Angel Witch – Angel Witch 30th Anniversary Expanded Edition

Un triennio determinante, quello che va dal 1979 al 1981, un triennio in cui un nuovo fenomeno musicale che, da lì in poi, sarebbe stato conosciuto come la NWOBHM, ovvero la New Wave of British Heavy Metal, deflagrò letteralmente in tutto il mondo, entrando in maniera perentoria nella storia della musica rock.

Basta fare mente locale per comprendere la reale dimensione di questa ondata impetuosa, a partire dalle band che ne fecero parte e che, da quel momento, intrapresero carriere spesso esaltanti sfornando album divenuti epici: Iron Maiden: Iron Maiden, 1979, Killers, 1980, due assoluti capisaldi; Judas Priest: il tellurico live Unleashed in the East, 1979, British Steel, 1980, Point of Entry, 1981; Saxon: Saxon, 1979, Wheels of Steel, 1980, Strong Arm of the Law, 1980, Denim and Leather, 1981, ovvero la definizione di uno stile; Motörhead: Overkill, 1979, Bomber, 1979, Ace of Spades, 1980, una sorta di sacra triade; Samson: Survivors, 1979, Head On, 1980, Shock Tactics, 1981; Diamond Head: Lightning to the Nations, 1980; Tygers of Pan Tang: Wild Cat, 1980, Spellbound, 1981, Crazy Nights, 1981; Raven: Rock Until You Drop, 1981, elenco tutt’altro che esaustivo…

Un vero e proprio crogiolo di ritmo, decibel, muri di suono, chitarre lanciate a mille, bassi tonanti, di fatto l’evoluzione spontanea e naturale dell’hard rock, non solo dal punto di vista musicale, tecnico e compositivo, ma anche da quello dell’attitudine, dell’estetica e dell’immagine.

All’interno di questa notevole compagnia, un posto non certo di secondo piano lo ebbero, senza dubbio, anche gli Angel Witch, nati nel 1977 a Birmingham con il nome di Lucifer, grazie all’incontro tra il chitarrista e cantante Kevin Heybourne, il chitarrista Rob Downing, il batterista Steve Jones ed il bassista Barry Clements.

Dave “Day Vog” Hogg sostituisce Jones, Kevin “Skids” Riddles entra al posto di Clements, Downing lascia la band che, nel frattempo, ha già assunto il nome definitivo, ed il power trio ottiene immediatamente ottimi riscontri con il brano Baphomet, inserito nella leggendaria compilation Metal for Muthas I.

Nel 1979 firmano per la Emi, che li abbandona di lì a poco, dopo l’insuccesso del singolo Sweet Danger ma, già nel 1980 vengono messi sotto contratto dalla Bronze Records, ed iniziano a registrare l’album che segnerà definitivamente la loro storia e verrà considerato, negli anni successivi, tra quelli fondamentali della NWOBHM.

Il 12 marzo 1980 esce infatti Angel Witch, dieci tracce in cui si ritrova esattamente ciò che è stato l’heavy metal delle origini; una premessa va fatta perché, ascoltandolo non sarà difficile percepire somiglianze con frammenti dei brani delle altre band, incluse quelle menzionate prima ma il fatto, oltre a non essere affatto assimilabile a qualsivoglia plagio, è in realtà del tutto inevitabile: stava nascendo un genere, di cui si iniziavano a stabilire le coordinate, le band suonavano spesso in contesti comuni, frequentavano gli stessi pub, si conoscevano, si ascoltavano ed era dunque ovvio che, da questo magma ribollente le idee saltassero fuori e fossero, anche solo inconsciamente, condivise: tutto era nuovo, e le sperimentazioni divennero, in quel periodo, una sorta di patrimonio comune.

Questa versione di Angel Witch è la 30th Anniversary Expanded Edition, pubblicata nel 2010, e contiene, oltre alle tracce originali, quattro brani live registrati alle BBC Friday Rock Show Sessions del 14 Marzo 1980, ben sette demo inediti, il singolo uscito sull’LP Metal for Muthas ed otto fra A e B Sides appartenenti a singoli ed EP, quanto è stato possibile reperire riguardo a quest’album, un vero e proprio tesoro musicale.

Da molti definito fondamentale, iconico, questo album è stato una vera e propria fonte di ispirazione per decine e decine di band che, da lì in poi, potranno affermare di appartenere ad un genere, l’heavy metal, tra i più longevi ed amati dal proprio pubblico di fedelissimi; una pietra miliare, insomma, che brilla ancora anche a distanza di quarant’anni, e malgrado la band non sia più stata in grado di ripetersi su quei livelli, scivolando lentamente in un lungo e travagliato anonimato.

La nascita dei riffs metal risulta assolutamente chiara e percepibile: Angel Witch, divenuto un classico, Atlantis, che strizza l’occhio allo speed metal poi sviluppato dai Saxon, White Witch, drammatica e molto Priest-style, Confused, altro marchio di fabbrica della band, l’oscura Sorcerers, a suo modo antesignana del doom metal, Gorgon, brano che mostra un trio in grado di variare continuamente approccio e fraseggi, Sweet Danger, il singolo che li allontanò dalla Emi, Free Man, lento molto “maideniano” (… do you remember Strange World?…), la feroce Angel of Death e la conclusiva Devil’s Tower, brano strumentale che alterna momenti di quiete ad improvvise scariche di adrenalina: in queste tracce si trovano non soltanto i germi del metal, in senso generale, ma anche di numerose sue derivazioni che altre band si incaricheranno di sviluppare nei decenni successivi.

Anche le numerose bonus track, inserite in questa ristampa, non sono da meno: le quattro tracce live sono letteralmente telluriche e, fra di esse, appare l’inedita Extermination Day, brano decisamente ispirato allo stile dei Motörhead; fra i sette demo proposti le altrettanto inedite Flight 19 e Hades Paradise mentre, dopola versione di Baphomet uscita in Metal for Muthas, ecco le otto A e B Sides tra le quali Loser, Suffer e la strumentale Dr. Phibes, pubblicate sull’EP Loser, sempre nel 1980.

Album senza ombra di dubbio storico, vera e propria chicca per gli appassionati ma anche lavoro in grado di raccontare, a chi si volesse approcciare al genere metal per la prima volta, quali siano state le radici da cui si è sviluppato ed ampliato, nei suoi vari sottogeneri, lungo i decenni successivi; quanto agli Angel Witch, si sfaldarono letteralmente di lì a pochi anni ed i loro estemporanei lavori successivi non si avvicinarono mai più, neppure minimamente, alla ruvida e genuina bellezza del loro disco d’esordio.

(Bronze/Sanctuary Records, 2010)

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