Cesare Basile – U fujutu su nesci chi fa?

(Maurizio Galli – 18 aprile 2017)

Non è invece in mio potere restare costantemente rivolto verso il mare e confrontare la sua libertà con la mia. Verrà il tempo in cui dovrò volgermi verso la terra e affrontare gli organizzatori della mia oppressione.” – Stig Dagerman

Finalmente, a distanza di quasi due anni dal precedente lavoro Tu prenditi l’amore che vuoi e non chiederlo più, che ricordiamo gli è valso una seconda (la prima nel 2013) Targa Tenco per il miglior disco dialettale, è uscito il nuovo disco U fujutu su nesci chi fa? di Cesare Basile.

Cesare Basile, classe 1964, e uno dei più interessanti cantautori italiani “sulla piazza” dall’inizio degli anni ’80. Il primo album, registrato insieme ai Candida Lilith, in realtà un mini album contenete sei brani risale al 1987. Da quel momento il suo percorso musicale coinciderà con quello di  altre due band: i Kim Squad e la band da lui fondata nel 1988 i Quartered Shadows (con loro registrerà Quartered Shadows e The last floor beach). Nel 1994 pubblica il disco d’esordio come solista La pelle, definito dalla critica come uno dei migliori album d’esordio di quell’anno. Nel 1998 invece rilascia sul mercato discografico l’album Stereoscope. Ma è solo nel 2001 con Closet Meraviglia, ottimamente prodotto da Hugo Race, che assistiamo alla svolta di Basile verso la canzone d’autore e verso quell’attitudine internazionale che non abbandonerà più l’artista catanese.

Da lì in avanti un susseguirsi di album azzeccati: Gran Calavera Elettrica (2003), Hellequin Song (2005), 14.6.06 (2006, live cd/dvd), Storia di Caino (2008), Sette pietre per tenere il diavolo a bada (2011), Cesare Basile (2013) e il penultimo album Tu prenditi l’amore che vuoi e non chiederlo più (2015).

E’ interessante ricordare che l’artista, tra l’altro, è anche un interessante agitatore culturale all’interno della sua isola impegnandosi da tempo con la Federazione siciliana per le arti e la musica: l’Arsenale e nella ristrutturazione del Teatro Coppola (occupato) di Catania.

Torniamo ai giorni nostri e all’album U fujutu su nesci chi fa? che tradotto significa: Se esce il matto cosa succede? (il matto, proprio quello che troviamo rappresentato al centro della bella copertina del disco realizzata da Monica Saso) registrato dalla Urtovox rec e con distribuzione a cura della Audioglobe/The Orchard. Un disco nato dopo che l’artista fa ritorno, dopo ben sette anni di vita milanese, nella sua terra natia: la Sicilia. Forse anche per questo il disco, come il precedente, è totalmente cantato in dialetto siciliano (che mai come in questo caso è al contempo lingua e suono) come a voler ristabilire il vitale e mai assopito contatto con le proprie origini. Non un semplice disco questo, possiamo piuttosto identificarlo come un mantra mediterraneo fatto di blues e di musica africana, di brani ipnotici spesso basati su un solo accordo, di polifonie vocali e di controcanti femminili, di ossessive poliritmie percussive in cui a fare da contraltare c’è l’espressività della voce di Basile.

Si accennava sopra ai forti richiami al mediterraneo (più che mai evidenti in U scantu), ai suoi profumi, al sole accecante dell’Africa (ascoltate la title-track U Fujutu su nesci chi fa e vi troverete davanti a sei minuti e passa di contaminazioni musicali con un ritmo tribale e ipnotico, una tarantella capace di insinuarsi dentro di noi e di scuoterci), ai suoni della tradizione americana (come ad esempio il blues di Tri nuvuli ju visti cumpariri o il folk di Cincu pammi), ai mantra (Ljjatura e Cola si fici focu che con la loro ossessività ne sono un classico esempio). Al contempo Basile ci dona un disco che non è solo un insieme di suoni, ma un disco che ha al suo interno un risvolto e un pensiero politico. Un racconto sincero, in cui utilizzando delle storie che hanno un sapore decisamente arcaico non fa altro che narrarci, in modo schietto, le incredibili storture della sua Sicilia (e non solo). Un esempio ne è il brano Ljjatura dove ci racconta la prevaricazione che avviene ad opera dei potenti […] tu c’ha vuliri beni a li pinsati re patruna […].

Un disco questo che merita attenzione e tranquillità; lasciate stare i lettori mp3 o il cd dell’auto; prendetevi del tempo, mettetevi comodi e assaporate le sensazioni che riesce a regalare. U fujutu su nesci chi fa? è un disco che vale proprio la pena di ascoltare.

In chiusura ricordiamo anche che alla realizzazione dell’album hanno preso parte anche Rodrigo D’Erasmo, Enrico Gabrielli, Roberta Gulisano e Sara Ardizzoni (solo per citare i più noti).

Articolo pubblicato su:
http://www.lisolachenoncera.it/rivista/recensioni/u-fujutu-su-nesci-chi-fa/

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