Alanis Morissette: la trasformazione di una ragazza “arrabbiata”, a venticinque anni dall’uscita di “Jagged Little Pill”.

(Raffaella Mezzanzanica – 9 dicembre 2019)

In quest’ultima settimana, quasi senza nemmeno rendermene conto, mi sono imbattuta in più occasioni nella musica di Alanis Morissette.
Credo molto nei “segni” e nei “segnali” che, in modo apparentemente casuale, arrivano e poi, quasi inconsapevolmente, ti fanno capire che tutto accade per una ragione.

Alanis Morissette ha fatto la storia della musica,  a partire da quel 13 giugno 1995, giorno, mese e anno di pubblicazione di Jagged Little Pill, album che Rolling Stone ha inserito nella classifica dei “ 500 migliori album della storia”.

Io e Alanis Morissette abbiamo esattamente la stessa età: entrambe siamo nate nel 1974, a pochi mesi di distanza l’una dall’altra.
Le nostre vite, però, non potrebbe essere state più diverse. Nel 1995, Alanis era una ragazza arrabbiata, anzi, senza troppi giri di parole, “incazzata”. Io, dall’altra parte del mondo, ero una ragazza super tranquilla e mi stavo preparando a partire per gli Stati Uniti per motivi di studio.

Alanis Morissette, artisticamente, appartiene al mondo alternative rock, al post grunge, a tutti quei generi che io ascoltavo in quel periodo e che, ancora oggi, rappresentano i suoni della mia generazione.
Ero così diversa e distante al punto che, quando uscì Jagged Little Pill, non ne compresi la forza, l’importanza, la bellezza.
Anzi, pur avendo provato ad ascoltarlo tante e tante volte, sentivo sempre un certo disturbo, un disagio che era la stessa Alanis, come artista, a far nascere dentro di me.
Non comprendevo nemmeno la ragioni che l’avessero spinta a chiedere espressamente di inserire nell’album le traduzioni in tre lingue (francese, italiano e spagnolo) di tutti i brani.

Perché? Perché quel percorso creativo era stato così complesso, così estenuante, così autobiografico che meritava di essere compreso. Era assolutamente necessario condividere il significato di ogni singola parola che costituiva quei testi.

Eppure, un album che ancora oggi è considerato epocale, venticinque anni fa, non ebbe vita facile.

Venticinque anni…

Quando Alanis Morissette iniziò a proporlo alle case discografiche ricevette tantissimi rifiuti e, come lei stessa ha dichiarato a Jimmy Fallon durante l’intervista dello scorso 4 dicembre: “Rejection is not inspiring” (Il rifiuto non è fonte di ispirazione).

Era, però, destino che Alanis facesse sentire la sua voce e potesse condividere la sua rabbia con il mondo intero.

Un giorno quei brani arrivarono alla Maverick Records, la casa discografica di Madonna. A quel punto, Alanis ricevette una telefonata che le cambiò la vita. Si presentò immediatamente negli uffici della Maverick e propose tre brani: You Oughta Know, Imperfect e Hand In My Pocket.

Venticinque anni…

Le statistiche non mentono. Jagged Little Pill ha venduto 33 milioni di copie in tutto il mondo, è stato 16 volte disco di platino e 1 volta disco di diamante negli Stati Uniti. Per questo album Alanis Morissette ha vinto 4 Grammy, compreso “Album dell’anno” e numerosi premi a livello internazionale.

Il produttore dell’album è Glen Ballard, personaggio che ha collaborato ad album del calibro di Thriller di Michael Jackson e scritto con Dave Matthews i brani dell’album Everyday della Dave Matthews Band.

Oggi Jagged Little Pill è anche diventato un musical che ha appena debuttato a Broadway con grande successo.

Non solo. La prossima estate Alanis Morissette inizierà un tour per celebrare il venticinquesimo anniversario dell’uscita dell’album.

Dopo quel successo planetario, Alanis ha continuato il suo percorso creativo pubblicando altri cinque album di studio, non riuscendo, però, a replicare ciò che aveva rappresentato Jagged Little Pill.

Collabora anche con diversi artisti, tra cui la Dave Matthews Band. Sua, infatti, è la voce femminile nei brani Spoon e in Don’t Drink The Water, entrambi tratti da Before These Crowded Streets, album che vede collaborazioni eccellenti in aggiunta ad Alanis: Bela Fleck al banjo e il Kronos Quartet.

In questi giorni, Alanis è tornata con Reasons I Drink, primo singolo estratto da Such Pretty Forks In The Road, il suo nuovo album che verrà pubblicato il 1° maggio 2020 e che arriva a otto anni di distanza da Havoc and Bright Lights.

