Daniele Sollo – Order And DisOrder

(Luca Paoli)

Il 2020, nonostante tutte le limitazioni, la sofferenza e l’angoscia che questa pandemia ha procurato a tutti noi, dal punto di vista musicale è stato molto fertile e pieno di uscite discografiche molto interessanti…mi riferisco più che altro al panorama musicale italiano indipendente e di qualità. Tra le tante novità meritevoli di entrare in ogni collezione di appassionati, non può certamente mancare l’esordio discografico di Daniele Sollo “Order And DisOrder”

Bassista di origine napoletana, classe 1978, amante di Frank Zappa e Genesis, Miles Davis, David Bowie e Pat Metheny, Daniele Sollo ha collaborato con Fabio Zuffanti e Höstsonaten (Symphony n.1: Cupid and Psyche), Luca Scherani (Echoes of Secrets – A Pink Floyd Tribute) e Stefano Agnini (Il Cerchio Medianico).

All’indomani di queste esperienze Sollo ha portato a termine il suo album, nel quale il progressive si sposa con fusion e jazz-rock proprio grazie al confronto con questi importanti nomi del prog nostrano degli ultimi anni: “Sono obiettivamente dei ‘giganti’ dell’attuale prog; da loro non si può che imparare. In effetti grazie a loro ho conosciuto il mondo complesso del progressive, anche perché, per estrazione, provengo dalla fusion e dal jazz-rock. Ho appreso la complessità dei linguaggi propri del prog, anche perché ciascuno degli artisti citati ha un “suo” modo di intendere il genere musicale”.

“Il titolo dell’album mette in evidenza il concetto di “ordine” e disordine”, temi cari a diverse scuole filosofiche e alle teorie di Wilhelm Reich. L’ordine e il disordine sono profondamente legati, inoltre caratterizzano la composizione dell’album: elementi diversissimi fra loro “caotici” che generano un qualcosa di armonico, omogeneo, e viceversa”

Daniele si fa aiutare da musicisti del calibro di Fabio Zuffanti, Luca Scherani, Stefano Agnini, Alessandro Corvaglia (Delirium, La Maschera di Cera), Marco Dogliotti, Jason Rubenstein, Samuele Dotti, Maurizio Berti e Valerio Lucantoni (The Wormhole Experience), e da Domenico Cataldocon che ha curato gli arrangiamenti. Come si può notare il Nostro è accompagnato da un parterre di tutto rispetto ed il disco ne risente positivamente.

“È stato un po’ come essere un regista che ha davanti un cast stellare da dirigere… A tutti ho fornito solo le linee guida da osservare poi, essendo tutti loro dei grandi musicisti, hanno avuto carta bianca nella realizzazione di ciascuna parte: hanno fatto loro i pezzi, ci si sono immersi e hanno dato vita alle esecuzioni presenti nell’album. Al di là di ogni considerazione personale di ciascun ascoltatore, i musicisti hanno dato tutto, hanno fatto un lavoro incredibile”.

Le sei tracce che compongono la scaletta del disco ci fanno viaggiare tra il progressive rock, il jazz rock e momenti più aggressivi e hard.

Un pianoforte seguito dal basso pieno di inventiva e molto jazzy di Daniele Sollo introduce “11-IX-1683” prima traccia del disco. Ed è subito una partenza col botto! Il brano si muove su binari hard prog ed è impreziosito dalla sontuosa voce di Marco Dogliotti. La seguente “Turn left” è uno strumentale ottimamente giocato dalle tastiere e dai preziosi giochi di basso.

La splendida voce di Alessandro Corvaglia sale in cattedra in “A Journey“, brano molto progressivo che nei suoi undici minuti abbondanti ha modo di dimostrare le doti compositive e strumentali di Daniele dove non mancano, tra l’altro, dei richiami ai migliori Genesis…ma attenzione non è assolutamente un brano derivativo ma pieno d’inventiva come deve accadere nel prog odierno.
“In My Arms” è il brano dove la melodia regna sovrana, creata da un notevole e complesso tappeto d’archi dove il basso del Nostro si concede degli assolo veramente molto creativi e pieni di fascino. La voce di Fabio Zuffanti, quasi recitata rende ancora più magico il tutto.
Ancora la gran voce di Alessandro Corvaglia nella successiva “Anytime, Anyplace”, ancora molto progressiva nei suoi vari umori che, comunque, hanno sempre la melodia al centro. Gran pezzo che fatico a togliere dal lettore e la funzione repeat rimane sempre accesa. Chiude questo gran bel album “Pavane In F# Minor” di Gabriel Fauré, brano riveduto con molto estro e fantasia da Daniele Sollo impegnato alle tastiere ed al basso.

Amici, un ottimo disco che saprà accontentare tutti gli appassionati di rock progressivo, jazz rock ma non solo. Consiglio vivamente di farci un viaggio ne vale veramente la pena.

(MP Records – 2020)

Track List:
1. 11-IX-1683 (6:40)
2. Turn Left (5:54)
3. A Journey (11:20)
4. In My Arms (4:00)
5. Anytime, Anyplace (11:45)
6. Pavane In F# Minor (Gabriel Fauré) (6:15)

Daniele Sollo:
http://www.danielesollo.com

MP Records:
http://www.mprecords.it

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