Consigli per gli ascolti – 5

1 – The Lumineers – Jimmy Sparks

The Lumineers, band che si è formata nel 2005 e fondata da due amici di infanzia, il cantante e chitarrista Wesley Schultz (1982) e il batterista, nonché polistrumentista, Jeremiah Fraites (1986). Originari di un sobborgo di New York, si sono poi trasferiti a Denver in Colorado, dove hanno sviluppato il proprio stile musicale. A loro si aggiungono: Stelth Ulvang (piano), Byron Isaacs (basso e cori), Brandon Miller (polistrumentista) e Lauren Jacobson (violino). Questo permette ai Lumineers di essere una band davvero incredibile, sia in studio che dal vivo. A settembre hanno pubblicato “III”, titolo estremamente semplice, a significare che si tratta del loro terzo album di studio…ma non solo. Si tratta di un album “semplice” solo nel titolo, perché “III” nasce come “concept album”, in cui vengono raccontate le storie di dipendenza (alcool, droga…) della famiglia Sparks, composta da Gloria (la madre), Junior (il nipote) e Jimmy (figlio di Gloria e padre di Junior). Questi sono i anche i “tre capitoli” in cui è stato pubblicato l’album. Ognuno dei dieci brani è stato accompagnato da un video diretto da Kevin Phillips, in cui vengono raccontate, attraverso le immagini, queste storie di dipendenze, storie che riflettono esperienze famigliari e personali di Jeremiah e Wesley. “Jimmy Sparks” narra la storia di Jimmy, guardia carceraria a salario minimo, che si trova a dover curare il figlio malato, dopo che la moglie lo ha abbandonato. Disperato e senza soldi, decide di entrare in un casinò e tentare la fortuna per trovare il denaro necessario. Il brano e, di conseguenza, il video si concludono con l’immagine di Junior, il figlio, che passa in macchina lungo uno strada e, non riconosce nemmeno il padre Jimmy che cammina scalzo e barcollante mentre sta iniziando a nevicare. Apoteosi della tragedia famigliare perché Junior sta semplicemente mettendo in pratica ciò che proprio il padre gli ha insegnato: Now Jimmy’s son is trying to make his way home/ His graveyard shift ended and it was starting to snow/ He sees an old man walking barefoot alone, it was 3AM/ His old man waved his hands with tears in his eyes/ But Jimmy’s son just sped up and remembered daddy’s advice/ No you don’t ever give a hitcher a ride/ ‘Cause it’s us or them/ ‘Cause it’s me or him/ It was 3AM/ 3AM”. Il brano, così come l’intero album, è prodotto da Simone Felice (The Felice Brothers) che già aveva collaborato alla produzione “Cleopatra”, il precedente e acclamatisssimo album dei Lumineers.


2 – Matt Andersen – Halfway Home by Morning


3 – Robert Randolph & The Family BandBrighter Days

4 – Joanna Connor – Rise

Dopo 3 anni di attesa torna Joanna Connor, ottima chitarrista e pure buona cantante (qualcuno la paragona a Bonnie Raitt ), col suo nuovo album intitolato Rise. L’ottimo Mike Zito è della partita ad impreziosire il disco.
La Connor, originaria del Massachusetts ma trasferita a Chicago (guarda un po’ ) da decenni, fornisce una prova di tutto riguardo, spaziando con dignità e mestiere dal blues ad atmosfere quasi Led Zeppelin
(quelli “pastorali” con My Irish Father ), dal jazz fino addirittura all’Hip Hop .

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