts dell’epoca, Women, Rocket, Animal, Love Bites, Pour Some Sugar on Me, Armageddon It e la title track Hysteria, l’album, e la band, divennero un fenomeno planetario, e nei tre anni successivi vissero un successo straordinario che i numeri non possono far altro che certificare: 12 volte disco di platino negli Stati Uniti, 96 settimane di permanenza nella top 40, oltre 20 milioni di copie vendute in tutto il mondo.

Amati (finalmente) anche in patria, amatissimi oltreoceano, i Def Leppard riuscirono a mettere insieme Hard Rock, Heavy Metal, Hair Metal, Aor, e Pop, creando uno stile inconfondibile che ebbe un grande successo, soprattutto negli anni ’80 e ’90, ma anche il suo nutrito parterre di detrattori.

Erano di fatto il lato divertente, scanzonato ed in un certo senso “disimpegnato” dell’heavy metal, facevano cantare il pubblico a suon di riffoni e di cori “da stadio”, ma lavoravano tantissimo, in fase di produzione, sui suoni, sugli overdubs, sugli incroci fra le chitarre (Collen e Clark vennero ribattezzati “The Terror Twins”) e su quelli vocali.

L’apparente “leggerezza” della loro musica, peraltro, non impedì loro di essere citati, come influenza da una miriade di artisti, anche di generi assai distanti, come le band thrash metal Slayer, Pantera e Metallica, ma anche la cantante pop Taylor Swift.

Hysteria malgrado la genesi complicata, è stato un album molto studiato: Lange volle che, ogni traccia, potesse essere un potenziale singolo, e diventare una hit per cui, da un lato, i fans più “metal oriented” rimpiansero i suoni più duri dell’album precedente, ma nel contempo la band acquisì un pubblico enormemente più ampio, avvezzo a suoni meno estremi.

Resta un lavoro, come detto, sofferto, e le asperità che lo contraddistinsero prima e durante la sua realizzazione, non terminarono neppure quando, dopo il clamoroso successo, il gruppo intraprese il suo più grande tour di sempre: i problemi di alcolismo di Steve Clark frenarono la band, che gli diede sei mesi per operare un auspicato ed auspicabile rehab, ma non ci fu nulla da fare perché, il chitarrista, se ne andò l’8 gennaio, 1991, nella sua casa londinese.

In soli sette anni, i Def Leppard, erano riusciti ad issarsi ai vertici del rock mondiale, ma l’avevano fatto pagando un prezzo davvero pesantissimo; eppure, anche a distanza di oltre trent’anni, Hysteria trasmette ancora quel senso di divertimento, di allegria e di vitalità che, oggi come ieri, fa si che tanti ragazzi continuino ad amare quei raduni oceanici che sono i concerti.

(Mercury, 1987)

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