Il singolo è stato presentato in anteprima assoluta il 4 dicembre al Jimmy Fallon Show.

https://www.youtube.com/watch?v=DrC8AEWO3-8

Poco prima, Jimmy Fallon si è presentato con lei in metropolitana a New York, entrambi irriconoscibili, e si sono messi a suonare il canto tradizionale natalizio The Little Drummer Boy. Poi, la rivelazione. Quando i passanti hanno sentito le prime note di  You Oughta Know e hanno capito che chi stava cantando era davvero Alanis Morissette, è iniziato il delirio.

Venticinque anni…

Tanti sono gli anni trascorsi da quel 13 giugno 1995 e, come sottolinea il New York Times in un articolo pubblicato lo scorso 26 novembre:  “Alanis Morissette Isnt’t Angry Anymore. But ‘Jagged Little Pill’ Rages On”.

Chi è oggi Alanis Morissette?

Alanis Morissette è una donna forte e consapevole. E’ una donna con un importante percorso artistico alle sue spalle che l’ha portata, negli anni, a confrontarsi con diversi generi musicali, passando dall’alternative rock, al post grunge alla musica elettronica, riuscendo sempre ad essere credibile.

Oggi Alanis Morissette è una madre. Ha da poco avuto un figlio e ha parlato ampiamente del significato di diventare madre in età “avanzata” in una bellissima intervista rilasciata a Self, rivista mensile online dedicata alle donne (Alanis Morissette on Pregnancy at 45, Childbirth, Postpartum Depression, and #MeToo – Self Magazine – 26 giugno 2019).
Durante l’adolescenza e durante i suoi primi vent’anni, Alanis ha lottato contro la depressione e i disturbi alimentari. Il suo ultimo singolo, Reasons I Drink, vuole proprio creare consapevolezza sul tema delle dipendenze (“These are the reasons I drink/The reasons I tell everybody I’m fine even though I am not/…And nothing can give reprieve like they do/Nothing can give a break for this soldier like they do”).

Alanis Morissette è un’attivista, attenta alle tematiche ambientali e contro l’uso della violenza, sotto ogni forma. Uno dei suoi manifesti è il brano Versions of Violence, quarta traccia dell’album Flavors of Entanglement (“Shutting down and punishing/Running from rooms, defending/Witholding, justifying/These versions of violence/Sometimes subtle sometimes clear/And the ones that go unnoticed/Still leave their mark once disappeared”).

Nel 2008, ad esempio, è stata invitata ad esibirsi al Parlamento Europeo nel corso del Global Energy Award, proprio per il suo impegno di denuncia della politica energetica del governo Bush e le sue decisioni di trivellare petrolio in Alaska.

Alanis Morissette ha da sempre a cuore l’empowerment femminile. Nel 2016 ha lanciato un suo podcast personale, “Conversations with Alanis”. L’8 marzo 2016 ha pubblicato un suo articolo sulla rivista TIME, in cui tratta la sua visione di “femminismo” e il suo modo di essere “femminista”. Perché con Alanis niente è mai convenzionale. (Alanis Morissette: Feminism Needs a Revolution – TIME – 8 marzo 2016).

Il brano Woman Down, tratto dall’album Havoc & Bright Lights del 2012, tratta il tema della violenza sulle donne (“Calling all woman haters/We’ve lowered the bar on the/Behavior that we will take come on now/Call all lady haters/Why must you vilify us/Are you willing to clean the slate woman down/Woman down, oh”).

Il prossimo 14 dicembre Alanis riceverà un prestigioso riconoscimento, l’Icon Award 2019, nel corso del quattordicesimo Billboard Women in Music Event. “Billboard’s Women in Music is an annual opportunity for us to celebrate undeniably influential women from across the industry. This year, with honorees like Alanis Morissette, Brandi Carlile, Desiree Perez and Nicki Minaj, we are excited to highlight a diverse group of women pushing limits and breaking boundaries” (cit. Hannah Karp, Billboard Editorial Director).

Io e Alanis, coetanee e così diverse.

Ho letto, riletto, studiato e imparato a memoria quei testi che, nel corso di questi venticinque anni, mi sono entrati sotto la pelle e, ogni volta che li ascolto, mi devastano emotivamente.
Oggi ho capito quella rabbia, oggi ho capito Alanis.
“Isn’t it ironic, don’t you think?” (cit. Ironic) No. “I am aware now” (cit. Head Over Feet).
Sono consapevole. Lo siamo entrambe o lo siamo diventate negli anni. Questo ci ha fatte incontrare.

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